Mandati 4 avvisi di procedimento per la truffa della benzina gonfiata

Mandati 4 avvisi di procedimento per la truffa della benzina gonfiata La pretura di Torino contro le compagnie petrolifere Mandati 4 avvisi di procedimento per la truffa della benzina gonfiata Due riguardano dirigenti della Bp di Volpiano, uno la Gulf di Milano Sud e il quarto la Fina Benzina «calda»: dopo mesi di controlli, sopralluoghi, prelievi ed analisi si conoscono i primi sviluppi dell'inchiesta condotta dalla magistratura a Torino. Quattro avvisi di procedimento penale sono stati inviati dal pretore, dottor Mario Barbuto, a funzionari di compagnie petrolifere. Sono: l'ingegner Italo Milonc, direttore della raffineria Bp di Volpiano; il dottor Giacomo Tonioni, direttore del deposito nazionale Bp di Volpiano; l'ingegner Luciano Orlandi, direttore della raffineria Gulf di Bertonico (Milano Sud); il dottor Filippo Capelli, funzionario della Fina. Le comunicazioni giudiziarie sono state recapitate circa un mese e mezzo fa (ma la notizia è trapelata soltanto in questi giorni, nel corso di un'assemblea di benzinai). Quali sono le imputazioni? L'indagine è ancora in una fase «molto fluida» ed è coperta dal segreto istruttorio. Poiché gli eventuali reati che potrebbero emergere sono di competenza della pretura, si ritiene si tratti di frode in commercio nei confronti dei consumatori e di truffa semplice ai danni dei gestori delle stazioni di servizio. L'inchiesta è stata avviala in seguito alla denuncia del presidente del sindacato torinese di categoria Ugica, Vincenzo Pino,e di sette benzinai, nel febbraio scofso. «Ci eravamo accorti che il carburante di alcune società veniva immesso nelle autocisterne surriscaldato, per farlo aumentare di volume», dice Pino. Il pretore diede disposizioni alla polizia tributaria affinché venissero prelevati campioni di «super» e «normale» in vati distributori della città. In seguito a questi controlli sarebbero emersi altri tipi di contraffazione del la benzina. I risultati di alcune analisi sono già in possesso del magistrato. A Torino altri due procedimenti «paralleli» sono in corso presso la procura generale della Repubblica. Le indagini sono rallentate dalla difficoltà di stabilire se ci siano responsabilità precise. «Quasi tutte le compagnie, indipendentemente dal marchio, si servono in poche raffinerie (Volpiano, Casalpusterlengo, eccetera) — dice l'avvocato Durante che, con l'avvocato Sapino, cura gli interessi delPUgica —. Quindi gran parte delle benzine sono uguali, anche se lumno nomi diversi. Inoltre, raramente in queste grosse società c'è un dirigente unico. Sono, in pratica, delle holding di S.p.A. collegale tra loro, che solo per certi aspetti fanno capo alla sede centrale di Roma». La prima inchiesta, in ordine di tempo, è stata aperta nell'c- i state dello scorso anno. Ventio | cinque gestori dell'Ugica denun- ciarono tutte le compagnie petrolifere per «mancato rifornimento di carburante» (compresa la compagnia di bandiera Agip che fu la prima a sospendere il blocco). Fu una presa di posizione coraggiosa, la prima del genere in Italia. «Il primo agosto la prefettura accertò che nei tre depositi della raffineria di Volpiano c'erano 8 milioni 500 mila litri di benzina che stavano per essere mandati all'estero», ricorda Vincenzo Pino, «Finora non è ancora stato individuato un imputato in concreto», ha detto l'avvocato Durante. Più «fortunata» l'azione del sindacato contro le sofisticazioni della benzina, intrapresa presso la procura generale della Repubblica (si ipotizza, tra l'altro, anche il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato). Nel settembie scorso è emerso un primo dato sicuro. Il laboratorio chimico centrale delle dogane di Roma ha stabilito che nella «super» di un distributore torinese della Fina c'era circa il 15 per cento, in peso, di «composti organici ossigenati». Una serie di prelievi sono stati effettuati, per ordine della magistratura. Altre iniziative in questo senso sono state messe in alto recentemente dall'Ugica. Un gestore, Carlo Dalla Pozza, sostiene — «bollette di consegna alla mano» — che, negli ultimi dieci mesi, il peso specifico del carburante fornito dalla Esso, dall'Api e dalI'Agip non è mai stato di 0,740, come prescrive la legge ai fini del pagamento dell'imposta di fabbricazione. «£' sempre inferiore, la benzina è più leggera». L'indagine è ancora nella fase preliminare di polizia giudiziaria. I responsabili dell'Ugica hanno manifestalo l'intenzione di costituirsi parte civile. Dice il presidente Pino: «I quuttro avvisi di procedimento confermano che le nostre accuse non sono prive di fondamento». Sul piano giudiziario, sostengono i legali, le denunce avrebbero però ben altra consistenza se l'azione fosse condotta in modo unitario da tutte le organizzazio¬ ni dei benzinai. Sarebbe inoltre necessario coinvolgere anche i consumatori che, sia pure in diversa misura, sono danneggiati da questa situazione. Roberto Beliate