Questione italiana di Luigi Granelli

Questione italiana DIBATTITO SULLA PC Questione italiana di Antonio Bisaglia Al dibatlito sono intervenuti Piero Bassetti. Luigi Granelli e Paolo Emilio Taviani. H dibattito sulla «questione democristiana», al di là delle più banali strumentalizzazioni del piccolo cabotaggio politico o dei rigurgiti di malcelata rivalsa del puro potere, vi; assumendo per forza endogena grande rilievo. Lo va assumendo, sia chiaro, non soltanto e non principalmente perché la democrazia cristiana manifesta segni di crisi: questi ci sono, ed evidenti, ma sono segni che inglobano realtà più vaste, manifestazioni terminali che hanno radici sparse ben oltre i confini del potere democristiano. La «questione democristiana», in realtà, riassume in sé molti dei nodi irrisolti del sistema politico italiano. E tanto per dirne subito uno, essa principalmente risente delle conseguenze del bipartitismo imperfetto, del sistema parlamentare privo di alternative. La responsabilità e il peso del potere gravano sulla de particolarmente quando essa più ha bisogno di raccogliersi par riandare alla propria identità e al proprio ruolo, per riprendere l'iniziativa e operare dentro una società mutata e problematicizzata, così come ha indicato al Parlamento il presidente Moro. La «questione democristiana» è dunque al centro del sistema di potere politico italiano, come è al centro della «questione comunista»: perché il pei ha nell'opposizione il ruolo che è della de nella maggioranza, perché esso realisticamente rifugge dalle suggestioni (anche radicalsocialiste) dell'alternativa globale di sinistra, propendendo piuttosto per la strategia del «compromesso storico». Quando il settimanule comunista Rinascita pose il problema, con questa e non con altre prospettive si mosse. E del resto si può aggiungere che t due più recenti studi che si occupano della democrazia cristiana, quelli di Baget Bozzo e di Tamburrano. non trascurano di collocare correttamente la «questione democristiana» dentro e al centro della ben più ampia «questione italiana». Ciò non serve a scaricure fuori dei confini democristiani responsabilità che sono nostre — e sutle quali più avanti dirò la mia opinione — ma per collocarle nella loro giusta ottica: i perché i democristiani rifuggano dalla tentazione integralista di credere che risolta la loro questione sia per ciò stesso risolta quella dell'intero Paese; perché le altre forze politiche, con un machiavellico integralismo rovesciato, opportunisticamente non scarichino sulla de tutto il peso, ivi comprese le questioni che sono loro proprie. Voglio dire che la pregiudizia le per ottenere una corretta soluzione, a quella democristiana come alle altre «questioni», sta proprio netla capacità di ognuno dei partiti a focalizzare innanzi tutto sul Paese, sulla sua realtà che muta, su quello che la i gente è davvero stanca di aspe! tare, sulle esigenze profonde alle quali, non i singoli partiti ma l'intera classe politica, è chiamata a dare sotlecita risposta. Per questa via s'abbattono tutti gli integralismi e gli steccati, s'impedisce che ne sorgano di nuovi, si pongono le premesse per il recupero di credibilità della democrazia e delle sue istituzioni in Italia. Accettata questa premessa, risposto con questa angolazione j alle domande su come, dove e perché è nata la «questione», la democrazia cristiana deve, in particolare, capire che la sua propria questione è gravata dal problema della sua apertura — come partito — alle realtà locali e ai ceti nuovi e dal problema del rinnovamento della classe dirigente. Non deve dare troppo valore al rinnovo degli strumenti organizzativi della propria struttura quanto, piuttosto, comprendere che l'opinione pubblica ci sollecita una ripresa di iniziativa politica, innervata di scelte, sulle questioni che il Paese propone e che stanno davanti a tutti. E' qui che si gioca la ripresa di credibilità della democrazia cristiana. Su due piani. Innanzitutto ci viene domandato se siamo ancora capaci di governare, di dominare gli eventi, prevenirli e guidarli verso le soluzioni realisticamente possibili, sotiraendocì al comodo procedere, al tirare avanti alla giornata nella gestione quasi fatalistica di ciò che accade. Inoltre ci viene chiesto se siamo ancora in grado di pilotare la democrazia cristiana quale partito prevalentemente di cattolici ma laico e non integralista nel suo agire, popolare (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Antonio Bisaglia, Baget Bozzo, Paolo Emilio, Piero Bassetti, Tamburrano, Taviani

Luoghi citati: Italia