L'autista dei falliti rapitori è un note mafioso confinato

L'autista dei falliti rapitori è un note mafioso confinato Il tentato sequestro del principe napoletano D'Angerio L'autista dei falliti rapitori è un note mafioso confinato (Dal nostro corrispondente) Milano, 9 dicembre. (s. m.) Le indagini per il fallito rapimento del principe napoletano Luigi D'Angerio di Sant'Agata potrebbero portare a clamorosi sviluppi dopo il ritrovamento della patente del noto mafioso palermitano Pietro Vernengo, 32 anni sul posto dove l'Alfa usata dai malviventi è finita contro lo spartitraffico. Gli inquirenti non vogliono dir nulla sullo sviluppo dell'inchiesta, ma hanno potuto stabilire che questo tentativo di sequestro era slato organizzato dalla mafia, da coloro cioè che da tempo sono stati assegnati al « soggiorno obbligato » in alta Italia. Pietro Vernengo, irreperibile, è legato al clan di Gerlando Alberti, uno dei boss mafiosi, amico di Luciano Liggio. Nel 1972 venne incriminato perché era nella lista dei « 114 » mafiosi accusati a Palermo, fra l'altro, della strage di viale Lazio. Al processo, celebrato il 29 luglio scorso, il rappresentante della pubblica accusa aveva chie¬ sto la condanna del Vernengo a 7 anni di reclusione, ma la corte lo aveva assolto per in sufficienza di prove. Per i suol trascorsi — più volte denun ciato per associazione a de linquere, furto, contrabbando ed altri reati — venne invia to al confino all'Aquila dove però non si è mai presentato Gli inquirenti ritengono che all'impresa della notte tra venerdì e sabato scorso il Vernengo abbia partecipato come autista della banda che forse era formata da altri mafiosi: la sua patente d) guida, ritrovata sul posto do ve l'Alfa è rimasta bloccata per l'incidente, è autentica. L'inchiesta sul fallito sequestro del principe D'Angerio, ha permesso di accertare che il nobile napoletano non sarebbe mai stato in grado di pagare il riscatto e si ritiene che i rapitori abbiano sbagliato persona. A suo nome figurano intestati solo alcuni appartamenti: il principe vive di questa rendita e col contributo della moglie, insegnante di ginnastica in un istituto milanese.

Persone citate: Luciano Liggio, Luigi D'angerio, Pietro Vernengo

Luoghi citati: Aquila, Italia, Milano, Palermo, Sant'agata