Chiesti da 20 a 11 anni di carcere per i rapitori di Giorgio Montesi di Giuliano Marchesini

Chiesti da 20 a 11 anni di carcere per i rapitori di Giorgio Montesi Padova: la requisitoria del pubblico ministero Chiesti da 20 a 11 anni di carcere per i rapitori di Giorgio Montesi A Danilo Furlan, ritenuto il capo della banda, la pena maggiore - La moglie dell'imputato che era in aula, disperata, ha urlato: "No, non è possibile" (Dal nostro inviato speciale) Padova, 4 dicembre. Asciutta requisitoria del pubblico ministero Mario Milanesi al processo contro i nove componenti la banda che sequestrò Giorgio Montesi, il figlio dell'industriale dello zucchero. Il rappresentante dell'accusa ha chiesto condanne varianti dagli undici ai vent'anni di reclusione. L'udienza comincia con qualcosa di sconcertante. Il presidente del tribunale, Giancarlo Tiribilli, legge una lettera minatoria che gli è pervenuta ieri. E' un pazzo messaggio, il cui autore si dice portavoce di «Un gruppo di milanesi». Scavalcando il senso dell'umanità e il codice penale, l'anonimo scrive: «Desideriamo che i rapitori di Giorgio Montesi, che lei sta giudicando, siano condannati alla fucilazione, altrimenti all'ergastolo. Se non farà ciò che diciamo, la sua vita sarà in pericolo, la raggiungeremo anche a casa sua». Il foglio finisce infilato tra le carte del processo, e il presidente non si mostra per niente turbato dal suo contenuto. Chiusa questa parentesi di fanatismo, il dibattito prose¬ gue con l'intervento del rappresentante di parte civile, avvocato Sorgato. «Andiamoci cauti — sostiene il legale — con il discorso del reclutamento di gente balorda, sprovveduta, per il rapimento di Giorgio Montesi. Questi personaggi hanno accettato di compiere un'impresa di tanta gravità, sapevano benissimo cosa si trattava di fare. E non si può nemmeno invocare la miseria, come attenuante. Sono uomini che, magari, viaggiavano su auto di lusso, e hanno deciso di andare a sequestrare il figlio dell'industriale padovano». Ora è la volta del pubblico ministero. Una requisitoria che comincia con una frase pronunciata al dibattimento da Leonardo Montesi, padre del rapito: «Questa vicenda mi ha tolto dieci anni di vita». Ed ecco le richieste del p.m. per i nove imputati. Il magistrato formula una specie di graduatoria delle responsabilità, presenta conti diversi agli uomini della «banda». In testa all'elenco c'è Danilo Furlan ritenuto il capo del gruppo: per lui il rappresentante dell'accusa chiede una condanna a vent'anni di reclusione e 3 milioni di multa. Dal pubblico che si pigia contro la balaustra si leva un grido. E' la moglie di Furlan: «No, non è possibile!». I carabinieri devono sorreggerla, l'accompagnano fuori. C'è un momento di silenzio, poi il p.m. completa la fila delle sue proposte: per Remo Ciprian, Luciano Florian e Pino Ivanka, 18 anni di carcere e 2 milioni di multa; per Romeo Savio, 16 anni di reclusione e 1 milione e 800 mila lire di multa; per Enzo Sisti, 15 anni e 1 milione e 400 mila lire di multa; per Ferdinando Varotto, 14 anni e 1 milione e 200 mila lire di multa; per Paolo Zanini, 13 anni e I milione e 100 mila lire di multa; per Luciano Torcellani, Il anni e 1 milione di multa. C'è un'altra imputata, Loredana Sevarin, comparsa a piede libero davanti ai giudici: deve rispondere di favoreggiamento. Per lei il p.m. chiede l'assoluzione per insufficienza di prove. Il processo riprende domani e in serata si dovrebbe avere la sentenza. Giuliano Marchesini

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