Trucidato in casa con la moglie l'armiere della banda Cigliano

Trucidato in casa con la moglie l'armiere della banda Cigliano La mafia spietata: otto delitti in pochi giorni Trucidato in casa con la moglie l'armiere della banda Cigliano Giuseppe Gulino e la donna, custodi di un segreto, sarebbero stati uccisi per un regolamento di conti a Partinico - Altre sei persone colpevoli di avere sgarrato con l'organizzazione eliminate a Palermo (Dal nostro corrispondente) Palermo, 27 dicembre. La mafia è ridiventata spietata. In 19 giorni sei persone colpevoli di avere «sgarrato» con l'organizzazione, sono state assassinate. La catena di violenza si è allungata di altre due vittime la sera di Santo Stefano. A Partinico, il paese di Frank Coppola e di padre Agostino Coppola in un villino a due piani sono stati massacrati a pistolettate l'ex armiere della banda Giuliano, Giuseppe Gulino di 71 anni e la moglie Antonietta Tinnirello di 64 anni. La donna è stata uccisa con cinque rivoltellate, il Gulino con un colpo al collo che gli ha spaccato la vena iugulare. Secondo la ricostruzione fatta dal pretore di Partinico dottor Rocco Camerata e dai carabinieri, quando l'assassino ha bussato alla porta è andata ad aprirgli la donna che evidentemente non sospettava nulla. Lo sconosciuto ha sparato istantaneamente. Raggiunta da cinque dei sei colpi esplosi Antonina Gulino ha ripercorso a ritroso il corridoio, lungo sei o sette metri ed è crollata sul pavimento del soggiorno ai piedi del marito che in poltrona guardava la televisione. Gulino non ha reagito. Seb- i bene nel taschino della giacca tenesse la sua inseparabile «Derringer» 22 (un'arma da donna in voga ai tempi del Far West) il vecchio mafioso è- rimasto seduto, per cui gli investigatori sono quasi certi che, sentiti gli spari e vista la moglie crollare ai suoi piedi, dev'essere stato colto da malore. Quindi è più che probabile che l'assassino gli abbia sparato quando era svenuto. Le vittime sono state trovate, poco più tardi dalla figlia Lydia (avevano altri sei figli, due dei quali in America gestiscono una catena di ristoranti ed alberghi) andata a trovarli con il marito e i figlioletti. Scartata l'ipotesi di una rapina (dall'alloggio non è stato portato via niente), ai carabinieri e al magistrato non è rimasto che prendere in considerazione il «regola mento di conti». E' opinione diffusa che Giuseppe Gulino e la moglie fossero custodi di un segreto e che, forti di quanto sapevano si erano fatti «sentire» (si parla di ricatto) con qualcuno che adesso si è vendicato. Gulino aveva un passato burrascoso: denunce per contrabbando di sigarette e di armi, per sofisticazione di vino, usura, eccetera. Aveva cominciato giovanissimo nel 1916, con i furti campestri. Fino al 1955 aveva gestito un'armeria a Partinico, poi gli era stata revocata la licenza, ma fino a qualche anno prima, soprattutto nel dopoguerra, aveva fornito fucili, pistole e anche mitragliatrici a Salvatore Giuliano e alla sua banda. Viene per ora scartata l'ipotesi di un collegamento con gli ultimi delitti mafiosi di questo mese a Palermo, dove uno dopo l'altro sono stati uccisi Filippo Gioè Imperiale, un boss che era stato in rapporti con «Cosa Nostra», Giuseppe Silvestri (altri due suoi fratelli sono stati abbattuti a pistolettate nel giro di due anni), Antonino Taormina cognato del boss Michele Cavatajo assassinato nella strage di viale Lazio e, la sera della vigilia di Natale, in pieno centro, Angelo La Corte di 50 anni, legato al contrabbando e e alla prostituzione. Antonio Ravidà Ii i 4

Luoghi citati: America, Cigliano, Palermo, Partinico