Superburocrati: inchiesta per altri cinque ministeri

Superburocrati: inchiesta per altri cinque ministeri Andreotti non è sotto accusa Superburocrati: inchiesta per altri cinque ministeri Sono Interno, Marina mercantile, Trasporti, Agricoltura, Tesoro Indagini anche all'Azienda ferroviaria - Si studia come bloccare le pensioni illegittime e reintegrare lo Stato delle perdite subite Roma, 10 dicembre. Altri cinque ministeri (e altrettanti ministri) sono sotto inchiesta per le superliquidazioni e le superpensioni agli alti funzionari andati a riposo nel giugno 1973, beneficiando dei vantaggi di una legge molto discussa e di premozioni neppure previste. L'interesse dei giudici del tribunale di Roma è puntato sui ministeri dell'Interno, della Marina mercantile, dei Trasporti, dell'Agricoltura, del Tesoro, oltreché sull'azienda ferroviaria. Si sta anche studiando il modo di bloccare le pensioni nella parte illegittima (così da limitare il danno) e di reintegrare lo Stato di quanto ha perso. Ci sono stati casi di sperpero del denaro pubblico anche all'Interno e negli altri quattro ministeri? E' quello che il sostituto procuratore della Repubblica Franco Marrone e il procuratore capo Elio Siotto stanno tentando di accertare. Se ci sarà anche soltanto l'ombra del dubbio sull'operato di qualche ministro, gli atti verranno a mano a mano inviati alla speciale commissione per i procedimenti di accusa contro componenti del governo. I ministeri nei cui documenti la magistratura romana ha già accertato irregolarità sono otto (e non sette come si credeva). Il governo è quello nel quale la democrazia cristiana fu affiancata da liberali e socialdemocratici. Guidato da Giulio Andreotti, restò in carica dal 26 giugno '72 al 7 luglio '73. La magistratura ha escluso responsabilità penali dell'intera compagine governativa perché sembra che Andreotti, proprio per evitare abusi durante l'applicazione della legge sui superburocrati, avesse firmato alcune circolari molto precise. Questo particolare, se da una parte salva il presidente del Consiglio e il Consiglio dei ministri nel suo insieme, accresce però la responsabilità dei singoli ministri. Dal Parlamento è arrivata la conferma che gli atti sono già (e da tempo) in mano ai componenti della Commissione per i procedimenti di accusa. Riguardano i democristiani Remo Gaspari (Sanità), Oscar Luigi Scalfaro (Pubblica Istruzione), Dionigi Coppo (Lavoro), Antonino Gullotti (Lavori Pubblici); i socialdemocratici Mauro Ferri (Industria) e Matteo Matteotti (Commercio con l'Estero); il liberale Vittorio Badini Confalonieri (Turismo e Spettacolo). E' stata esclusa qualsiasi responsabilità di Guido Gonella, che nel governo Andreotti era ministro di Grazia e Giustizia. Pare che Gonella non abbia partecipato alle riunioni del consiglio di amministrazione del ministero. Fu sostituito dal sottosegretario Erminio Pennacchini (democristiano) che ha ricevuto un avviso di reato per falso in atto pubblico e concorso in truffa ai danni dello Stato, esattamente come gli ex ministri (solo Gullotti fa parte dell'attuale governo) e come il democristiano Salvatore Lima, che nel giugno '73 era sottosegretario alle Finanze (ora lo è al Bilancio e alla Programmazione economica) e che è sotto accusa, sempre con indizio di reato, come presidente del consiglio di amministrazione dell'Azienda monopolio tabacchi. La magistratura non ha intenzione di mandare tutti gli atti al Parlamento. Preferisce mettere al corrente la commissione degli elementi di accusa emersi contro i ministri, ma tenere in mano la inchiesta per accertare eventuali responsabilità di altri. Per Lima e Pennacchini, ad esempio, ha già deciso una richiesta di autorizzazione a procedere. Invece il processo andrà avanti senza bisogno di alcuna autorizzazione nei confronti dei «civili». Si conosce il nome di due: Luigi Acquaroli. segretario del consiglio di amministrazione del ministero della Giustizia; Mario Bovis, stessa carica presso l'Azienda monopolio tabacchi. Fu Bovis (con Lima) ad approvare in 35 minuti le pratiche con la richiesta di promozione presentate da ben 150 funzionari decisi ad andare in pensione con una superliquidazione, grazie a una promozione-extra. La Commissione parlamentare d'inchiesta è già al corrente della situazione. Sono stati nominati due relatori e al più presto dovrebbe cominciare l'istruttoria, che potrà finire con un nulla di fatto, ma anche con un processo davanti al Parlamento (l'ultimo precedente è quello di Giuseppe Trabucchi, ex ministro delle Finanze, coinvolto Andrea Barberi (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Luoghi citati: Lima, Roma