II dio delle formiche

II dio delle formiche RISPONDE GIULIETTA MASINA II dio delle formiche Pubblico quasi integralmente una lettera che proviene da San Mauro, firmata, date le mie scarse capacità di decifrare la grafia altrui, in maniera inintelligibile; e me ne spiace, perché avrei desiderato che il nome dell'autore chiaramente apparisse. Tale lettera in parte risponde ad alcune mie convinzioni e perplessità; e per quel tanto che essa non vi coincide, concludendo mi consentirò una breve nota. Un intervento sull'intervento, in quanto la lettera annota una mia risposta pubblicata il 3 novembre. « Se ho capito il suo ragionamento: 1) L'uomo, osservando quello che lo circonda, cercando di capirlo e di metterlo in rapporto alla sua personalità biologica, conclude di essere differente dagli altri esseri che vivono con lui sulla terra: 2) cerca di rendersi conto di quanto lo circonda: fatti, cause, conseguenze, motivi. Non ci riesce: 3] ho/7 insiste nel cercare il perché egli è (o crede di essere) " differente ". Inventa Dio, un " essere " la cui volontà e potenza, diciamo personalità, è tanto superiore alla sua che non gli resta che inchinarsi ad essa ed accettarla. Inventato Dio, fattone la causa prima di quanto non sa spiegarsi, dimentica che un Dio cosi inteso è una sua creatura e non egli stesso creatura di questo Dio, e ne ha paura. In conclusione. Dio nasce dalla pigrizia e dall'incapacità di cercare e trovare, e diventa " l'essere perfettissimo creatore e signore del Cielo e della Terra ". le cui azioni e / cui intendimenti non possiamo né capire né giudicare ». - Ma se è così come può l'uomo credersi superiore agli altri esseri che popolano la terra? A parte che chiunque voglia e sappia osservare da vicino anche le più umili di queste creature, che oggi con dispregio chiama " bestie ", si accorge che non si deve accontentare delle apparenze (come la maggior parte degli uomini fa), in che cosa consiste la differenza? Come possiamo dire che un Dio, quale sopra ho definito, non lo abbiano inventato anche loro? ». » Grossolanamente: per un cane, per una gallina, un gatto, questo essere superiore che sovente non capiscono e ritengono onnipresente può essere, per esempio, l'uomo stesso. Per formiche, api, vespe, invece, che non riconoscono la superiorità dell'uomo. Dio può essere qualcosa di molto vicino al Dio che sopra ho immaginato. Per altri infine, che ci sono nemici (i microorganismi in genere) noi esseri umani possiamo benissimo rappresentare il " diavolo ", il nemico, per definizione, del loro Dio, che non è allatto escluso possa essere una creazione superiore alla nostra ». « lo, a suo posto, avrei risposto al lettore: " Su che cosa diavolo ha pensato e almanaccato tutta la vita se si è chiuso in se stesso e non ha invece cercato il motivo, la spiegazione di quanto ! lo circonda vivendo il più inteni samenie possibile in mezzo ai ' suoi simili invece di cogitare sui , libri? ". Coi primi almeno non si ' sarebbe addormentato come tante I volte le sarà capitato sui sej condì ». Chiusura, mi permetta il lettore, in tono minore, perché i libri altro non sono che la testimonianza , di esistenze che hanno intensamente vissuto « in mezzo ai pro: pri simili » esattamente quanto e ' come egli auspica. Slmili nel senso di tutte le specie viventi, s'in¬ tende, e non nell'adorazione o nel giudizio dell'uomo, che è una sola tra le specie. Non per nulla Adamo, per prima cosa, pose nome alle creature non eguali a lui, e Linneo battezzò con nomi propri le creature dei mondi vegetali. Ciò valga, se non a prova di un amore, almeno di un interesse. Per il resto del discorso, perché no? E' più che possibile che ogni specie abbia un suo Dio, una sua logica per giustificare di essere creatura creata. Il che, me 10 consenta il lettore, coincide con 11 concetto stesso della divinità, in quanto un Dio parziale, esclusivamente antropomorfico, è un'antitesi in termini. Tuttavia, l'uomo ha scarse possibilità naturali di dipanare la sintesi dell'universo visibile e invisibile: quindi, il Dio delle formiche ci sfugge, anche se esiste. Non lo nego, per quanto mi riguarda, ma sono priva di nozioni certe. D'altronde, l'uomo è la specie più numerosa, noi possiamo comprenderne i moti segreti, i suoi ordini morali, il suo grado di carità e pietà, per esempio, la sua ricerca metafisica, le sue speranze d'altra vita. Delle altre specie, non sappiamo nulla di simile. Giulietta Masina

Persone citate: Giulietta Masina, Linneo

Luoghi citati: San Mauro