Tremelloni smentisce Henke

Tremelloni smentisce Henke Tremelloni smentisce Henke Milano, 19 dicembre. L'inchiesta stralcio condotta dalla magistratura milanese sulla strage di piazza Fontana continua a procedere in attesa che la notifica della sentenza, con cui la corte di Cassazione ha tramesso per competenza gli atti del procedimento alla sede di Catanzaro, giunga a Milano bloccando ogni attività giudiziaria. Oggi, l'ammiraglio Eugenio Henke, attuale capo di stato maggiore della Difesa, più volte citato nella requisitoria nella sua qualità di ex capo del Sid per i suoi contatti con alcuni giornalisti di estrema destra indiziati di pesanti reati, sarebbe stato smentito dall'ex ministro della Difesa, Roberto Tremelloni. Il parlamentare è stato ascoltato in qualità di teste dal giudice istruttore D'Ambrosio su alcuni particolari emersi nel corso del supplemento di inchiesta, in particolare per quanto riguarda la posizione di Giannettini e Rauti e dei loro contatti con le alte sfere del Sid e dello stato maggiore. L'ammiraglio Eugenio Henke, che avrebbe dovuto essere ascoltato dal giudice all'inizio della settimana (ma non si è presentato), in una dichiarazione aveva affermato di aver contattato Rauti nel luglio del 1966 « per incarico del ministro pro-tempore della Difesa allo scopo di invitarlo a bloccare l'ulteriore divulgazione del noto libretto "Le mani rosse sulle forze armate" », di cui si sapeva essere Rauti uno degli autori con lo pseudonimo di Flavio Messalla. Questa versione dei fatti è stata invece smentita dall'ex ministro Tremelloni, il quale, interrogato a questo proposito dal giudice D'Ambrosio, ha affermato di avere sempre ignorato l'esistenza del libretto fino a che questo non venne ritirato dalla circolazione, libretto — ha aggiunto Tremelloni — che conteneva tra l'altro anche pesanti attacchi alla sua persona. (Ag. Italia)

Luoghi citati: Catanzaro, Italia, Milano