Firmati altri 2 ordini di cattura per neirinchiesta sull'assassinio del brigadiere di Francesco Santini

Firmati altri 2 ordini di cattura per neirinchiesta sull'assassinio del brigadiere Le indagini sul sanguinoso episodio in pieno sviluppo Firmati altri 2 ordini di cattura per neirinchiesta sull'assassinio del brigadiere Uno contro Claudio Bartolini, fermato l'altra sera dai gendarmi in Svizzera - L'altro contro Renzo Franchi, che era stato arrestato perché aveva un proiettile - Quest'ultimo era il "cervello" della banda? (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 11 dicembre. L'accusa di omicidio per l'assassinio del carabiniere di Argelato riguarda da stasera anche Claudio Bartolini, 18 anni e Renzo Franchi, 22 anni. Al termine di un intenso scambio di telefonate tra Bologna e Locamo, il sostituto procuratore Persico ha firmato, per entrambi, due nuovi ordini di cattura. Sino a ieri i giovani erano accusati di favoreggiamento, adesso sono due presunti assassini. E c'è di più, per i ruoli ricoperti nella banda degli studenti: «Per Renzo Franchi — ha detto il maggiore Ricciardi dei carabinieri — c'è una partecipazione ideativa; per Claudio Bartolini, una presenza esecutiva». Renzo Franchi, il geometra di San Giorgio di Piano è quindi, a giudizio degli inquirenti, il «cervello» della banda; a Claudio Bartolini invece, arrestato nei boschi di Luino, oltre il confine, compete il ruolo di «gregario». Resta invece, sempre secondo la procura, a Bruno Valli, suicida nel carcere di Modena, la qualifica di «consulente» della banda. E di lui un inquirente ha detto: «E' giunto da Milano con due borse, la sera del 4 dicembre, alla vigilia del delitto». Era questa la risposta alla domanda di un cronista che chiedeva una conferma su chi, nella gang degli studenti, avesse procurato le armi: uno Sten, una Bernar- delli 7,65 ed una Beretta dello stesso calibro. Per Stefano Cavina, 20 anni, studente, Franco Franciosi, 21 anni, secondo anno di medicina, Ernesto Rinaldi, 18 anni, geometra, Claudio Bartolini, 18 anni, studente e Domenico D'Orazio, 21 anni, universitario a Milano, le autorità italiane ìianno già avviato le pratiche per l'estradizione. A Bologna affermano che non ci dovrebbero essere difficoltà e che entro pochi giorni saranno a disposizione del magistrato. Nessuno dei cinque, con le autorità elevetiche, si è appellato a motivi politici. L'estradizione, quindi dovrebbe essere concessa al più presto. Stamane, poco dopo le 12, la questura di Bologna, che ha spedito a Locamo un suo funzionario, ha annunciato: «Claudio Bartolini, il più giovane del gruppo, ha confessato la propria presenza ad Argelato il 5 dicembre». Anche lui, come gli altri, ha negato di aver sparato. Ciò non ha evitato il mandato di cattura per omicidio, firmato, stasera, dal sostituto procuratore, che ha dedicato gran parte della giornata di oggi all'interrogatorio di Franco Passera, 36 anni, «spallone» a Luino. Questi è arrivato ieri sera nel carcere di S. Giovanni in Monte scortato da due Giulie dei carabinieri. E' accusato di favoreggiamento. Al giudice ha raccontato di essere stato avvicinato, al di la del confi¬ ne, da un contrabbandiere elvetico e di aver ricevuto da questi la commissione di far passare la frontiera «a tre italiani nei guai, per una cosa politica di poco conto». Ha aggiunto che all'appuntamento si erano poi presentati in cinque. «Ignoravo — ha detto — che fossero colpiti da un mandato di cattura per omicidio». Ha spiegato che l'amico svizzero avrebbe insistito sull'aspetto politico proprio per tranquillizzarlo: «Voleva dire — ha dichiarato Passera — che non erano delinquenti comuni e che quindi ci si poteva fidare». Anche se l'organigramma della banda si amplia ogni giorno (è latitante adesso soltanto Marzia Lelli, 19 anni) e gli studenti hanno mostrato di avere legami nel Varesotto, ed in Svizzera, il sostituto Persico insiste, nell'escludere il fine dell'autofinanziamento di un gruppo extraparlamentare dal tentativo di rapinare lo zuccherificio S.I.I.Z., di Argelato. A Bologna era circolata ieri con insistenza, la voce che il gruppo di Argelato volesse installare una ricetrasmittente sull'esempio forse dei «gap» dell'emittente clandestina del «22 marzo» di Rossi e Vandelli che si inseriva, a Genova, nelle trasmissioni televisive. Cade il risvolto politico, almeno a parere degli inquirenti, ed avanza la tesi della delinquenza ordinaria, dei rapinatori non alla prima impresa. Ci sono dei precedenti, ma il dottor Persico appare perplesso. Sono due rapine ed uno scippo, compiuti a Bologna nell'ultimo anno. La prima al direttore di un supermercato: tre milioni; la seconda alla cassa cambiali della Banca Cooperativa: 20 milioni; il terzo, lo scippo, ai danni di un impiegato di una ditta privata: 12 milioni. A strappare la borsa in pelle all'impiegato erano stati due giovani, a bordo di una Kawasaki. Prima di mollare la presa l'uomo aveva fatto in tempo a leggere la targa della moto. Francesco Santini