«Z», e la protesta contro i colonnelli

«Z», e la protesta contro i colonnelli CRONACA TELEVISIVA. «Z», e la protesta contro i colonnelli Il film di Costa-Gavras arriva sul video con anni di ritardo (ma nel giorno giusto) Malignamente qualcuno può dire che la Rai, accertatasi ben bene che il regime parafascista dei colonnelli in Grecia era caduto in modo definitivo e che non c'erano possibilità di ritorni di alcun genere, s'è finalmente decisa a trasmettere il film Z - l'orgia del potere di Costa-Gravas che da tempo teneva nel cassetto e che prudentemente non tirava fuori per timore di complicazioni internazionali. Ma queste sono malignità. Comunque siano andate le cose, la Tv è stata fortunata perché la riproposta della famosa pellicola ha coinciso con u i momento felice per la Grecia: la libera scelta, a maggioranza schiacciante, della repubblica attraverso un regolare referendum, e il rifiuto di una monarchia colpevole, imbelle e inefficiente, che aveva collaborato perché il golpe dell'aprile del '67 instaurasse nel Paese la dittatura militar-fascista. Per cui è ovvio che tutti abbiano guardato ieri il film di Costa-Gavras (non aspettiamo le statistiche per dire che l'indice di ascolto dev'essere rtato altissimo) e l'abbiano guardato con un occhio particolare, e abbiano alla fine tirato un gran respiro di sollievo, cosa che allora, nel '68, quando la pellicola girava per le sale normali, non si poteva fare, essendo i colonnelli spietatamente trionfanti e dominanti in Grecia. Siamo sempre al solito discorso che un film ci perde, e molto, passando dal grande schermo del cinema a quello, in ogni caso, piccolo e insufficiente della Tv. Ad ogni modo Z - l'orgia del potere (nota bene: il titolo originale è solo Z, il resto è stato appiccicato dalla distribuzione italiana) resta un signor film dove la regìa di Costa-Gravas e la sceneggiatura di Jorge Semprun, lo scrittore spagnolo antifranchista, riescono a creare un clima di forte tensione e a bollare il regime oppressivo di allora (la vicenda si svolgerebbe in un non dichiarato Paese mediterraneo, ma il riferimento alla Grecia è troppo chiaro) in modo quanto mai aggressivo ed efficace. La prima parte è eccellente, la seconda è un po' contorta e meno secca, meno incisiva. Tuttavia l'opera, considerata in blocco, è un ragguardevole esempio di cinema politico che vuole essere popolare, coinvolgere e scuotere chiunque, e che perciò non rinuncia alle risorse di un sicuro effetto spettacolare. In alternativa, schiacciati da una concorrenza contro cui non c'era niente da fare, un dibattito su un tema importante e d'attualità quale il voto ai diciottenni, e, al posto del consueto concerto del lunedì, un incontro con il grande violoncellista Pablo Casals morto l'anno scorso. * ★ Domenica. Assai bello e originale il cartone animato delle 14, La punta. Mentre davanti a Canzonissima non si sa onestamente .cosa dire: sembra, ed è, una trasmissione che tutti ormai fanno malvolentieri come un dovere poco gradito e in più imposto dall'alto (infatti: dal ministero delle Finanze), e che i telespettatori subiscono come una vecchia, stanca e logora abitudine di anni. Ci si annoia da una parte e dall'altra, e con quest'anno sarebbe veramente ora di chiudere baracca e burattini. Quinta e penultima puntata della dignitosa Anna Karenina: l'interesse del pubblico sta probabilmente riaccendendosi perché si sente odore di catastrofe: la puntata era incentrata sulla storia passionale di Anna ed è in definitiva soprattutto questo che la platea domenicale richiede. u. bz.

Persone citate: Anna Karenina, Costa-gavras, Costa-gravas, Jorge Semprun, Pablo Casals

Luoghi citati: Grecia