Una cura di efficienza per cultura e ambiente di Bruno Ghibaudi

Una cura di efficienza per cultura e ambiente INTERVISTA CON GIOVANNI SPADOLINI Una cura di efficienza per cultura e ambiente E' necessario difendere le belle arti, "beni non riproducibili" - Il ruolo delle Regioni Roma, dicembre. Nell'ultima seduta il Consiglio dei ministri con decreto legge ha istituito il ministero con portafoglio per i Beni culturali e per l'ambiente. Titolare è il senatore Giovarmi Spadolini. Occuparsi di questo ministero significa partire praticamente da zero: nessuna struttura è ancora operante. Manca di tutto, a cominciare dalla sede. Per ora gli sono stati riservati alcuni locali al Viminale, il palazzo del ministero dell'Interno; altri sono a disposizione in via del Tritone. Spadolini si è insediato da poco al Viminale e qui mi riceve per un colloquio. « Vorrei guidare questo ministero, è il suo preambolo., con lo stesso spirito con cui ho diretto il Resto del Carlino e poi il Corriere della Sera, scegliendomi i collaboratori in base all'efficienza e lasciando da parte ogni clientelismo. I problemi da affrontare sono molti e urgenti. Nel suo discorso di investitura alle due Camere il presidente del Consiglio Moro ha precisato che il compito a me affidato era quello di un'immediata normalizzazione legislativa, tanto urgente quanto l'eccezionalità dell'esigenza richiede». La parola urgenza è la più indicata. La contestazione non ha messo in fermento soltanto l'università e la scuola. Un senso profondo d'insoddisfazione e d'insofferenza si è esteso all'amministrazione delle Belle Arti e dell'Antichità e a tutta la fascia di studiosi gravitanti in quell'orbita. Nell'estate scorsa la vicenda dei musei, obbligati a restar chiusi, ha denunciato situazioni vecchie e schemi di gestione che talvolta risalivano non solo all'epoca fascista ma addirittura a quella di Giolitti. Quali poteri passeranno immediatamente al nuovo ministero? Risponde Spadolini: « Grazie all'operante e fervida collaborazione del ministro della Pubblica Istruzione Malfatti, che si è prodigato per superare le non poche difficoltà in una visione non particolaristica e non meschina dell'avvenire del suo ministero, le prime e più importanti competenze che passeranno al neonato organismo corrispondono alle due direzioni generali delle Antichità e Belle Arti e delle accademie e biblioteche. I relativi consigli superiori, composti da esperti di grande prestigio, diventeranno ipso facto organi consultivi del nuovo ministero ». « Le disponibilità finanziarie, prosegue, saranno rappresentate da quei capitoli di bilancio che il ministro della Pubblica Istruzione aveva già sensibilmente elevato, soprattutto per le Belle Arti. E' però necessario che il bilancio autonomo del nuovo ministero acquisti una maggior rilevanza nel quadro degli impegni finanziari del Paese. Soprattutto perché, come mi ha scritto il direttore generale della Banca d'Italia, Paolo Baffi, si tratta dei soli "beni economici non riproducibili" e quindi infinitamente più preziosi di tutti gli altri ». In quiinto all'avvenire, dice Spadolini. « secondo una precisa indicazione del presidente Moro, e secondo una esperienza comune ai Paesi europei, il ministero dei Beni culturali dovrà assorbire, con legge ordinaria già preannunciata nello schema del decreto legge, anche le competenze in materia di archivi di Stato — un'altra fascia fondamentale della cultura nazionale — oggi rimessa, per ragioni di sicurezza, all'amministrazione dell'Interno — e tutte le attribuzioni (già anticipate nel decreto stesso con il trasferimento della discoteca di Stato) inerenti ai settori dello spettacolo che abbiano rilevanza culturale ». « In un primo tempo, spiega il ministro, si era pensato di partire dallo spettacolo, direzione generale annessa al turismo (che ha già un portafoglio) per operare il riordinamento dei beni culturali con gestione autonoma e organica. Poi si è preferito — e mi è parsa la soluzione più corretta e più logica — muovere dall'impegno politico, comune alla coalizione di centro-sinistra e certo non sgradito alle opposizioni, di costituire il nuovo ministero dei Beni culturali veri e propri, raggruppati e coordinati, per attirare poi su di esso tutti quei nuclei dello spetta- colo che abbiano incidenza culturale o che non passino prima alla competenza regionale ». A Spadolini sta molto a cuore il rapporto con le Regioni e le loro competenze specifiche: « Nello schema di decreto istitutivo sono esplicitamente e ripetutamente ribadite le competenze primarie delle Regioni in materia di tutela dei beni culturali e ambientali. E' noto che già i musei locali dipendono dalle Regioni, come pure le biblioteche locali e non nazionali. E' noto il fervore di iniziative in questo settore, sono noti i progetti di riforma e di risanamento. Il nuovo ministero si propone perciò di instaurare un colloquio ampio e organico con le Regioni, senza nessuno schematismo, senza nessuna astrazione centralistica: l'apporto delle Regioni e degli enti locali è prezioso e insostituibile ». Altro preciso impegno del nuovo dicastero sarà la tutela dell'ambiente e Spadolini intende dedicarvisi con molto impegno. « Il nuovo ministero ha il compito istituzionale di promuovere tutte le iniziative necessarie per la protezione dell'ambiente. L'ambiente non è però il "paesaggio" di cui parlava la Costituzione, ma un bene pubblico, e come tale suscettibile di precisa tutela giuridica. Allo stato attuale della legislazione non è materia che possa essere avocata d'un colpo ad un solo ministero ». «Le competenze sono molte e ramificate, spiega Spadolini, e col decreto si è già tentato di contemperarle e di coordinarle. L'essenziale è che ci sia la volontà politica di raggiungere l'obbiettivo, e soprattutto una coscienza culturale. Non è più possìbile distinguere fra campagna e città e separare i valori estetici da quelli sociali. Ma il discorso ci porterebbe lontano: limitiamoci per ora a salutare un evento che segna una svolta nell'ordinamento giuridico del Paese e nel suo modo di confrontarsi con i problemi, troppo a lungo negletti, della cultura e dell'ambiente ». Bruno Ghibaudi Giovanni Spadolini

Persone citate: Giolitti, Giovanni Spadolini, Paolo Baffi, Spadolini

Luoghi citati: Roma