Caldaia di conceria scoppia: un morto
Caldaia di conceria scoppia: un morto Nuova tragedia in fabbrica Caldaia di conceria scoppia: un morto A Milano - Anche un ferito grave - In un precedente incidente morirono sette persone via Giovanbattista Grassi; vi lavorano circa 400 dipendenti. 1 responsabili dello stabili(Nostro servizio particolare) Milano, 2 dicembre. (o.r.) Nella medesima conceria dove, il 7 settembre dello scorso anno, per lo scoppio di alcuni contenitori di solvente, morirono sette persone e ne rimasero ferite una quarantina, è scoppiata stamane una caldaia: un tecnico è morto e un fuochista è rimasto ferito gravemente. La ditta è la De Medici, in mento, Arturo Kuster e Cosimo De Medici, rinviati a giustizio per «omicidio colposo plurimo », « omissione dolosa di calitele per prevenire gli infortuni» e «incendio dolo- s°». in relazione alla prece dente tragedia, sono tuttora latitanti. L'esplosione è avvenuta poco prima delle undici: nel sotterraneo poco distante I dalla caldaia si trovavano il tecnico ventisettenne Raimondo Dessi, abitante a Novara, e il fuochista Rosolino Brazzoli, di 40 anni, residente a Mazzo di Rho, vicino a Milano. Entrambi sono stati ricoverati all'ospedale di Niguarda: il primo è morto intorno alle 13, il secondo guarirà in venti giorni. Anche per «l'incidente» di stamane, non si sa nulla delle cause e verrà avviata un'inchiesta. Secondo una prima ricostruzione, pare che il Dessi e il Brazzoli — dipendenti di una ditta novarese che si occupa d'installazione e manutenzione di impianti per il riscaldamento — stessero accingendosi a compiere alcuni lavori alla caldaia, quando questa è esplosa, disintegrandosi. Il loro intervento era stato richiesto venerdì scorso: da alcuni giorni il funzionamento del bruciatore era difettoso. Lo scoppio ha devastato la sala dove c'era l'impianto: i due uomini sono crollati coperti di sangue. La direzione della ditta ha chiamato i vigili urbani. Questi, una volta giunti sul posto e visto l'accaduto, hanno chiamato i pompieri: contemporaneamente sono arrivate le ambulanze. Sulla dinamica della tragedia dello scorso anno due inchieste — avviate rispettivamente dalla magistratura e dall'Ispettorato del lavoro — permisero di accertare che la esplosione avvenne in un ambiente saturo di gas esalati dai solventi e stagnanti causa il difettoso funzionamento dell'impianto di aerazione. A provocare l'esplosione fu la fiamma ossidrica usata nell'officina attigua, aperta e comunicante con il reparto conceria. Divampo' un incendio che fu domato solo dopo alcune ore. Sette persone persero la vita: fra i feriti una decina hanno riportato lesioni. Nel corso delle indagini emerse che varie volte il consiglio di fabbrica aveva fatto presente ai dirigenti della ditta a quali pericoli i lavoratori erano quotidianamente esposti portando la loro opera in simili condizioni. Ci fu anche un'interpellanza presentata dal gruppo socialista al presidente della Provincia: rilevava come, dal primo al 22 agosto 1973, nel nostro paese erano — per «incidenti sul lavoro» — morti diciotto lavoratori e 70 risultavano feriti o intossicati da gas. Si parlava di «gravissime responsabilità della imprenditoria privata», «arretratezza delle strutture», «incuria» dei responsabili; il documento terminava invitando la presidenza del Consiglio a unire ancora una volta «la sua voce a quella dei sindacati». Raimondo Dess
Persone citate: Arturo Kuster, Brazzoli, Cosimo De Medici, De Medici, Raimondo Dess, Raimondo Dessi
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