Una "conferenza,, della moda
Una "conferenza,, della moda CONVEGNO ALLA FONDAZIONE AGNELLI Una "conferenza,, della moda S'è cominciato col mettere in discussione il titolo stesso della prima conferenza della moda, che si svolgerà probabilmente in marzo a Firenze. E' giusto chiamarla così, quando il vocabolo « moda » è ancora « inquinato » da tramontate idee di frivolezza o, nel caso migliore, lo si identifica con costume, dimenticando volentieri il complesso mondo economico del « sistema moda »? E si è continuato a discutere sulla difficoltà di uno studio di questo sistema, anomalo rispetto ad altri del mercato, poiché in esso, ad esempio, l'offerta del produttore sembra o deve coincidere con la domanda di un consumatore attratto da una pluralità di vertici in orizzontale. Ma era appunto il discutere insieme l'obbiettivo della giornata di studio svoltasi nei giorni scorsi alla Fondazione Agnelli, al fine di vagliare le prime risultanze teoriche emerse dall'elaborazione del progetto per una conferenza che si vorrebbe ricorrente: occasione di confronti e verifiche dell'evoluzione dell'intero sistema della moda, considerato nelle dinamiche e strategie interne e nelle interazioni con gli altri settori dell'economia italiana; punto di riferimento nelle valutazioni dei problemi singoli e unitari più che soluzioni prefabbricate. Il progetto di ricerca, promosso dall'Ente Italiano della Moda e curato dalla Fondazione Agnelli, si articola in diverse sezioni. Una, economica, affidata al prof. Mario Deaglio, la seconda, sulle possibili prospettive di sviluppo delle imprese impegnate nel settore, a cura del prof. Roberto Artioli; per i rapporti politico-socio-culturali con il prodotto moda, relatore è il prof. Franco Alberoni, mentre il prof. Forte sottoporrà alla discussione una serie di problemi riguardanti le dimensioni ottimali delle aziende e le previsioni di sviluppo tecnologico, anche nei riguardi dell'esportazione e della competitività internazionale. Dai lavori per la composizione del progetto di ricerca, ai fini della conferenza della moda, sono emersi tali risultati, talora contrastanti con quanto anche il semplire osservatore di moda è in condizione di testimoniare, che l'Emi ha voluto far precedere il convegno fiorentino da una giornata di studio, da un incontro con i relatori raccolti intorno a un tavolo insieme con una trentina fra i più importanti operatori economici della moda-abbigliamento. La discussione è stata vivacissima. Una parte della ricerca sulle imprese è stata svolta con il metodo delle interviste e dei questionari alle leaders del sistema. E' giusto aver preso in considerazione solo le imprese leader? Nel comparto calzature sono nove su settemila e naturalmente i risultati non possono offrire tesi probanti per la categoria. Il prof. Deaglio ha detto che « il mercato tende a una espansione delle esportazioni ». Ma il problema della nostra esportazione riguarda più la qualità che la quantità, più il valore aggiunto che la manodopera, se si vuole che l'Italia continui a essere produttrice di moda e non lavorante a domicilio per i paesi esteri. Anche la funzione dello psicologo, dell'indagine socio-economica nel progetto moda è stata oggetto di molti interventi: l'impresa deve mediare la sua logica di mercato con la componente sociale delle scelte da parte del consumatore o imporla, scegliersi il segmento di mercato o crearlo? Più che di un laboratorio diagnostico, quale presentato dal professor Tebaldi, si sentirebbe la necessità, in questo periodo di crisi, di un « laboratorio previsionale », a temperare i possibili errori. Ma si tratti dello psicologo o dell'economista il loro compito è suggerire i temi macro e microscopici del settore non per isolarli ma per interpretarli e la giornata di studio circa il progetto moda, nella sua delicata fase di elaborazione, ha visto cooperare tutti gli intervenuti del settore perché le « ricette » degli studiosi divengano veramente il fedele specchio di tutta quella complessa realtà operativa che è il sistema moda e la condizione del suo razionale sviluppo. Lucia Sollazzo
Persone citate: Deaglio, Franco Alberoni, Lucia Sollazzo, Mario Deaglio, Roberto Artioli, Tebaldi
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