Perché le indagini cambiano di mano? di Giovanni Trovati

Perché le indagini cambiano di mano? La giustizia ancora più lenta Perché le indagini cambiano di mano? (Dal nostra corrispondènte) Roma, 19 dicembre. Cera la probabilità clic il giti¬ dice di Milano interrogasse l'ammiraglio Eugenio Henke, al. tuale Capo di Stato Maggiore della Difesa, sui suoi rapporti con la spia del Sid Guido Giannettini e con il deputato missino Pino Rauti, l'uno e l'altro sotto inchiesta per complicità nella strage di piazza Fontana, quando la Cassazione ha deciso di af¬ fidare l'istruttoria al giudice diCatanzaro. Già basterebbe questo per far dubitare dell'oppor tunità del provvedimento della Corlc suprema, preso, strana coincidenza, il 12 dicembre, quinto anniversario di quel tragico episodio che segnò l'avvio di una luttuosa strategia della provocazione, di matrice fascista. Quando sarà resa nota la motivazione, i tecnici del diritto spiegheranno se è stata bene interpretala la norma prevista dal codice di procedura penale sulla competenza e sul conflitto di competenza. Giudice e politica Ma se anche l'interpretazione fosse accettabile, sarebbe il caso di affermare che «summa justitia summa iniuria». perché c'è il rischio, anzi la certezza, che venga rinviato il processo, fissato a Catanzaro per il 17 gennaio, contro Valpreda e contro Freda e Ventura, con la conseguenza che Valpreda continuerà a portarsi dietro l'accusa di strage, anche se, per speciale legge, si trova in libertà, mentre Freda e Ventura, anche se riconosciuti colpevoli, usciranno di carcere perché tra 17 mesi scadranno i termini di carcerazione preventiva ed è impensabile che entro questo tempo sia pronunciata l'ultima sentenza. Non basta. Di sicuro, l'ammiraglio Henke non ha nulla a che fare con piazza Fontana, però è caricato di un sospetto che chissà quando sarà annullato. Di sicuro i giudici della Cassazione hanno agito in piena libertà, ma lo loro è una decisione che appare almeno incauta, lascia spazio al dubbio che siano stati sol- ' toposti a pressanti suggerimenti, j L'istanza sul conflitto di com i petenza risale all'agosto: perché fama fretta nel decidere a favore di Catanzaro, quando i giudici milanesi erano al termine della loro fatica e il p.m. Alessandrini già ha depositato la requisitoria? Ora il giudice di Catanzaro deve ricominciare da capo. , rivedendo mucchi di documenti. reinterrogando centinaia di lesti, j con l'aggravio che la sua sede si trova in posizione lontana e di- j sagevole rispetto ai luoghi dove j i fatti da giudicare si consuma-1 rono. La Cassazione quanto meno j ha dimostralo scarsa sensibilità politica. Già sentiamo l'obiezio- ne che il giudice non deve far politica. E' un discorso lungo, nel quale non intendiamo, almeno per ora. entrare. Nessuno chiede al giudice di far politica, ma nessuno Io autorizza ad abbandonare il senso comune e ad interpretare una legge come norma astratta senza calarla nella realtà. Così, sempre in ossequio all'interpretazione sulle norme della competenza, si stanno sottraendo ai giudici propri del territorio le istruttorie, quasi concluse, per le trame nere, che ve- dono un centro a Torino, e un ! centro a Padova. Si affidi pure tutto quanto ad un solo giudice { (quello di Roma) perché le tra- me sono di unica matrice, però | quel giudice finirà per essere se-1 polto da un eccessivo lavoro, e la ricerca della verità subirà altri ostacoli. 11 risultato e che si favoriscono coloro che vogliono far perdere tempo, il che ha il grande merito di mettere tutto nella dimenticanza e di assopire. Per i perdere tempo si battono i missini: ieri avrebbe dovuto essere concessa dalla Camera l'autoriz-1 zazione a procedere contro i de. putati Servello e Petronio, coinvolti negli scontri con la polizia di Milano il 12 aprile 1973 che si conclusero con l'uccisione dell'agente Antonio Marino. Eb- bene, applicando l'ostruzionismo sono riusciti a far rinviare ad oggi il dibattito sulla legge carceraria, a spostare a ieri, per tutto il giorno, il dibattito sull'esercizio provvisorio, sì che la discussione sugli onorevoli Petronio e Scrvcllo comincerà domani, venerdì (se comincerà); poi sarà ripresa dopo la doverosa parentesi di Natale, Capodanno, Epifania. Bella amnistia? Viene il sospetto che l'esigen za di perdere tempo non sia estranea neppure alla sostituzio no del presidente della commis sionc inquirente contro i mini stri. Che cosa accadrà dell'in- chiesta sui petrolieri, sull'irre golarità negli appalti Anas, sui fondi neri della Montedison, sulle facili promozioni dei superburocrati? Era il caso di canibiare Cananei, che aveva tutto j in mano, con quel deputato, l'o-1 norevole Castelli, il quale l'Ili aprile propose che uno dei Ire | prelori genovesi, che avevano indagato sui rapporti tra petrolieri e parliti, fosse sottoposto ad inchiesta disciplinare per aver dimostralo «leggerezza, difetto di equilibrio, mancanza del senso del limite, inidoneità alla sua funzione», e poi si fece interprete dell'opportunità di sottrarre subito alla magistrati! ra ordinaria l'inchiesta sui fondi neri della Montedison? Intanto ritorna la tentazione di una bella amnistia che passi una decisiva spugna su scandali o pretesi scandali. L'occasione | | ne. Sarebbe un bel modo di celebrare quel felice, ma breve, momento della nostra storia in cui una parte del popolo ritenne che, dopo l'esperienza del fasci-! smo. cominciassero tempi e modi nuovi. Regni e repubbliche muoiono anche senza golpe, o j vengono sepolti da un golpe so- c'è: i trent'anni dalla Libcrazio- i vente quando già sono morti. Il fascismo di Mussolini già era finito prima del 25 luglio 1943. perché aveva perso ogni credibilità. Giovanni Trovati

Luoghi citati: Catanzaro, Milano, Padova, Roma, Torino