Consulto di esperti sui giornali in crisi di Guglielmo Zucconi

Consulto di esperti sui giornali in crisi Milano: concluso il convegno Consulto di esperti sui giornali in crisi Giornalisti e tecnici dell'informazione hanno analizzato per due giorni i mali della stampa ed i rimedi per uscire dalla congiuntura (Dal nostro corrispondente i Milano, 23 novembre. (g.m.) Si è concluso questa sera al salone dei congressi della Fiera campionaria di Milano il convegno « Libertà d'opinione e strumenti di informazione di massa nel mondo contemporaneo » organizzato dalla «Fondazione Angelo Rizzoli». I lavori si erano iniziati ieri mattina con la sessione stampa, presieduta dal sen. Giovanni Spadolini. Il primo relatore, Tomoo Hirooka, presidente del quotidiano giapponese «Asahi Shimbun», ha riferito sugli aspetti della gestione e della diffusione del maggior quotidiano del mondo (undici milioni di copie vendute ogni giorno). Per quanto riguarda l'aumento dei costi di gestione, gli editori dell'«Asahi Shimbun » hanno superato il problema allargando le attività dell'azienda anche al campo televisivo, ciò che ha permes so di acquisire notevoli introiti pubblicitari. Ha poi parlato Pierre Viansson-Ponté, consigliere di direzione di « Le Monde », il quotidiano francese che rappresenta uno dei pochi esempi europei di autogestione da parte dei giornalisti. Ponte, ha illustrato un altro attualissimo problema, la concentrazione delle testate. Nel pomeriggio i lavori si erano occupati della sezione radiotelevisiva, sotto la presidenza del prof Carlo Bo, rettore dell'università di Urbino. Il primo relatore Nigel Ryan, direttore dell'Independent Television News, una rete televisiva privata che opera in Gran Bretagna, ha affermato che il grosso vantaggio della Itn consiste nel fatto di essere finanziata da quindici diverse ditte commerciali, senza alcun interesse politico nella diffusione delle notizie. Stamattina ha avuto inizio, sotto la direzione di Arrigo Benedetti, la sessione comune per la stampa e la radiotelevisione. Le relazioni introduttive sono state tenute da due addetti all'informazione britannici, John Crawley, assistente alla direzione della Bbc, e Denis Hamilton, direttore del Times. II direttore del più prestigioso quotidiano britannico ha esposto i punti comuni tra Italia e Inghilterra per l'informazione stampata: gruppi di potere economici e politici, intricata situazione sindacale, rischio di veder diventare la stampa una industria povera. Dopo numerosi interventi tra cui quello di Gaetano Arfè, direttore delV Avanti.', e di Vittorio Gorresio della Stampa, sono iniziate le tavole rotonde: una riservata ai quotidiani, l'altra ai periodici. Nella tavola rotonda sui quotidiani, presieduta da Alberto Ronchey, hanno preso la parola Carlo Casalegno, vicedirettore della Stampa, Roberto Ciuni, direttore de // giornale di Sicilia, Alessandro Curzi, vicedirettore di Paese Sera, Giancarlo Eramo, direttore de La Gazzetta dì Mantova, Baldassarre Molossi, direttore della Gazzetta di Parma e Piero Ottone, direttore del Corriere della Sera. Carlo Casalegno ha detto che la crisi economica delle testate è un fatto a carattere internazionale: in particolare in Italia si legge troppo poco. Piero Ottone ha riportato il discorso sul modo di gestione economica dei quotidiani. Con Enzo Biagi moderatore s'è quindi iniziata l'ultima tavola rotonda, quella sui periodici. Vi hanno partecipato Silvio Bertoldi, direttore di Epoca, Vittorio Buttafava, direttore di Oggi, Tommaso Giglio, direttore de L'Europeo, Davide Lajolo, direttore di Giorni, Benedetto Mosca, direttore della Domenica del Corriere, Lamberto Sechi, direttore di Panorama, Livio Zanetti, direttore àeìl'Espresso e Guglielmo Zucconi, direttore di Tempo.

Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Italia, Milano, Sicilia, Urbino