I viaggi politici di un patriarca di Pietro Nenni

I viaggi politici di un patriarca I viaggi politici di un patriarca Discorsi e incontri di Pietro Nonni, dall'antico centralismo al più recente europeismo Pietro Nenni: « I nodi deV.a politica estera italiana », a cura di Domenico Zucaro, Ed. Sugar, pag. 317, lire 4500. Anche una politica estera sostanzialmente unidirezionale, quale l'italiana, avviata sin quasi dall'inizio sui binari rettilinei dell'atlantismo e dell'europeismo, ha avuto ed ha i suoi nodi da affrontare: cominciando con l'inevitabile accettazione del trattato di pace e proseguendo poi, via via, con la «scelta di campo » (appunto l'adesione al Patto atlantico) ed il conseguente esercizio «sul filo del rasoio della guerra fredda », indi « il travagliato cammino della distensione », infine la ricerca d'un nuovo equilibrio europeo e mondiale. A tutte queste fasi della nostra politica estera ha partecipato Pietro Nenni, col costante impegno di sciogliere, per quanto stava in lui, i nodi; e sempre in primo piano, non tanto tecnicamente (rari e brevi i suoi passaggi alla direzione della Farnesina) quanto politicamente e umanamente. L'apporto fondamentale di Nenni in un campo nel quale si ritiene comunemente debba dominare il più crudo realismo (si veda, oggi, la Realpolitik di a a , e a i a a n l d l a n e a l , o e n e i i Kissinger) è stato quello di intendere sempre la politica estera alla luce di un motivo ideale e morale: dall'antico neutralismo al più recente europeismo, contro la mera politica di potenza, una politica di pace e di vero equilibrio. Una politica estera, quindi, strettamente collegata con la politica interna, in una organica visione unitaria di democratico e pacifico progresso sociale, garantito e al contempo garante della stabilità internazionale. Come Nenni abbia tradotto in pratica questa sua concezione globale, in trent'anni di attiva presenza sulla scena della politica estera italiana, è quanto risulta dalle pagine del presente volume: una raccolta di scritti, discorsi, documenti, brani tratti dai taccuini nenniani, il tutto ordinato cronologicamente e collegato dal tessuto narrativo del curatore Zucaro. Il carattere antologico dell'opera non sminuisce la sua importanza come opera essenzialmente storica, che non può essere ignorata da chiunque voglia ricostruire in tutti i suoi aspetti la storia della politica estera italiana dalla Liberazione ad oggi. Anzi, la storia in generale delle relazioni internazionali in questo dopoguerra, perché nelle parole di Nenni si trova sempre qualche spunto, qual¬ che notazione sull'uno o sul- l'altro dei maggiori eventi in- ternazionali, anche non diret- tamente riguardanti l'Italia, Avvincenti sono in partico- lare i resoconti che uno scrittore dalla penna così abile come Nenni fa, nei taccuini qui riportati, dei suoi incontri con personaggi tanto diversi quali Stalin e il suo successore Kruscev, Mao Tse-tung e Kennedy, Paolo VI e Tito. L'incontro con Stalin in occasione del conferimento a Nenni del premio per la pace che dal dittatore sovietico prendeva allora il nome, avvenne nel luglio del 1952, in piena «guerra fredda»; fu un incontro senza traccia di solennità o imponenza, né nella persona e nel portamento di Stalin né nel suo ambiente di lavoro. Insieme a battute di buon senso Stalin pose all'interlocutore italiano domande che lo lasciarono interdetto: « Il Papa vuole la guerra? », oppure, parlando del cardinale Spellman, «Questo vostro cardinale di quante divisioni dispone? ». E, avendogli Nenni risposto: « Non ha divisioni », Stalin ribatté: « Allora non mi interessa ». Kruscev, invece, ricevette Nenni (a Yalta, ottobre '55) vestito goffamente, gioviale ma capace di giudizi feroci sui massimi dirigenti sovietici: Molotov, « Un mulo »; Vo- l- roscilov, « Il solo momento n- in cui non combina guai » è t- quando si riposa. Anche Kena, nedy sapeva esprimere giudi- zi taglienti, per esempio su o ì ci nl o o n netluro o a n ai lona o enE, o: n ne ) e ci io- De Gaulle, « Un uomo di trecento anni or sono ». L'esemplificazione potrebbe ampiamente continuare, ma preferiamo lasciare al lettore il piacere di scoprirla da sé scorrendo le pagine del volume, per tornare, a titolo conclusivo, sull'ultimo atteggiamento di Nenni in materia di politica estera. Il titolo del capitolo finale, « L'Europa alla ricerca di se stessa », indica già chiaramente quale sia tale atteggiamento, di grave preoccupazione per gli avvenimenti che, dal '73, hanno dimostrato la debolezza e lo smarrimento dell'Europa. Ma Nenni, personalmente, non è uomo da smarrirsi, non sarebbe socialista se non avesse un solido fondo di fiducioso ottimismo, nonostante tutte le delusioni e le amarezze. Le parole da lui pronunciate al Senato nel dicembre del '73 (.«Risoluti per conto nostro a non lasciarci sgomentare né dalle difficoltà né dallo sconforto»), al di là dell'occasione specifica dalla quale furono sollecitate, esprimono perfettamente il senso dell'impegno di un'intera vita di combattimento. Ferdinando Vegas

Luoghi citati: Europa, Italia, Yalta