La scomparsa ieri a Roma dello storico Salvatorelli

La scomparsa ieri a Roma dello storico Salvatorelli Era uno studioso di fama mondiale La scomparsa ieri a Roma dello storico Salvatorelli Aveva 88 anni - Da tempo il suo stato di salute non era buono Era stato condirettore de "La Stampa" - Lottò contro il fascismo (Dalla redazione romana) Roma, 3 novembre. Luigi Salvatorelli si è spento questo pomeriggio, alle 16,30, nella sua abitazione di via Gosio, a Roma. Aveva 88 anni. Da tempo il suo stato di salute non era buono; negli ultimi giorni sono sopravvenute complicazioni polmonari, accompagnate da febbre altissima. Ogni cura si c rivelata inutile. Nato a Marsciano (Perugia) nel 1886, e laureatosi giovanissimo all'università di Roma, Luigi Salvatorelli si mise in luce, nel primo decennio del secolo, con i suoi studi di storia d'Israele e del cristianesimo antico. A queste ricerche egli fu sospinto dal vivissimo interesse per il movimento modernista, che in quegli anni viveva le sue ore più travagliate. Poco dopo, l'appassionamento per i problemi politici e sociali del suo tempo lo mise a contatto con i problemi della storia moderna e contemporanea. E questo, ampliarsi dei suoi orizzonti culturali e politici coincise con le prime, splendide prove nel giornalismo. Sicché la figura di Salvatorelli cominciò ad imporsi sotto questo triplice profilo dello storico, del giornalista, dell'uòmo politico. Dopo aver collaborato alla « Tribuna » (1913), prese parte, nel 1914-15, alla battaglia neutralista vigorosamente condotta da « Italia nostra ». Nel \9\C\ vinse il concorso per la cattedra di Storia del cristianesimo, e divenne professore all'università di Napoli. Ma nel 1921, quando il direttore della Stampa Alfredo Frassati fu nominato ambasciatore a Berlino, egli assunse la condirczionc del giornale, rinunciando per sempre alla brillante carriera universitaria. Furono, dal 1921 al 1925, anni di intrepida lotta antifascista: fra tanto franare di coscienze e asservirsi di penne al regime, gli articoli nitidi e roventi di Salvatorelli alla direzione della Stampa (in parte raccolti nei due preziosi volumetti Nazionaljascismo e Irrealtà nazionalista') costituirono una delle più alte testimonianze di fede nella ragione, di dignità civile, di libertà. Nel 1925, costretto dal regime al silenzio, si rifugiò negli studi storici. Da questa solitudine durata quasi un ventennio, nacquero qui a Torino molti libri, spaziami dal Medio Evo all'età contemporanea. Ricordiamo, fra gli altri, // _pcnsiero politico italiano dal 1700 al ÌS70: un'opera rinnovatrice, di spiriti veramente europei. Il suo antifascismo non o appanna- ebbe cedimenti menti. Dopo aver collaborato, con pseudonimi, ai « Quaderni di Giustizia c Libertà », pubblicati a Parigi da Carlo Rosselli, fu tra i fondatori, nella clandestinità, del Partito d'Azione; e intanto, alla vigilia della caduta del regime, scrisse in quindici giorni e pubblicò Pensiero c azione del Risorgimento: un capolavoro di intelligenza storica e di coraggiosa polemica. Dopo la liberazione di Roma nel 1944. vi diresse la rivista ha Nuova Europa, riprendendo con rinnovato, giovanile fervore la sua attività giornalistica, affiancata a quella storiografica. Da allora, egli è sempre rimasto sulla breccia, tenacissimo nelle sue idee battagliere. Al di là di ogni possibile divergenza su punti particolari, resta ammirevole la ininterrotta coerenza del suo pensiero politico, già rivelatosi in una memorabile polemica di mezzo secolo fa con Luigi Albcrtini. e che potremmo compendiare in una formula a lui cara: la più coraggiosa c spregiudicata alleanza fra il liberalismo c la democrazia politica e sociale. a- g- g-

Persone citate: Alfredo Frassati, Carlo Rosselli, Luigi Albcrtini, Luigi Salvatorelli, Pensiero, Salvatorelli