Ford dice: accordo "storico" di Vittorio Zucconi
Ford dice: accordo "storico" Ford dice: accordo "storico" (Dal nostro corrispondente) Washington, 4 dicembre. Il presidente Ford ha spiegato, di fronte alla stampa e alla nazione, l'accordo nucleare di Vladivostok, ma le cri-1 tiche e i dubbi sono più intensi che mai. Sorpreso per la fredda accoglienza riservata dal Paese all'accordo, che egli giudicava storico, Ford ha replicato sostenendo che l'intesa « blocca, per la prima volta, la corsa agli armamenti » e « getta le basi per nuove, future riduzioni » nei rispettivi arsenali atomici delle due superpotenze. Il patto « di massima » raggiunto a Vladivostok si fonda sul principio della « eguaglianza » e consentirà, nel decennio 1975-1985: 1) un numero complessivo di 2400 « vettori » per armi atomiche, missili imbarcati su sommergibili e bombardieri pesanti; 2) un numero massimo, all'interno del totale precedente, di 1320 « Mirv », di missili armati, cioè, con testate multiple, da 3 a 10 per vet-1 tore singolo: 3) da queste cifre sono escluse le basi americane in Europa e in i Asia, considerate « tattiche » ! (l'accordo riguarda l'armamento strategico), ma Ford ha aggiunto che queste basi saranno oggetto di trattative ; nel quadro dei colloqui per : la riduzione bilaterale delle forze sul Vecchio Continente, | già in corso a Vienna. Questa è un'«intesa di principio}) ha ricordato Ford, fissata in uno scambio di note avvenuto sabato scorso fra la Casa Bianca e il Cremlino. I dettagli, non facili, saranno affidati ai negoziatori delle due parti, con appuntamento a Ginevra dal gennaio prossimo. Sono i negoziati cosiddetti « Salt 2 » (Strategie Arms Limitation Talks), successori dei Salt 1 », conclusi nel '72. Esistono dubbi sulla fedeltà dei sovietici alla lettera e allo spirito di quel primo accordo (centrato soprattutto sulle armi anti-missile) e Ford ha annunciato la convocazione della speciale commissione di controllo per il rispetto di quel trattato, « per tagliare corto ai sospetti, che noi riteniamo infondati ». Ma, se qualche incertezza permane sui « Salt 1 », ancor maggiori critiche si appuntano al patto di Vladivostok per i « Salt 2 ». Alla conferenza stampa (tenuta lunedì sera) se ne è avuto un quadro completo. Ecco in sintesi le critiche agli accordi: 1) il limite fissato al ver¬ tice Tord-Breznev è altissimo e puramente nominale. Di fatto né Urss né Usa avrebbero — per ragioni economiche — mai potuto superarlo. Esso dunque non blocca la corsa alle armi, semplicemente la codifica: 2) l'idea di «uguaglianza» è del tutto illusoria poiché la potenza dei missili sovietici è circa tre volte c.uella dei vettori Usa (il maggiore dei quali è il Minuteman): quindi l'autorizzazione concessa a Mosca di « mirvizzare » ( cioè mettere testate multiple sui suoi vettori) significa un enorme vantaggio offerto ai sovietici che avranno certo lo stesso numero di missili, ma tre volte più testate; 3) se. come ha obiettato Ford, gli Usa decidessero di aumentare la potenza dei loro missili (nuovi modelli sono già in avanzata preparazione) per eguagliare i rus¬ si, questo imporrebbe al Paese un considerevole sforzo militare, dunque svuotando di contenuto pratico l'intesa per limitare l'armamento; 4) Nixon tentò di negoziare con Mosca un numero complessivo di vettori pari alla metà di quelli accettati da Ford. Non c'è da stupirsi, dunque, se il nuovo Presidente ha concluso in un incontro quello che Nixon non aveva ottenuto in cinque anni. Si è limitato ad accettare le condizioni dei sovietici. Come si vede, le critiche sono pesanti, e non sempre appaiono infondate. Ford è apparso chiaramente amareggiato per le reazioni, forse indotte dall'eccessivo trionfalismo mostrato dagli ambienti vicini al presidente al ritorno da Mosca («E' forse il più importante accordo del dopoguerra », disse il portavoce di Ford, Nessen). Vittorio Zucconi
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