La selvaggina sulla tavola

La selvaggina sulla tavola CACCIA E PESCA La selvaggina sulla tavola Le iniziative editoriali, in mate- | ria venatoria, sono forse un po' | troppe, ai nostri giorni. Si tratta i tuttavia, in genere, di libri per ap- , passionati o. addirittura, per « inizlati » e raramente raggiungono un grosso pubblico, proprio per la particolarità degli argomenti che trattano. « La selvaggina, conoscerla, cacciarla, cucinarla » (Giuseppe Cervetto, Francesco Bassilana e Giorgio Mistretta, fratelli Fabbri, lire 8000) è un libro diverso, rivolto ad un pubblico vasto ed in definitiva a tutti coloro che, al di là degli interessi venatori, vanno alla ricerca di una spiegazione del « fenomeno caccia ». Il volume è scritto da due giornalisti, Cervetto e Bassilana, mentre Mistretta ha curato la parte gastronomica, non rappresenta la perfezione in materia ma nell'insieme contiene alcuni capitoli particolarmente interessanti e vivaci. Ottima, come è tradizione della Fabbri, la parte fotografica per: quanto riguarda l'ambiente e la fauna. Alcune carenze semmai potrebbero rilevarsi nella scelta dei luoghi presi come campione per determinati tipi di caccia, il che tradisce un retroterra culturale, in materia, da parte degli autori, eccessivamente cittadino e consumistico. Il presentare tuttavia un libro su « Selvaggina, conoscerla, cacciarla, cucinarla », in tempi di contestazione per l'attività venatoria, merita attenzione poiché è anche un po' un richiamo nei confronti di coloro che ■ storcono il naso » di fronte a tutto ciò che è attività di questo genere ma sono ben lieti di sedersi a mensa davanti ad un bel fagiano o ad uno » schidone » di tordi arrosto. E' un po' insomma, l'eterna storia della signora che strilla per la morte di qualche uccellino, ma porta con disinvoltura la pelliccia che è costata decine e decine di vittime. Il nuovo libro ricco di curiosità sulle abitudini della selvaggina, merita comunque attenzione per la parte gastronomica, dove si trovano, specie per specie, i modi di preparazione della cacciagione, i tempi e i modi di frollatura e cottura, le ricette dei vini da accostare. L'appassionato di gastronomia troverà pertanto quanto è indispensabile per la preparazione di piatti semplici e soprattutto sani. « Franchi 520 » Ancora un nuovo modello di fucile da caccia, il « Franchi 520 ». un automatico a recupero di gas. E' un'arma dall'estetica originale che può piacere o no, ma la funzionalità è perfetta, come nella tradizione della casa bresciana. Un automatico che si inserisce bene nella gamma e che Indubbiamente incontrerà molto favore fra coloro \ che chiedono molto alla loro arma, versatile tra l'altro per diversi tipi di caccia. Il calibro è l'ormai -consacrato12: la lunghezza della camera è di 70 millimetri; la cassa è riccamente incisa: il calcio è in legno di noce; il peso 3200. Pappagallo che uccide A Carnago, nel Varesotto, un uomo è morto per una forma virale contratta da un pappagallo, che aveva in casa. Ricoverato in ospedale si è spento dopo quattro giorni nonostante le cure. La moglie e la suocera sono state a loro volta colpite dal virus, ma si sono salvate. I volatili infatti possono trasmettere all'uomo alcuni virus. Nel caso in questione si trattava della « psittacosi » cioè di un virus che provoca una polmonite. E' bene ricordare a tutti i proprietari di volatili, e non solo di pappagalli, che la « psittacosi » può essere trasmessa all'uomo, ed ai bambini soprattutto, anche da canarini, fringuelli, ciuffolotti eccetera. Insomma anche gli uccelli prendono (e trasmettono in qualche caso) l'influenza (attraverso le feci). Scriviamo questo anche perché, proprio nei giorni scorsi, una signora di Torino ha vissuto, con il marito, un piccolo dramma per la morte di un grazioso ed intelligentissimo pettirosso. La piccola creatura era stata raccolta, quasi implume, in un viale della collina torinese. Era caduta da un nido ed ormai la sua sorte sembrava segnata: un gatto, qualche rapace od altro. Venne allevata con grande amore e sopravvisse (fatto eccezionale perché è difficile alimentare in cattività uccelli di becco fino come il pettirosso). Era la gioia dei due coniugi, che ne parlavano a tutti. Poi, l'altro giorno, improvvisa, la morte: certamente provocata da virus influenzale. Attenti a quei due Dopo la strage di trote avvenuta quest'estate, strane voci corrono a Monterosso, in Val Grana (Cuneo). Si dice che due • individui » si aggirino nottetempo con una batteria d'automobile lungo il torrente per catturare furtivamente le trote con scariche elettriche Sono soltanto voci, nulla abbiamo potuto appurare con sicurezza; se per caso queste voci rispondessero a verità, i due « individui » devono essere colpiti senza esitazione e chi avesse certe idee bracconiere per il capo comprenda che è meglio dimenticarle: in Val Grana c'è chi vigila. Il torrente Grana ha una buona e cattiva sorte nello stesso tempo: è uno dei pochi corsi d'acqua liberi (cioè non trasformati in riserva privata o della Fips), nel | quale non si paghi un balzello per pescare (oltre alla licenza governativa); di riscontro però è il meno vigilato, anche per la povertà numerica delle guardie provinciali (che per questo vanno aiutate dai pescasportivi con sollecite denunce in casi di infrazione). Ora si parla di costituire una società pescatori pei il • controllo • del Grana: anche qui siamo a II-1 vello di voci, cercheremo di ve- \ dercì più chiaro. Intanto che ne pensa il sindaco di Caste/magno? OMERO MARRACCIM e PIERO CERATI

Persone citate: Bassilana, Cervetto, Fabbri, Francesco Bassilana, Giorgio Mistretta, Giuseppe Cervetto

Luoghi citati: Carnago, Monterosso, Torino