In corso "grandi manovre,. di Luca Giurato

In corso "grandi manovre,. In corso "grandi manovre,. Roma, 22 novembre. Tutto risolto per la delegazione repubblicana al governo: Bruno Visentini, presidente della Olivetti e vicepresidente della Confindustria, ha accettato stamane l'incarico di ministro delle Finanze. Cade così completamente l'ipotesi di una candidatura La Malfa al Bilancio; il leader repubblicano, che ha vinto le ultime resistenze di Visentini, sarà vicepresidente del Consiglio e coordinatore della politica economica nel governo Moro. Gli altri ministri del pri sono: Bucalossi (Lavori pubblici), Reale (Giustizia), Spadolini (Spettacolo, Ricerca scientifica, Beni culturali unificati). Tutto in alto mare, invece, per la delegazione de, dove è scattata « l'operazione rinnovamento ». Se le ipotesi che dominano stasera la « borsavoci » di Montecitorio sono esatte (non lo sono quasi mai, ma la situazione è così confusa che le fonti di solito attendibili tacciono o si contraddicono), gli spostamenti e le novità, nel nuovo governo, dovrebbero essere parecchi. Lè riferiamo a titolo di cronaca, al termine di una delle giornate più difficili e più dense di contrasti da quando ha avuto inizio « la crisi più lunga » (il 3 ottobre scorso). Il ministero dell'Interno cambierebbe di titolare e il nuovo responsabile sarebbe Flaminio Piccoli, leader do roteo, capo dei deputati de. A Taviani, sempre secondo indiscrezioni che nessuno ha confermato, la delegazione de (Fanfani, Zaccagnini, Piccoli, Bartolomei) avrebbe offerto o il Bilancio o le Partecipazioni statali. Taviani, che è stato segretario del partito, e che ha appoggiato senza riserve Moro durante il suo tentativo, ha risposto che non gli interessavano né l'uno né l'altro. « O all'Interno o niente ». Dopo Taviani, si sono recati a Piazza Del Gesù, dove la delegazione de ha tenuto tutti i suoi colloqui, gli ex presidenti del Consiglio Rumor, Colombo, Andreotti. Per Rumor, salvo colpi di scena all'ultimo momento, sempre possibili in una vicenda come questa, non ci dovrebbero essere novità: sarà il nuovo ministro degli Esteri. Nessuna novità anche per Emilio Colombo, che continuerà a guidare la politica economica dal ministero del Tesoro. Le sue scelte e la sua azione sono pienamente sostenute da La Malfa; anzi, La Malfa ritiene che Colombo sia l'uomo migliore per dirigere il Tesoro in questo difficile momento e il suo « no », im- mediato e coerente, alle ipo tesi di una sua candidatura a quel posto è scaturito pro¬ prio da questa convinzione. Novità per Giulio Andreotti, altro « grande interlocutore » della delegazione de va precisato che a tutti questi incontri Moro non è mai stato presente). Seguendo il criterio della « rotazione » e del « rinnovamento » (che sta provocando negli ambienti politici polemiche a non finire) la delegazione de ha chiesto al ministro della Difesa di lasciare il suo posto ad Arnaldo Forlani, fanfaniano, ex segretario della de. Ad Andreotti è stato offerto il ministero del Bilancio. Andreotti non sarebbe rimasto sorpreso: sapeva già da stamane che nella de c'erano novità nell'aria. L'avrebbe accolta con il solito, quasi impercettibile sorriso e non avrebbe detto né « sì » né « no ». E' molto amico di Forlani, che sostenne il suo governo dalle elezioni del maggio '72 al patto di « Palazzo Giustiniani » (maggiogiugno '73), un avvenimento che segnò, nello stesso tempo, la fine del centrismo e il ritorno di Fanfani alla segreteria. Andreotti perse il posto di premier e Forlani quello di leader del partito. E' probabile quindi che accetti il Bilancio. Meno « fair-play » avrebbe dimostrato Nino Gullotti, attuale ministro delle Partecipazioni statali e altro grande sostenitore, con Taviani e Colombo, del tentativo Moro. Sarebbe stato chiesto anche a lui di « ruotare », non siamo in grado di riferire dove (il solito Bilancio?). E' invece nota quella che sarebbe stata la risposta del notabile doroteo, che è uni dei più forti del gruppo non solo come potere interno: « Io da qui non mi muovo, e non accetto né discuto altri posti ». Come andrà a finire si saprà solo quando Moro leggerà la lista al Quirinale (domani sembra improbabile; forse domenica, forse lunedì). Gullotti dovrebbe comunque restare dov'è. Sugli altri ministeri, stasera, le voci sono tali e tante che è impossibile seguirle. Si ritiene sicuro Malfatti (fanfaniano) all'Istruzione, Morano (moroteo) al Lavoro, Sarti (doroteo) alla Marina mercantile, Togni (fanfaniano, un ministro molto criticato anche per la sua politica televisiva), alle Poste. Non si sa invece dove andranno Carlo Donat-Cattin e Marcora. Oggi, i liberali hanno deciso di astenersi quando il governo Moro chiederà la fiducia delle Camere e i comunisti di votare contro. Luca Giurato

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