Febbrile caccia tri banditi

Febbrile caccia tri banditi Febbrile caccia tri banditi Si sa che uno di loro è mancino, un altro si chiama "Mike" - Setacciati i ritrovi della malavita alla ricerca di qualche indiscrezione - Gli assassini sono probabilmente ragazzi alle prime armi: inchiesta difficile Il nome dei feroci banditi che mercoledì sera hanno ucciso Maria Grazia Venturini, è ancora sconosciuto, « ma ci sono tracce, per il momento molto sfumate, che potrebbero condurre agli assassini ». Il lavoro degli inquirenti prosegue ininterrotto, decine di persone sono state controllate, ascoltate, il mondo della malavita viene passato al setaccio nella speranza che i pochi indizi che i criminali si possono essere lasciati dietro si saldino ad altri e il complesso mosaico si componga. Che cosa si sa, per ora? Con ima certa approssimazione, 40-60 per cento, si conoscono i loro volti: il « photofit » composto l'altra sera nella caserma dei carabinieri, dietro precisa descrizione di una testimone che ha avuto la freddezza di osservarli bene. La statura, medio-alta: uno sul metro e ottanta, gli altri poco più bassi. Il soprannome di uno, chiamato « Mike » dai complici. Infine il particolare che lo sparatore sarebbe mancino: secondo le impiegate, stringeva con la sinistra la grossa rivoltella a tamburo. Altri testimoni si sono presentati ai carabinieri e alla polizia ed hanno raccontato di aver visto quattro giovani allontanarsi per via Lagrange. Dunque la banda era composta « almeno » da quattro persone: tre sono salite al secondo piano di via Roma n. 243 nello studio del notaio Emma Bosani, un altro si è forse fermato sul portone, per controllare il via vai col compito di segnalare ai complici nello studio l'arrivo di qualche cliente. Chi sono i giovani gangsters che hanno architettato il colpo e lo hanno eseguito in maniera così rozza e crudele? Secondo gli inquirenti è la « nuova delinquenza » ad aver colpito ancora: «Banditi poco esperti, poco abili, poco coraggiosi ». « Forse, dicono gli inquirenti, si tratta di giovani che prima di salire le scale si sono imbottiti di eccitanti, magari pastiglie di metedrina, per farsi coraggio ». Le armi. Con certezza si sa che lo sparatore impugnava una rivoltella calibro 38 special, una Colt o una Smith and Wesson, ed è anche probabile che la sapesse maneggiare poco: e questo perché l'arma potrebbe essere stata rubata non molto tempo fa, oppure « affittata » da qualche « commerciante » senza scrupoli in occasione del colpo. Si tratta comunque, di armi « alla moda », costose e terribili. Anche il proiettile che ha ucciso Maria Grazia Venturini è insolito, del tipo chiamato « a scheggia » con la punta piatta. Vengono ora controllate tutte le denunce di furti in appartamenti con la. segnalazione di simili tipi di rivoltelle. Decine di locali notturni, di bische mascherate da più o meno rispettabili circoli privati sono stati perquisiti da carabinieri e polizia, i « photofit » dei banditi vengono mostrati a decine di persone, anche a coloro che non vantano una reputazione cristallina ma possono avere buona memoria o concrete informazioni da vendere. Gli uomini della squadra mobile hanno intanto ricostruito nei dettagli la tragica rapina, i movi- menti dei banditi dall'irruzione a quando hanno fatto perdere le proprie tracce poco dopo essere usciti dal portone. La ragazza rimasta ferita, Elisabetta Povero, è stata ascoltata dal dott. Marciante, che conduce l'inchiesta: ha detto che lo sparatore sotto al passamontagna aveva an¬ che una calzr. che gli deformava i lineamenti. Forse ha usato que- sta precauzione eccezionale nel timore di essere riconosciuto: la pista del cliente attratto dal giro di denaro nello studio, dove esi- ste anche una cassa cambiali, se- condo gli inquirenti rimane ve- rosimile. Ascoltata anche dal col. Oresta e dal cap. Formato il no- (aio Emma Rosani. Ha descritto le precedenti rapine di cui è stata vittima: si cercano analogie anche in quelle aggressioni, Nel primo pomeriggio il prof. Baima Bollone, dell'Istituto di medicina legale ha eseguito l'au- topsia di Maria Grazia Venturini. Povero All'esame hanno assistito il magistrato, il segretario della procura della Repubblica, dott. Luca, il cap. Formato del Nucleo investigativo. Il proiettile « a scheggia » ha spezzato la vena giugulare della giovane prima di raggiungere al petto Elisabetta . ' La scena della tragedia: un bandito è nell'atrio, un secondo nell'ufficio a fianco, il terzo spara sulle impiegate

Persone citate: Baima Bollone, Elisabetta Povero, Emma Bosani, Emma Rosani, Marciante, Maria Grazia Venturini, Oresta, Povero