C.t. in "pellegrinaggio,,

C.t. in "pellegrinaggio,, Bernardini ad Amsterdam per parlare di calcio C.t. in "pellegrinaggio,, Ha preso contatto col collega della nazionale "arancione" Knobel per avere informazioni sui metodi di allenamento dei giocatori olandesi - I ricordi del commissario tecnico sulle partite da lui disputate nello stadio dove ha giocato la Juventus (Dal nostro inviato speciale) Amsterdam, 11 dicembre. Metà « ufficiale » e metà « segreto » il viaggio di Fulvio Bernardini in Olanda. Il commissario tecnico della nazionale, non è stato attirato da queste parti soltanto dalla partita della Juventus con l'Ajax, anzi ha preso lo spunto da questa occasione per una presa di contatto ad alto livello con il tanto « chiacchierato » (e per noi niente affatto gradito in questi ultimi tempi) calcio olandese. Infatti Bernardini, appena arrivato ad Amsterdam con un volo proveniente da Roma (che è giunto all'aeroporto di Schiphol verso mezzogiorno), accompagnato da un funzionario della Federcalcio, ha trovato un'auto ed una interprete per raggiungere subito Zeist, luogo di raduno della nazionale e sede del Centro tecnico olandese, una specie di Governano di qui. Il dott. Fulvio aveva appuntamento con Knobel, il suo « collega » che copre la massima carica tecnica nel calcio locale e che ha guidato sulla panchina di Rotterdam Cruyff e compagni nella recente vittoria per 3-1 sugli azzurri. Il dialogo fra Knobel e Bernardini (definito « segreto » dal nostro et.) si è protratto per un paio di ore. Per quanto se ne sa, Bernardini ha chiesto notizie sui sistemi di allenamento de! calciatori olandesi, ma ha trovato pure un Knobel piuttosto curioso di sapere qualcosa del nostro calcio e in particolare sul trattamento economico e normativo che la Federazione riserva al et, della nazionale (lui deve rinnovare il proprio contratto ed evidentemente ha bisogno di «aggiornamenti" sulla situazione internazionale, almeno in questo senso). Il viaggio di Bernardini va dunque inteso come una specie di «pellegrinaggio tecnico» in Olanda, un tentativo di risciacquare nelle acque dell'Amstel (il fiume che attraversa la capitale) i panni un po' consunti del football di casa nostra. La sensazione viene accentuata dal fatto che domattina Bernardini avrebbe voluto incontrare Kraay, il d.t. dell'Ajax che sul calcio italiano avrà magari idee non molto chiare (gli avevano fatto scambiare l'Ascoli per la Juventus), ma sul calcio olandese potrà dire cose sicuramente interessanti. Anche questo colloquio era « programmato » e perciò è chiaro che Bernardini non è venuto quassù esclusivamente per « osservare » la Juventus ed i suoi « azzurrabili ». Il « pellegrinaggio » è stato alquanto faticoso, almeno oggi, perché il et. ha dovuto sopportare abbondanti dosi di freddo, viaggiando sotto ad una intensa nevicata. Quando ha raggiunto il suo albergo nel centro di Amsterdam alle 17,30 — cioè un'ora e tre quarti prima dell'inizio della partita — Bernardini ci è apparso un po' affaticato e molto infreddolito. Poco dopo è salito di nuovo in auto per recarsi all'Olimpico, uno stadio che lui ricorda molto bene: « Ho giocato qui una partita importante della mia carriera — ha rievocato il dott. Fulvio — nelle Olimpiadi del 1928. Lo stadio venne inaugurato proprio in occasione dei Giochi, lo andai in campo nella prima partita del torneo di calcio, Italia-Francia. Vincemmo 4-3 ma giocando male, lo fui tra i peggiori della nostra squadra e quella prestazione mi costò il posto in formazione. Venni escluso per la gara successiva contro la Spagna. Finì 1-1 e dovette essere ripetuta in base al regolamento del torneo: il "bis" di quella gara mi vide di nuovo in campo, segnai pure un gol e vincemmo alla grande, 7-1 ». « Qualche anno più tardi, nel 1934 — ricorda ancora Bernardini — venni ancora qui ad Amsterdam con la Roma. Fu ancora una trasferta fortunata, ma io restai in panchina, assistendo ad una facile vittoria dei giallorossi che piegarono in amichevole la nazionale olandese per 5-1 ». Come dimostrano facilmente i risultati erano proprio altri tempi. Il dott. Fulvio ha seguito la partita dietro alla tribuna stampa, ben coperto da un giaccone in pelle, con adeguati accessori, sciarpa, guanti e cappello. Al I termine del primo tempo, circondato da un gruppo di spettatori italiani che gli chiedevano autografi e gli « suggeriva » varie soluzioni per la nostra Nazionale, Bernardini ha criticato la tattica iniziale della Juventus: « Nei primi venti minuti ho visto i bianconeri un po' fermi, e troppo arretrati », ha detto, « mentre l'Ajax andava meglio contrastato nella fascia centrale del campo. Poi per fortuna la Juve si è ripresa e nella seconda parte del primo tempo ha fatto vedere buone cose, mi è apparsa in buone condizioni atletiche. Per quanto riguarda l'Ajax posso dire che mi sembra senz'altro più sicuro di sé, più incisivo nel gioco rispetto alla gara di andata a Torino; evidentemente gli olandesi possono ora meglio sviluppare la loro manovra a tutto campo in quanto dispongono nuovamente di un attacco valido, che completa quindi a meraviglia il loro gioco ». All'inizio della ripresa, proprio quando la Juve rischia di subire il secondo gol, Bernardini si è avventurato in un pronostico, dimostrandosi poi fortunato: «Sento che la Juve riuscirà a pareggiare » ha detto infatti il commissario tecnico. E pochi minuti dopo il rigore trasformato da Damiani gli dava ragione in pieno. « Naturalmente sull'1 a 1 la partita è cambiata totalmente — ha detto alla fine Bernardini — e la Juventus ha recitato molto bene la sua parte. L'Ajax dopo il decimo minuto praticamente non è più esistito. Gli olandesi sono mancati nel tiro in porta, e soltanto all'ultimo minuto sono riusciti a segnare. Il gol non ha pregiudicato la qualificazione dei bianconeri, ma ha fatto in modo che il mio pronostico non si avverasse ». Antonio Tavarozzi