L'astronomo Martin Ryle, premio Nobel per la fisica di Giorgio Abetti

L'astronomo Martin Ryle, premio Nobel per la fisica L'astronomo Martin Ryle, premio Nobel per la fisica Un amico delle galassie Gran parte dei fantastici progressi della radio-astronomia sono dovuti ai nuovi strumenti, tecniche e scoperte dell' "astronomo reale" di Greenwich - Confermata, con ricerche originali, la teoria del "big-bang" o "grande creazione" Nel numero 216 (3 ottobre 1972, La Stampa) è stata pubblicata la notizia che Margaret Burbridge, ben nota per le sue osservazioni e ricerche compiute principalmente negli osservatori statunitensi sulle galassie esterne, era stata nominata « Astronomo Reale » all'Osservatorio di Greenwich (Inghilterra). Ora si deve ricordare che dalla fondazione di quel famoso osservatorio nel 1675, la direzione (e l'appellativo di « Astronomo Reale ») era sempre stata affidata ad astronomi maschi. Nel 1972 fu nominata Margaret Burbridge e sembrava quindi, come allora fu pubblicato, che le spettasse anche il titolo di Astronomo Reale. Invece poco tempo dopo veniva data la notizia che questo titolo era stato attribuito a s/r Martin Ryle, astronomo al famoso Cavendish Laboratory dell'Università di Cambridge (Inghilterra), già insignito della medaglia d'oro della Royal Society e quest'anno del Premio Nobel per la fisica. Può sembrine strano che ad un astronomo sia stato assegnato un premio per la fisica, ma si deve ricordare che nelle scienze contemplate dalla fondazione Nobel manca l'astronomia e d'altra parte la fisica degli astri (astrofisica) ha invaso tutti i campi dell'astronomia. Ma perché questa regina delle scienze non è stata compresa fra quelle a cui viene as¬ e e h e o a segnato il Premio Nobel? Si diceva in Svezia che, essendo stato chiesto ad Alfredo Nobel, perché non avesse creduto di includere l'astronomia, egli abbia risposto: « Ho assistito una volta ad una conferenza astronomica e l'ho trovala tanto noiosa che non valeva la pena di includere l'astronomia fre le discipline premiate dalla mia fondazione ». Ma ora la leggenda in un modo o nell'altro è sfatata ed altri astronomi saranno certo insigniti del famoso Premio. di piccolo diametro, suggeriva a Ryle che la radiazione totale proveniente dal cielo possa essere originata da un gran mi¬ mero di tali sorgenti che Ryle ; chiama col nome di « radio stelle». Insieme ai suoi collaboratori scopriva quindi numerose radio-sorgenti, costruendo e perfezionando i suoi radiotelescopi in grandezza e in potere risolutivo per poter misu rare le dimensioni apparenti delle varie sorgenti. Continuando le sue ricerche iniziava un rilevamento interfcrometrico del cielo catalogando le varie sorgenti. Nel 1954 con un grande interferometro a quattro clementi ed un'area ricevente di 4756 mq ampliava il rilevamento, arrivando a comporre il catalogo di Cambridge (3 C). Nel 1960 Ryle con i suoi collaboratori ideava una elegante tecnica, che applicava a due nuovi strumenti dell'Osservatorio radioastronomico Mullard. Con nuovi importanti risultati arrivava cosi alla compilazione del catalogo 4 C e al rilevamento della regione polare settentrionale. Si apriva quindi in grande scala, l'esplorazione di un universo fino a quel tempo sconosciuto. Ryle fu tra i primi a riconoscere l'importanza delle osservazioni e ricerche sulle galassie esterne. Nella sua Hailey Lecture alla Royal Society nel 1955, egli metteva in evidenza la possibilità di dedur- re, dalle sue osservazioni, radio-sorgenti di grande intensità sparse in tutto l'universo; di esplorare quindi le più lon- tane regioni, là dove le ipote- si dei vari modelli cosmologici possono divergere. L'interpretazione dei conteggi delle radio-sorgenti, ottenute con i radio-telescopi dell'Osservatorio Mullard. contribuiscono appunto a tali ricerche. Queste, continuate da Ryle e da altri numerosi radio-astronomi, hanno confermato le sue vedute ed hanno aperto la via ad ulteriori ricerche nel vasto campo di tutta l'astrofisica sperimentale e teorica ed altresì nel campo dell'astronautica. In questo Ryle raccoglieva, a mezzo di satelliti artificiali, osservazioni di occultazioni di radiosorgenti da parte della Luna e del Sole, traendo nuove conoscenze sull'atmosfera di questi corpi, sulla radiazione della Luna, sulle supernuove, sulla polarizzazione dello sfondo galattico. scopo un interferometro di nuovo tipo, poteva determinare il numero attuale delle radio-sorgenti superiori ad una data intensità fino ai più piccoli valori che era possibile raggiungere col suo potente radio-telescopio. Veniva quindi paragonato il numero di sorgenti osservate con quello teorico, con un risultato di una conferma della ben nota teoria dell'abate Lemaitre (1927) conosciuta dagli inglesi e dagli americani col nome di bigbang (grande esplosione), mentre potrebbe essere opportunamente indicata come la «grande creazione », la quale si basa sull'ipotesi che la fuga delle galassie abbia avuto inizio da un centro di concentrazione, in un relativamente piccolo nucleo, della materia la quale costituisce tutto l'universo che noi oggi osserviamo. Giorgio Abetti

Persone citate: Alfredo Nobel, Cavendish, Lemaitre, Margaret Burbridge, Martin Ryle

Luoghi citati: Cambridge, Greenwich, Inghilterra, Svezia