Cinque bimbi intossicati dai gas dell'auto messa in moto per gioco: 2 morti, 3 gravi

Cinque bimbi intossicati dai gas dell'auto messa in moto per gioco: 2 morti, 3 gravi Una spaventosa tragedia ieri nel box di un palazzo di Milano Cinque bimbi intossicati dai gas dell'auto messa in moto per gioco: 2 morti, 3 gravi (Nostro servizio particolare) Milano, 21 novembre. Cinque bambini sono rimasti intossicati dall'ossido di carbonio sprigionatosi dal tubo di scarico di un'automobile che, per gioco, avevano messo in moto: due sono morti, gli altri sono stati ricoverati al reparto rianimazione del Policlinico. La tragedia è avvenuta in un box di via Tibaldi 56, all'interno di un'auto di grossa cilindrata appartenente al padre di uno dei piccoli. I bambini morti sono: Gianluca Puzzarmi, 8 anni, e Luca Lanzoni, 10 anni, che abitano nel medesimo palazzo in cui è avvenuto il fatto; in condizioni disperate i loro amici (abitanti al n. 54 della stessa via) Luca Moscatelli, 12 anni, Paolo Andrea Prada, 7 anni e Luca Renna, 8 anni. I primi due risultano « decerebrati » (l'elettroencefalogramma risulta piatto; le cellule del cervello sono rimaste troppi minuti senza l'afflusso di ossigeno); il terzo è in stato di « arresto cardiaco ». I corpi sono stati ritrovati poco dopo le 19; tre madri — le signore Puzzarmi, Lanzoni, Prada — preoccupate per il ritardo dei figli, li cer- cano e chiamano un po' dappertutto, poi decidono di scendere nel seminterrato dove sono i box. Da quello di cui è proprietario il dott. Lanzoni, direttore d'una banca, provengono gemiti. Le tre donne aprono e, chiusi nell'auto, vedono i corpi inerti dei loro bambini. Pianti, grida, invocazioni di aiuto; arrivano sul posto otto volanti, tre autolettighe; i piccoli vengono estratti dall'abitacolo. Per due di loro, non c'è più nulla da fare; a un terzo, che respira sempre più flebilmente, un brigadiere applica la respirazione bocca a bocca. Le ambulanze trasportano al Policlinico i bimbi, accompagnati dalle madri sconvolte. Nei corridoi dell'ospedale un padre appena giunto, continua a battere la testa contro il muro ripetendo: « Non è possibile, non è possibile ». Un altro si abbandona su una panca: la moglie, in piedi, lo sorregge per le spalle. I cinque bambini sono stati visti l'ultima volta intorno alle 17; allegri, scatenati come lo può permettere la periferia di una grande città, dove intorno agli edifici, alti dieci e più piani, ci sono tante aiuole che è proibito calpestare, vialetti che bisogna stare attenti a non sporcare, strade che è pericoloso attraversare. Oggi è una giornata d'autunno tiepida, per giocare in casa c'è tempo tutto l'inverno. I bambini scendono. Luca Lanzoni ha la passione delle automobili, il garage dei genitori è pieno di scatole, con modelli di macchine e percorsi: « Andiamo a giocare lì », propone ai compagni. Il bambino sa come si apre il box: il padre usa lasciare la saracinesca accostata, basta spingere. Così fanno, ma, una volta dentro, il richiamo dell'automobile « vera » che è lì, aperta, incustodita, è troppo grande. Luca sa pure che il padre ha l'abitudine di lasciare le chiavi sul tetto della vettura: un'impresa da nulla prenderle, basta farsi aiutare ad arrampicarsi. E così è stato. Ornella Rota (Continua a pagina 2 in terza colonna) Milano. Il box dove i cinque bambini sono rimasti intossicati dal gas dell'auto (Italia)

Persone citate: Gianluca Puzzarmi, Lanzoni, Luca Lanzoni, Luca Moscatelli, Luca Renna, Ornella Rota, Paolo Andrea Prada

Luoghi citati: Italia, Milano