In pericolo i capi del gruppo Baader di Tito Sansa

In pericolo i capi del gruppo Baader Continuano a rifiutare cibo In pericolo i capi del gruppo Baader (Dal nostro corrispondente) Bonn, 23 novembre. Il rischio che altri membri del gruppo anarchico BaaderMeinhof muoiano in carcere è «gravissimo» e «aumenta di giorno in giorno», fino a quando gli anarchici continueranno lo sciopero della fame che dura ormai da più di due mesi, dal 13 settembre. Lo ha detto a Stoccarda un portavoce del ministero della Giustizia del Baden-Wiirttemberg, smentendo un comunicato diffuso appena ieri, nei quale era detto che le condizioni di due dei capi della «Frazione Armata Rossa» Gudrun Ensslin e Cari Raspe (gli altri due, Andreas Baader e Ulrike Meinhof sono in carcere a Berlino; il quinto, Holger Meins, è morto d'inedia due settimane fa) «non sono preoccupanti» e che la vita dei due «non è in pericolo». Si è insomma aperta una diaputa tra la magistratura e i medici, i quali (com'è stato riportato in diverse interviste) sotto dell'opinione che i detenuti che fanno lo sciopero dMa fame possono venire tenuti in vita con un'alimentazione forzata artificiale, anche per molto tempo. I responsabili della giustizia (evidentemente scossi dalla morte improvvisa di Holger Meins) non sono così fiduciosa quanto i medici, e mettono le mani avanti. La magistratura è anche in pieno disaccordo con la polizia criminale federale, la quale ha pesantemente attaccato lo giustizia tedesca, accusandola di avere insabbiato «diverse tonnellate» di materiale d'accusa sequestrato già in febbraio, intralciando in tal modo la caccia ai terroristi, i quali avrebbero in Germania l'appoggio di circa cinque-seimila simpatizzanti, giovani della buona borghesia, intellettuali e rappresentanti della Chiesa evangelica. Alle accuse contro la Chiesa ha risposto oggi il vescovo evangelico di Berlino, Kurt Scharf, le cui dimissioni erano state chieste a gran voce da giornali conservatori, dopo una sua visita a Ulrike Meinhof nel carcere berlinese di Moabit e l'arresto di due a'tivi membri della Chiesa, la moglie di un parroco e un giovane vicario. «Ho visitato Ulrike Meinhof su invito del ministro locale della Giustizia — ha detto il prelato — e non he incoraggiato la detenuta ma l'ho invitata a sospendere l'insensato e pericoloso sciopero della fame. Non mi dimetto, il mio ritiro equivarrebbe a un'ammissione di col- pa>> Tito Sansa

Persone citate: Andreas Baader, Gudrun Ensslin, Holger Meins, Kurt Scharf, Ulrike Meinhof

Luoghi citati: Baden-wiirttemberg, Berlino, Bonn, Germania, Stoccarda