Sartre dopo la visita a Baader parla di "torture" in prigione di Tito Sansa
Sartre dopo la visita a Baader parla di "torture" in prigione Conferenza stampa del filosofo francese a Stoccarda Sartre dopo la visita a Baader parla di "torture" in prigione (Dal nostro corrispondente) Bonn, 4 dicembre. La detenzione dell'anarchico Andreas Baader nel « carcere modello » di Stoccarda è stata definita da Jean Paul Sartre "una tortura". Il filosofo francese lo ha detto nel pomeriggio durante una conferenza stampa in un grande albergo (interprete l'ex capo degli studenti parigini Daniel Cohn-Bendit) in seguito ad un incontro di un'ora con il più famoso recluso della Germania Federale. Andreas Baader, Ulrike Meinhof, Gudrun Uensslin e Cari Raspe (tutti e quattro i capi della "frazione armata rossa" prigionieri a Stoccarda in attesa di processo) sono rinchiusi in celle completamente isolate, con le pareti bianche, perennemente illuminate da luce artificiale. Secondo il filosofo ciò provoca disturbi psichici; gli unici rumori che sentono sono — tre volte al giorno — quelli delle guardie quando portano il cibo (che essi rifiutano). Jean Paul Sartre era giunto in aereo da Parigi alle 9,20. Ad aspettarlo erano l'av- vocato di Baader, Croissant, e un nugolo di poliziotti. Si temevano incidenti, dimostrazioni, il carcere era circondato da centinaia di agenti armati, intorno alle sue mura facevano la ronda camionette, carri blindati e quindici agenti a cavallo. Prima sorpresa: a duecento metri dal portone del carcere, una vettura della polizia ha bloccato la macchina di Sartre, un agente ha controllato i documenti del filosofo, come se tutti non sapessero chi era. Seconda sorpresa: nuovo controllo dei documenti e perquisizione dinanzi al cancello. Terza sorpresa: l'avvocato di Baader non può entrare, co ,ì pure Cohn-Bendit, che vu.eva fare da interprete. A disposizione di Sartre viene messo un interprete giurato della magistratura, al colloquio durato un'ora esatta assiste un giudice. Ma Sartre non protesta, è i contento di essere riuscito a I ottenere il colloquio con Baa- ' der, dal quale vuole cono- | scere i motivi della sua azione rivoluzionaria e i contatti tra il suo gruppo e le masse. Sartre infatti (come ha detto in due interviste precedenti rincontro con Baader) non crede alle azioni isolate, deplora la violenza, condanna l'omicidio, giustifica soltanto l'insurrezione popolare, come a Cuba o in Algeria. L'unica parola moderata è venuta dal presidente della Repubblica, Walter Scheel, il quale (come aveva già fatto durante i funerali del giudice berlinese von Drenkmann, assassinato dagli anarchici) ha invitato alla pacificazione degli animi, per ristabilire la pace interna, « la quale è minacciata non soltanto dai terroristi e dagli estremisti ». Jean-Paul Sartre è rimasto assai impressionato dall'incontro con l'anarchico Baader, che ha trovato « molto debole », molto magro, « come uno che venga torturato e che sia affamato ». Il giovane gli ha spiegato di ritenere necessarie le azioni attuali del suo gruppo (guidate dal carcere), «per raggiungere le masse e portare a una guerra civile ». Ma il filosofo non condivide l'efficacia di quest'azione che — dal punto di vista francese — considera « politicamente irrilevante », benché « non scandalosa ». Sartre ha suggerito la costituzione di un comitato internazionale per la difesa dei detenuti del « Baader-Meinhof », che dovrebbe essere formato da intellettuali « moralmente e politicamente insospettabili », suggerendo in prima linea il nome del premio Nobel per la letteratura Heinrich Boell. Ma, eviden¬ temente, Sartre ignora che in Germania Boell e chi — come lui — ha dimostrato un qualche interesse per le idee della « Frazione Armata Rossa » (condannando, peraltro, severamente le loro azioni criminali) viene considerato dalla massa della popolazione un « quasi complice » degli anarchici. Sartre, forse, non sa che in Germania Ovest è cominciata la caccia alle streghe e che quasi ogni crimine commesso nel Paese viene attribuito al gruppo Baader-Meinhof: sabato il fallito attentato al deputato democristiano Leisler Kiep (benché non se ne conoscano i motivi); ieri la morte del guardiano di un deposito militare americano nella Saar (benché la polizia abbia detto che potrebbe trattarsi di suicidio). « Fateli morire in galera » scrivono ai giornali. Tito Sansa Sartre a Stoccarda
Luoghi citati: Algeria, Bonn, Cuba, Germania Federale, Germania Ovest, Parigi, Stoccarda
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