Artigiani metalmeccanici chiedono spazio di lavoro

Artigiani metalmeccanici chiedono spazio di lavoro La situazione esaminata in un convegno I Artigiani metalmeccanici chiedono spazio di lavoro La crisi dell'auto sta coinvolgendo le loro aziende - In Piemonte 21.620 imprese con 86.480 addetti - Il problema dei ricambi originali «Le imprese artigianali metalmeccaniche hanno un proprio spazio e una propria funzione nel mercato e nell'economia nazionale. Non si può gettare via tutto questo capitale di esperienza senza tentare di salvarlo in qualsiasi modo ». Lo ha detto il segretario della Pnam (Federazione nazionale artigiani metalmeccanici), Renato Attardi, nella relazione che ha tenuto ieri al convegno svoltosi nella sala conferenze del S. Paolo. Tema del congresso, la crisi dell'auto nei suoi riflessi sulle attività indotte e, in particolare, sulle piccole aziende arti¬ giane che lavorano quasi esclusivamente per l'automobile. Le imprese metalmeccaniche che producono per l'industria automobilistica sono, in Italia, circa 100 mila, con 246 mila addetti, di cui 142 mila dipendenti. Ventunmilaseicentoventi sono le aziende piemontesi con 86.480 addetti. Proprio le piccole imprese della nostra Regione sono quelle che maggiormente risentono il contraccolpo della crisi dell'auto. Si possono distinguere in tre categorie: 1) imprese che producono parti di primo montaggio e ricambi che forniscono direttamen- te o indirettamente alle industrie produttrici di auto (lavoro conto terzi); 2) imprese che producono ricambi o accessori con mercato autonomo; 3) imprese produttrici di attrezzature e utensili speciali per accessori e ricambi. A queste 3 categorie vanno poi aggiunte altre 54 mila aziende che svolgono attività di servizio e riparazione (altri 108 mila addetti di cui 50 mila dipendenti). Le ripercussioni della crisi dell'auto si fanno già sentire pesantemente sulla maggioranza di queste imprese. Si calcola che, in Piemonte, solo il 20 per cento delle aziende che lavorano per conto terzi continui a produrre regolarmente (sono le aziende collegate ai trasporti industriali, servizi pubblici, trattori, età). Il 50 per cento, pur continuando a lavorare ad orario normale, è in gravi difficoltà. Il rimanente 30 per cento rischia ogni giorno la chiusura. «Per salvare questo patrimonio di lavoro» ha detto Attardi «è necessario intraprendere nuove strade e mettere in moto meccanismi che creino una nuova domanda al posto di quella che viene a mancare ». Secondo il segretario della Fnam è necessario, come prima cosa, aprire un dialogo chiaro con la Fiat e gli altri grandi gruppi. «Dobbiamo sapere se nei loro programmi intendono lasciare uno spazio di lavoro anche per noi o se intendono proseguire l'operazione di soffocamento che pare abbiano incominciato». Ci si riferisce alla campagna iniziata recentemente dalle grandi industrie per convincere la clientela a servirsi di ricambi originali e di officine che sono filiali della casa produttrice. Questa tendenza mette in crisi una vasta fascia di piccole industrie e soffoca completamente le «autoriparazioni ».

Persone citate: Attardi, Renato Attardi

Luoghi citati: Italia, Piemonte