Musiche per organo e un omaggio a King

Musiche per organo e un omaggio a King Arturo Sacchetti e la Camerata Casella Musiche per organo e un omaggio a King Tra le forze nuove che ali-1 mentano la vita musicale torinese, l'organista Arturo Sacchetti si è posto nelle prime file. Diplomato al Conservatorio di Milano, è ora insegnante nel nostro. La vittoria nel concorso internazionale d'organo di Aosta nel 1970 lo lanciò in campo concertistico. Dotato d'un repertorio estesissimo, non disdegna di portare la musica organistica a conoscenza dei centri minori che siano dotati d'uno strumento idoneo. In qualche paese del Piemonte suonò l'opera omnia per organo di Bach in una serie di concerti. Attualmente ha in corso una specie di festival personale, che dura da ottobre a maggio, di nove concerti a Colle Don Bosco. Per il Centro Culturale Fiat ha spiccato dal suo sterminato repertorio certi aspetti recenti della composizione organistica in Francia, compendiati nei nomi di Jehan Alain e di Olivier Messiaen. Attra- verso una Suite, alcune Varia- zioni sul tema di Jannequin, e altri due pezzi, il primo, scomparso prematuramente durante l'ultima guerra, rivela una figura d'artista delicato e mite, e tuttavia castamente aperto a certe suggestioni di colore esotico, specialmente russo e spagnolo, che agivano nella musica francese tra le due guerre, sulla scia dei Balletti Russi di Diaghilev. Più forte e poliedrica personalità mostrava Olivier Messiaen nei nove pezzi de La Nativité du Sei&neur, quasi una serie di vetrate di chiesa ove si estrinseca in suoni la meditazione fervida e pittoresca sulla nascita e l'infanzia di Cristo. Nel 1935, quando la scrisse, Messiaen era ancora ben lontano dalla posizione attuale di padre spirituale e guida della avanguardia musicale francese, ma già si dava a divedere come un compositore interessante e dotato, quasi sfrontato nella sostanziosa concretezza delle idee musicali. Il concertista ha presentato queste pagine con molta sicurezza tecnica e con limpidezza di registrazioni, sì da renderne agevole l'ascolto. E' stato pertanto cordialmente e giustamente applaudito da un pubblico assai folto. m. m. * ★ (gal.) Con quel fulgido capolavoro d'arte religiosa che sono le Beatitudines di Goffredo Petrassi i solisti della Camerata Casella diretti da Gianluigi Gelmetti hanno aperto l'altra sera al Conservatorio l'ottavo concerto della stagione d'autunno. Solista nel pezzo di Petrassi, il baritono Teodoro Rovetta ne ha dato una lettura molto interiorizzata, ben sostenuta dal piccolo complesso di cinque strumenti (clarinetto, tromba, viola, contraboasso e timpani) che avvolgono costantemente la voce di un'atmosfera cupa, notturna, da cripta romanica. Beatitudines furono scritte nel '69 e concepite come un omaggio alla memoria di Luther King: per questo il musicista sembra relativamente trascurare l'idea di speranza offerta dal testo di S. Matteo per evidenziare al massimo il versetto « Beati i perseguitati... », autentico centro drammatico cui convergono le linee espressive di questa breve ma intensissima pagina. La vocalità è plastica ma non enfatica; talvolta il parlato introduce elementi d'eccezionale risalto espressivo mentre sullo sfondo gli stru- menti distendono fasce omogenee in cui la tromba con sordina si fonde con le tinte smorzate della viola del contrabbasso e del clarinetto; solo a tratti emerge sul rombo dei timpani in brevi sussulti drammatici. Molto appropriata è parsa l'esecuzione sotto la guida attenta del Gelmetti che accanto a Gabriella Ravazzi (soprano) ed Ellen Kappel (contralto) ha portato al successo gli altri brani della serata: Contre 2 di Mauro Bortolotti, Musica Notturna di Manzoni e El mar... la mar di Luciano Berio. Conferenza della Pro Cultura

Luoghi citati: Aosta, Francia, Milano, Piemonte