Suturato il cuore a un giovane ferito nello scontro fra due auto

Suturato il cuore a un giovane ferito nello scontro fra due auto Suturato il cuore a un giovane ferito nello scontro fra due auto Alle Molinette - Aveva la milza spappolata, subisce una prima operazione - Poco dopo le sue condizioni peggiorano - Immediato intervento del reparto di chirurgia toracica, ora sta bene Giovanni Battista Audisio, manovale trentacinquenne di Villafranca Piemonte sabato è stato salvato dai chirurghi delle Molinette con un delicato e fortunato intervento al cuore: le sue condizioni migliorano rapidamente. In uno scontro frontale, al bivio di Candiolo, Audisio aveva urtato contro il volante che gli aveva spappolato la milza e provocato una ferita al cuore. Nel giro di tre ore è stato sottoposto a due interventi: l'asportazione della milza e la sutura del muscolo cardiaco. Le ferite al cuore provocano di solito una morte così rapida da rendere vano ogni tentativo di salvare il paziente. Una serie di circostanze fortunate e la rapidità con cui è stata scoperta la ferita ed eseguita l'operazione hanno salvato la vita dell'operaio. Alle 12,05 un'ambulanza arriva al pronto-soccorso. L'incidente è avvenuto un'ora prima, il ferito ha già perso moltissimo sangue: è grave. Viene portato in sala operatoria: il professor Walter Drago gli asporta la milza. E' un intervento delicato di esito non sempre certo. Al termine l'operaio denuncia un netto miglici amento che rassicura i medici. E' trattenuto, prudenzialmente, al pronto soccorso in osservazione, ma il caso è considerato risolto. Il miglioramento è di breve durata: improvvisamente il polso dell'Audisio si affievolisce: collasso. Una radiografia denuncia una forte emorragia interna, il lato sinistro del torace è pieno di sangue. Può trattarsi di un polmone forato o di un'arteria rotta. Il professor Giuliano Maggi, «aiuto» del reparto di chirurgia del torace, viene chiamato a casa, raggiunge in pochi minuti l'ospedale mentre gli anestesisti, dottor Giovanni Sirianni e dottor Antonio Catino, tengono in vita l'operaio con una serie di trasfu sioni: tre litri e mezzo di sangue in dieci minuti. Il professor Maggi, aiutato dal professor Gaetini, apre il torace. Il sangue dell'emorragia è nero, quindi venoso. Scosta il polmone sinistro e nota uno zampillo sotto la punta del cuore. Il ventricolo destro è forato. «Fortunatamente — dice il professor Maggi — era rotto anche il pericardio, la membrana che avvolge il cuore. Il sangue è così uscito nel torace anziché soffocare il muscolo cardiaco». L'intervento è rapidissimo: due punti e la ferita è suturata. Il cuore riprende a battere normalmente. Gli anestesisti riescono a portare la pressione a livelli accettabili. Secondo il professor Maggi è stato un grumo di sangue a salvare la vita all'operaio. Ha fatto da tampone evitando così una morte quasi istantanea per dissanguamento. Ferite del genere vengono nella maggior parte dei casi accertate soltanto a morte avvenuta. Raramente si ha tempo di aprire il torace e individuare la perdita prima del completo dissanguamento. | Il prof. Giuliano Maggi (a sinistra) e l'anestesista Sirianni

Luoghi citati: Audisio, Candiolo, Villafranca Piemonte