L'acquisto di azioni della casa tedesca di Tito Sansa

L'acquisto di azioni della casa tedesca L'acquisto di azioni della casa tedesca Il mistero Mercedes Lo Scià smentisce l'operazione, si parla di Irak e Arabia Saudita (Dui nostro corrispondente) Bonn, 30 novembre. Chi è il misterioso sceieco che ha speso 250 miliardi di lire per comperare ima parte delle azioni (si calcola il 12 per cento) della società « Daimler Bcnz ». produttrice delle automobili « Mercedes »? A Bonn lutti giurano di ignorarlo, il ministro dell'Economia. Hans Fiiclerichs, è indignato a nome del governo, perfino il presidente della Repubblica Walter Schcel e all'oscuro. Per quattro ore — durante una visita alla fabbrica di Stoccarda — ha tentato di strappare il nome dell'acquirente. Glielo hanno taciuto non per scortesia ma perché — fatto senza precedenti in Germania — neppure la presidenza della « Daimler Henz » e neppure i grandi azionisti (il gruppo finanziario Flick c la « Deutsche Bank ») sanno chi è il loro nuovo socio. Sono stati informali della transazione ad affare già concluso. A leggere i giornali, che hanno sguinzagliato gli esperti di finanza, se ne sa meno di prima: secondo taluni il nuovo comproprietario della « Mercedes » sarebbe lo Scià dell'Iran (che però ha fatto smentire in maniera rapida e secca). Secondo altri sarebbe il re dell'Arabia Saudita, il cui ministro del petrolio, lo sceicco Yamani, avrebbe incaricato il suo amico Achmcd lodali (comproprietario della «Jof- Tali and Brothers » che sta costruendo un impianto « Mercedes » presso Gedda). Un'agenzia informa di avere appreso « da fonte sicura » a Bagdad che la fabbrica con la stella a Ire punte (« nuova stella dell'Oriente», la chiama un giornale) è passala nelle mani del governo iracheno (che un mese fa ha commissionalo 10 mila autocarri alla fabbrica). Un membro del consiglio di amministrazione infine giura che l'affare è stalo concluso dal Kuwait per sottrarlo all'Abu Dhabi. In Un'intervista che verrà pubblicata domani dalla lìild Am Sonnlag il sottosegretario all'economia Rohweddcr ha messo fine a tutte le speculazioni, dicendo « veramente itessitito al governo sa chi è l'acquirente arabo ». E ha annunciato che la transazione verrà portata dinanzi al Parlamento, perché un mistero del genere « è inammissibile », così come « è penoso » per gli altri azionisti e per le maestranze della fabbrica le quali non sanno neppure per chi lavorano. Tutto sommato, l'acquisto del pacchetto azionario da parte di un Paese produttore di petrolio viene consideralo come un fatto positivo perche quanto più grande e l'impegno di capitali arabi nell'industria tedesca (e occidentale in genere) tanto più piccolo diventa il rischio che le forniture di petrolio vengano strozzate c che il prezzo del greggio venga aumentalo. Positivo è anche l'ancoraggio dei capitali erranti (pericolosi a causa della speculazione) e l'iniezione nell'industria che ha difficoltà di trovare liquido per gli investimenti. Un certo allarme vi 6 nei sindacati, perché temono che l'ingresso degli « uomini col turbante » nei consigli di amministrazione di società per azioni tedesche possa bloccare (con la minaccia di chiudere i rubinetti del petrolio) l'adozione della cogestione aziendale. Per il governo di Bonn la transazione fatta tra la famiglia Quandt e l'ignoto sceicco per il tramite della « Dresdncr Bank » e della « Compagnie Arabe et Internationale d'investisscment » del Lussemburgo presenta un problema, in quanto misteriosa: nei prossimi giorni verrà presentato un progetto di ordinanza che obbligherà la denuncia dei capitali stranieri in arrivo nella Germania Federale. Un passo successivo potrebbe essere — si fa notare — il « controllo » di queste importazioni, se gli sceicchi dovessero dimostrare un interesse « eccessivo » per le industrie tedesche. Tito Sansa Reza Pahlavi

Persone citate: Hans Fiiclerichs, Quandt, Reza Pahlavi, Walter Schcel, Yamani