Scotland Yard suggerisce "Agire con forza, subito,, di Francesco Fornari

Scotland Yard suggerisce "Agire con forza, subito,, Scotland Yard suggerisce "Agire con forza, subito,, "Le indagini non devono essere sospese neppure per un attimo", dice Andy Henderssn, braccio destro dell'ispettore Smith, esperto in "kidnapping" - E si preoccupa dei giornali: "In questi casi complicano un po' la faccenda" - Dice: "In Inghilterra non si rapisce nessuno" (Dal nostro inviato speciale) [ Londra, 28 novembre. In un palazzo di vetro e j acciaio nella Victoria Street, nella City of Westminster, il centro storico di Londra, ci sono gli uffici di Scotland Yard, la celebre polizia londinese famosa in tutto il mondo. Dopo lunghe trattative ho ottenuto un appuntamento con Andy Henderson, braccio destro dell'ispettore Smith, esperto in kidnappings. L'incontro avviene in uno spoglio ufficio al secondo piano: le vecchie sedie di legno e il lungo tavolo ricoperto di formica fanno uno stridente contrasto con le linee avventurosamente architettoniche dell'edificio che ci ospita. Tema del colloquio, i sequestri di persona a scopo di estorsione. Henderson esordisce con un'affermazione categorica: «L'ultimo caso avvenuto in Inghilterra risale al 1360 ». Poi si corregge: « C'è stato un kidnapping nel 1969: il caso McKay. Ma non fa testo: i rapitori si sono dimostrati sprovveduti fin dall'inizio. Intanto hanno sbagliato persona: hanno sequestrato una donna credendo che fosse la moglie del presidente del giornale News of the world, invece era la moglie di uno degli impiegati. Le trattative per il riscatto pretendevano un milione di sterline, sono andate avanti per settimane: era chiaro che neppure loro sapevano che cosa fare. Alla fine li abbiamo arrestati ». Henderson racconta come si sono svolte le indagini. « Fin dal primo giorno ci siamo installati nell'abitazione di mister McKay. Le trattative con i banditi, due fratelli giamaicani, le abbiamo dirette noi. Loro volevano parlare soltanto con la figlia della donna In ostaggio, ma ogni richiesta veniva filtrata dai nostri specialisti, alla fine i rapitori erano costretti ad agire come volevamo noi, non gli abbiamo mai lasciato la più piccola autonomia ». / banditi sapevano che la polizia era presente durante le loro telefonate, che le indagini non sono state sospese neppure per un attimo durante tutto il periodo in cui la donna è rimasta nelle loro mani? « Non lo so. Può darsi. Certo noi non abbiamo dato pubblicità alla cosa anche se, purtroppo, i giornali erano al corrente della vicenda e ogni giorno comparivano articoli su tutti i quotidiani ». « Ecco — contìnua Henderson — posso dire che la presenza della stampa in questi casi complica un po' la faccenda. Ma non potevamo farci nulla: la vittima designata era la moglie del presidente di un giornale, la donna prigioniera era moglie di un impiegato del giornale, prima ancora che noi sapessimo del sequestro sul posto erano già arrivati i cronisti e non abbiamo potuto farci niente ». Non ritenete che l'attività della polizia possa pregiudicare l'esito delle trattative fra rapitori e familiari della vittima e mettere in pericolo l'incolumità dell'ostaggio? «E' difficile rispondere a questa domanda. Come ho già detto, in Inghilterra praticamente questo tipo di reato non esiste, perciò non abbiamo un sistema standard per agire in queste situazioni. Ritengo, inoltre, che questo sia un crimine piuttosto particolare: ogni caso costituisce una storia diversa. E' certo che per prima la polizia deve garantire l'incolumità della persona rapita. Ma la nostra regola è che quando un crimine è stato commesso la polizia non deve restare con le mani in mano ». Perciò voi non siete d'accordo con i sistemi applicati in Italia, dove le indagini si iniziano soltanto quando