Sono 42 i morti in miniera
Sono 42 i morti in miniera Sono 42 i morti in miniera Ordinata un'inchiesta sui dispositivi di sicurezza - Giornata di lutto dei minatori (Nostro servizio particolare) Parigi, 28 dicembre. Il disastro minerario di Lievin, nel Pas de Calais, ripropone col suo tragico bilancio, ormai ufficialmente attestato sui quarantadue morti e cinque feriti gravi, il vecchio problema della sicurezza nelle miniere. Qualunque sia la causa che ha ;. -, ovocato la tragedia dell'alba dì ieri (si propende, dopo i primi approfonditi rilievi, per la tesi di una limitata esplosione di grisou, che avrebbe a sua volta innescato un'enorme fiammata di pulviscolo di carbone), essa ha infatti confermato l'estrema pericolosità di un mestiere che il progresso tecnico ì non è ancora riuscito a prò| leggere efficacemente dalle tremende insidie sotterranee. Sindacati e partiti chiedono che l'inchiesta in corso accerti fino in fondo se tutte le misure di sicurezza previste dalla legge erano state adottate. Il giudice che si occupa del caso è una figura celebre nelle cronache giudiziarie francesi, si tratta di Henri Pascal, lo stesso che condusse la fa- I mosa istruttoria sul caso Le. roy, a Bruay-en-Artois. L'intera regione settentrionale è in lutto, cosi come gli ! altri distretti minerari di \ Francia. A Lievin, a Bruay-en' Artois, e nelle altre località ; colpite dalla tragedia (i mina| tori uccisi dall'esplosione ! hanno lasciato 120 orfani), oggi i commercianti hanno abI bussato le sarccineschc. menI tre i minatori francesi sono stati invitati dalle loro orga; nizzazioni sindacali ad osser! vare, nelle forme da decidersi luogo per luogo, una giornata di cordoglio nazionale. I funerali delle quarantadue vittime I si svolgeranno a Lievin la mattina di martedì, ultimo giorno dell'anno, presente il primo ministro Jacques Chirac, e saranno trasmessi in di] retta su due canali televisivi. 1 corpi dei minatori uccisi sono stali ullinecti in un va\ sto locale, che normalmente ; serve per la distribuzione dei salari. Sono tutti cittadini francesi, molti dei quali di { origine polacca, ad eccezione di un arabo. Una folla dì loro I compagni di lavoro si accalca ' davanti ai cancelli, guarda verso l'imboccatura del tragico pozzo, commenta la tragei dia. La frase più ricorrente è : un rifiuto della fatalità, quel1 l'etichetta dieiro la quale si nascondono non di rado colj pevoli negligenze. I giornali reclamano uncinij mi che dal lavoro del giudice < Pascal vengano fuori quegli devienti che sono tiecessari i non solo a rendere giustizia ! alle vittime, ma anche ad impedire che simili «fatalità» abbiano ad accadere ancora. a. v. to « giscardiano » sta cambiando molte cose al Quai d'Orsay, facendo uscire dall'ombra molti uomini nuovi, relegando altri (troppo compromessi con Jobert e Pompidou) a funzioni marginali. Si conferma per esempio la destinazione a Roma di Francois Puaux, attualmente direttore degli affari politici, decisa da lunga data ma, secondo Le Monde, resa pubblica un po' precipitosamente, prima ancora di chiedere il gradimento italiano, e nonostante l'attuale ambasciatore Charles Lucet raggiunga solo in aprile il pensionamento. Francois Puaux viene mandalo a Roma per far posto alla direzione degli affari politiI ci a un giscardiano di sicura fede: l'ambasciatore De Labonlaye che lascia la sede di Tokyo. Anche l'attuale ambasciatore a Pechino Manach viene sostituito dall'attuale vice direttore agli affari politici. Praticamente tutta la direzione agli affari politici viene cambiata. Questi cambiamenti non avrebbero grande significato se, nonostante le smentite categoriche, non continuasse a correre la voce (che Le Monde oggi raccoglie per la terza volta) della prossima rimozione del ministro dei.*- Esteri Sauvagnargues, destinato all'ambasciata francese di Washington. a. c.
Persone citate: Charles Lucet, De Labonlaye, Francois, Francois Puaux, Henri Pascal, Jacques Chirac, Pompidou
Luoghi citati: Francia, Lievin, Parigi, Pechino, Roma, Tokyo, Washington
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