"Luisa Miller,, piace anche senza le scene
"Luisa Miller,, piace anche senza le scene "Luisa Miller,, piace anche senza le scene L'esecuzione diretta da Peter Maag alla Rai Grande serata all'Auditorium della Rai per gli appassionati del teatro lirico con la verdiana Luisa Miller: in forma di concerto, senza scene e costumi, ma ad un livello esecutivo che ha ripagato ogni limitazione visiva. E' bene riconoscere il valore della serata a partire da Peter Maag che l'ha diretta riuscendo, con il contributo dell'ottima orchestra, a due risultati apparentemente contrastanti: la trasparenza cameristica della veste orchestrale (rivelante una magistrale finezza in questo Verdi del 1849) e l'incisività drammatica, la presenza dell'orchestra attorno alle parole risolutive, il concedere lo spazio e il respiro necessari ai risvolti dell'azione e alle situazioni più pregnanti. Nel cast dei cantanti brillava il tenore Luciano Pavarotti, quest'uomo gigantesco con una voce da arcangelo e oggi secondo a nessuno per chiarezza ed efficacia di pronuncia; Gilda Cruz Ramo, nome ancora poco conosciuto, è stata una magnifica Luisa, con eleganze musicali nello stile della Caballé, e bravissimi sono ancora parsi Raffaele Arie (Walter), Matteo Managuerra (Miller) e soprattutto Ferruccio Mazzoli (Wurm), affiancati in parti minori da Cristina Angelakova, Anna Di Stasio e Walter Artioli. Il coro istruito da Fulvio Angius ha dato un contributo essenziale alla riuscita dell'esecuzione. Il pubblico, che ha gremito l'Auditorium in tutti i settori, è stato pregato di non applaudire a scena aperta per non intralciare la registrazione: con sforzo, ma c'è riuscito, anche se dopo la celebre aria « Quando le sere al placido » cantata da Pavarotti qualche applauso è sembrato trapelare, come alcune gocce da un vaso troppo pieno. Tutti però si sono rifatti alla fine di ogni atto e al termine della serata con entusiastiche acclamazioni. g- P-
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