Sono traditi perché spendevano molto i rapitori dello studente barese Cioce

Sono traditi perché spendevano molto i rapitori dello studente barese Cioce Già in carcere sei persone implicate nel sequestro Sono traditi perché spendevano molto i rapitori dello studente barese Cioce Hanno acquistato vetture e terreni pagando con le banconote "segnate" - In casa di uno dei banditi gli agenti hanno trovato 157 milioni; "Quesci sono i miei risparmi" si è giustificato (Dal nostro corrispondente) Bari, 12 dicembre. Polizia, carabinieri e magistratura di Bari continuano le indagini per far completa luce sul rapimento di Gianfranco Cioce, il quattordicenne fi¬ glio dell'impresario edile, Nicola Cioce. Come si ricorderà, il ragazzo venne rapito il 13 novembre in pieno centro cittadino e rilasciato sette giorni dopo alla periferia di Valenzano, a 15 km da Bari, dopo che la famiglia aveva pagato un riscatto di 400 milioni. Ieri alle 17,30, il brigadiere comandante la stazione dei carabinieri di Toritto, Francesco Tondo, dopo appostamenti, fermava i coniugi Luigi Michele Grigolon, di Cuneo, 30 anni, muratore, e Angela Genchi, 24 anni, di Grumo Appula: l'uomo veniva sorpreso dal barbiere, la moglie in casa, in via Cadorna. La coppia si era trasferita lo scorso an- j no in Puglia, e, recentemente, aveva affittato un altro alloggio in via Nicolai 253, a Bari. Dopo il pagamento del riscatto marito e moglie sono tornati per qualche giorno a Cuneo, pare il 23 e 24 novembre, dove potrebbero aver lasciato una parte del riscatto. Ritornati a Bari, i due cominciarono a spendere molto: hanno acquistato un'Alfa Romeo «2000», mobili e versato 5 milioni di caparra per un terreno che volevano comperare a Toritto. Le spese eccessive hanno però dato nell'occhio e la polizia ha accertato che le banconote con le quali il Grigolon pagava gli acquisti, erano quelle del riscatto; 10 hanno accertato dai numeri di serie. Dopo la cattura della coppia il sostituto procuratore della Repubblica, dottor Bisceglia faceva perquisire il loro alloggio dove, nascosti dietro un mobile, sono stati rinvenuti 157 milioni e mezzo (in questura l'uomo 11 chiamerà: «i miei risparmi»). La moglie del Grigolon si decideva a parlare e indicava la casa dove il ragazzo era stato tenuto prigioniero: una villa alla periferia di Capurso, località in provincia di Bari. Una tramezza divideva la camera dove era stato rinchiuso Gianfranco: da una parte una branda, dall'altra stavano i suoi guardiani. I rapitori avevano già provveduto a ridipingere le stanze e modificare, con restauri, lo stile della villa, che era stata affittata pochi giorni prima del rapimento. Inoltre saltavano fuori anche i nomi dei complici, due conoscenze della questura: Giovanni Rex, 28 anni, pregiudicato, e Palma Castellana, 24 anni, che mesi fa era stata domestica in casa Cioce, amica del Rex. Durante la notte questi ultimi due sono stati fermati e con loro il padre del Rex, Arcangelo, bidello e la madre, Maria Panfilo. In casa di Arcangelo Rex sono stati trovati 28 milioni di banconote segnate. Pare inoltre che Giovanni Rex abbia un'altra abitazione, dove potrebbe essere nascosto il resto del bottino. Quando Giovanni Rex e Palma Castellana sono stati arrestati, erano a bordo di una Alfetta acquistata con i quattrini del riscatto. In casa dell'Arcangelo, oltre ai quattrini, sono state rinvenute tre pistole nascoste nella canna fumaria in cucina. Sul momento i quattro non hanno parlato, poi in questura Arcangelo Rex e la moglie hanno addossato tutte le colpe sul figlio Giovanni. Sono stati però arrestati per favoreggiamento. Gli interrogatori di tutti gli arrestati continuano, a. c. La moglie Angela