Nata in "gran segreto" la Lega per un diverso tipo di editoria

Nata in "gran segreto" la Lega per un diverso tipo di editoria Bologna: vi hanno aderito venti editori di tutta Italia Nata in "gran segreto" la Lega per un diverso tipo di editoria Presidente provvisorio è Giulio Einaudi - Già pronto lo statuto - L'iniziativa della Regione (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 26 dicembre. Nasce in Emilia un modo nuovo di intendere l'editoria. Capeggiati da Giulio Einaudi, che ne è per ora il presidente, venti editori italiani ed i loro funzionari si incontrano in questi giorni a Bologna quasi in segreto, nella sede della Regione, per mettere a punto una nuova associazione che, senza, abbandonare le leggi di mercato, trasformi il concetto di editoria in «nozione di pubblico servizio culturale». Si susseguono gli incontri, si costituiscono commissioni, sottocommissioni e gruppi di studio, con il compito di indagare e di preparare relazioni sull'intero settore che, in qualche modo, sia a contatto con il libro. Si dà vita così alla «Lega per un'editoria democratica», le cui premesse risalgono al convegno di Rimini del giugno scorso. E' pronto lo statuto, in 13 articoli; è alle stampe il «documento ideologico» che ne è il presupposto. E' completo il rapporto sulle librerie italiane e sull'intero sistema di distribuzione: è in preparazione il dossier sulla produzione della carta, e sull'attività dell'Ente nazionale cellulosa e carta; mentre è a buon punto il lavoro della commissione che ha il compito di prospettare un meccanismo di credito selettivo all'editoria di cultura, incentrato sulle Regioni. Il progetto è di proporre un fondo di dotazione di 110 miliardi in 5 anni, presso il medio credito centrale, da gestire a livello regionale. «Sinora tutto è allo studio». i editoria e per la sua sopravvi dice la dottoressa Franca Cantelli, dell'ufficio programmazione della Regione Emilia Romagna, ff 77? « l'iniziativa sembra votata al successo». C'è sulla Lega il patrocinio della Regione e, per i prossi- mi giorni, e annunciato un in- contro tra il presidente della giunta, Guido Fanti, e il presidente della nuova associazione. Se per la piccola e media venza si renderanno necessarie iniziative di carattere legislativo, la Regione Emilia, assieme ad altre 4 Regioni, come stabilisce la Costituzione, presenterà un progetto di legge al Parlamento. E già si parla di sgravi fiscali, di credito agevolato, di approvvigionamento della carta. La Lega ha un consiglio. Ne fanno parte: Bertani, Boringhieri, De Donato, Editori riuniti. Einaudi, Feltrinelli, Ghiron, Guaraldi, Jaca Booh, La Nuova Italia, Laterza, Marsilio, Mazzotta, Teti, Vangelista, Zanichelli, Coines, Savelli, Edizioni sindacali italiane, Edizioni della Lega per le autonomie ed i poteri locali. Ma già sono pervenute nuove domande di adesione e alla prima iniziativa pubblicitaria comune, coordinata dalla Lega, hanno partecipato complessivamente 30 editori. Il «documento ideologico» della Lega analizza, in poche cartelle, le cause della crisi nella quale si dibattono le aziende editoriali. Ricorda le «coraggiose iniziative» ed il contributo al rinnovamento culturale del Paese dopo la caduta del fascismo, le «aperture» alle esperienze letterarie e scientifiche straniere alle quali fece seguito «il processo di restaurazione politica» che finì «per,riflettersi in maniera sempre più pesante sul mercato librario e sull'organizzazione della cultura». Dopo aver individuato, nel cadc | !a metà degli Anni Sessanta, vctuna «prima rottura» con la formula produttiva del tascabile, il documento ricorda una «seconda rottura», questa volta ideologica, in seguito al movimento del '68, che corri- sponde «a una profonda inno- vazione anche nei contenuti», i r«Attualmente — afferma più tavanti — l'incredibile rialzo ì Ndel prezzo della carta, su cui cpesa certamente una forte rcomponente speculativa, e i r1 alto costo del credito, non mitigato da una politica selet 1 tiva, hanno portato la situazione al limite di sopravviven za». Le case editrici indipendenti rischiano la morte. Ai dan- ! ni della crisi economica generale si aggiungono quelli della concentrazione, e ancora quelli dell'inerzia «colpevole dei pubblici poteri in tema di riforma delle istituzioni educative in Italia». Il documento ideologico si sofferma infine su un fenomeno nuovo ed osserva: «Le lotte degli studenti e di gruppi di insegnanti portate avanti contro i modelli, sempre più inadeguati della struttura della nostra scuola, mettono in luce, nella sua componente editoriale, una politica estremamente conservatrice da sempre in atto con il meccanismo coatto di adozione dei libri di testo e con l'imposizione dall'alto di programmi rigidi ed obbligatori» In collaborazione con le Regioni, assieme ai sindacati, agli Enti locali, ed ai partiti democratici, la Lega si propone di modificare la realtà dell'attività editoriale e di riesaminare tutti gli strumenti a sua disposizione. C'è, al primo punto, una rivalutazione delle librerie e del libraio. «In Italia, le librerie qualificate — afferma l'indagine conosci- i Itiva sui sistemi di distribuzio1 ne — si aggirano attorno al migliaio» ed è su queste che la Lega vuole operare, con una serie di strumenti che non isoli il libraio ma lo renda partecipe di un'attività a più vasto respiro. La Lega si propone, per le lddtstde a - a e I ìibrerie^un'dÓDDi'o' obiettivo" e norene- un doppio obiettivo. i o ì - i " o o «Da una parte individuare il libraio più avanzato che possa fare della sua libreria uni centro di incontro dei gruppi di militanza; dall'altra, fare in modo che questi gruppi convergano verso la libreria da noi "raccomandata"». E j conclude con un'avvertenza: «Un libraio che vendesse soltanto la nostra produzione sa rebbe un libraio di tendenza e ! non costituirebbe un solido pilastro di vendita e soprattutto non eserciterebbe una pressione nei confronti delle librerie più arretrate e più chiuse. Mentre ciò che a noi interessa è che si crei tra le librerie proprio un fatto concorrenziale». La libreria «democratica» deve — secondo la Lega — essere strutturata in modo da soddisfare anche le richieste del pubblico che si orienta in prevalenza verso le case editrici che hanno il loro naturale posto d'onore nelle librerie ì «bottegaie». Ed aggiunge: a i «Questa forma di vendita cona Ijicorrenziale costringerà le li-brerie che non ci prediligono o che addirittura non ci ac- cettano a tenersi aggiornate e ad aprire verso la nostra produzione. Come ben si vede — conclude —, la nostra iniziati-va si muove in base ad un cai colo della dinamica di merca to». Francesco Santini