l'ostaggio è tornato in libertà? « Io non posso esprimere giudizi sull'operato di altre polizie. Ritengo poi che la polizia italiana, come quella americana, abbia molto più esperienza di noi in questo settore perché nel vostro Paese, come negli Stati Uniti, i kidnappings sono piuttosto frequenti. Se questo reato dovesse diffondersi anche in Inghilterra, allora verrebbe creato un team di esperti in sequestri a cui sarebbero affidate le indagini di ogni singolo caso e a cui spetterebbe il compito di trovare le soluzioni più idonee ». « Ma, precisa l'ispettore, si tratta di un crimine particolare ed è difficile stabilire un programma che possa adattarsi a tutte le situazioni. Certo che agendo soltanto dopo la liberazione dell'ostaggio, ai criminali viene lasciato molto tempo a disposizione per portare a termine l'impresa, intascare il riscatto e sparire. D'altra parte, se intervenendo con durezza si dovesse provocare la morte di una vittima di un sequestro, l'opinione pubblica insorgerebbe contro la polizia». Henderson tiene a sottolineare che « è molto diffìcile per noi accettare questo stato di cose: se un crimine è stato commesso la polizia deve investigare. D'altra parte credo che la polizia americana e quella italiana abbiano molta più esperienza di noi su quanto va fatto per salvare la vita degli ostaggi. Noi abbiamo avuto soltanto un caso, quello McKay, e la nostra esperienza è nulla. Ma la nostra regola generale è una sola: se c'è un crimine, la polizia non può restare a guardare. Però questa regola può variare secondo le circostanze ». Secondo Scotland Yard, l'ondata di rapimenti che sta avvenendo in Italia può essere opera di bande diverse, quasi frutto di un'emulazione fra delinquenti attratti anche dalla relativa facilità del crimine e dai grossi guadagni che ne derivano, o è più lecito pensare che esista un'unica organizzazione che muove le fila? «In questo senso lei ne saprà più di me; comunque, seguendo i fatti italiani, ritengo che si possa pensare all'esistenza di un'unica organizzazione. Un kidnapping viene sempre commesso per una sola ragione: procurarsi del denaro. Tanto denaro "guadagnato" in maniera così facile può far gola alla mafia o alle organizzazioni politiche, terroristiche ». 2Vo;z le chiedo la ricetta per risolvere il kidnapping in Italia. Ma lei, come esperto di Scotland Yard in questo ge¬ nere di reati, quali consigli potrebbe dare? « Nessuno, perché è un problema di cui abbiamo avuto un solo caso negli ultimi anni. Ogni rapimento inoltre fa storia a sé. Da noi, per esempio, tempo fa un individuo ha tentato di rapire la principessa Anna. E' evidente che in quell'occasione, se il sequestro fosse riuscito, noi avremmo agito in maniera totalmente diversa da quanto è stato fatto all'epoca del rapimento McKay ». « Sono sicuro, conclude Henderson, che se in Inghilterra si verificassero dei kidnappings con la stessa frequenza che hanno adesso in Italia, verrebbe creata una squadra di specialisti che si occuperebbe esclusivamente di questo settore al fine di trovare, se possibile, uno o più soluzioni da adottare di volta in volta secondo i vari casi. Può darsi che alla fine si deciderebbe di fare come in Italia, intervenendo soltanto dopo che l'ostaggio è liberato ». Pur sostenendo che ogni problema dev'essere affrontato in maniera diversa, il funzionario di Scotland Yard afferma che « in generale il modo migliore per risolvere un problema è agire rapidamente e con una certa forza»™ Fra i vari reati, il kidnapping è il più grave e il più odioso, « il più difficile da risolvere. Una pena severa può servire a scoraggiare i delinquenti ». In Inghilterra il sequestro di persona a scopo di estorsione è punito con l'ergastolo. Francesco Fornari

Persone citate: Andy Henderson, Andy Henderssn, Henderson, Scotland Yard