Per la tragedia di Beit Shean c'è rabbia e orrore in Israele di Igor Man

Per la tragedia di Beit Shean c'è rabbia e orrore in Israele Condannato lo scempio dei fedayn morti Per la tragedia di Beit Shean c'è rabbia e orrore in Israele (Dal nostro inviato speciale) Gerusalemme, 20 novem. Alla pietà per i morti innocenti di Beit Shean sì somma l'orrore per la furia della folla che ha linciato i cadaveri dei tre fedayn, dopo averli gettati dalle finestre della casa dove si erano asserragliati. Questo pomeriggio, ai solenni funerali disile quattro vittime dell'assalto, erano presenti i due Grandi Rabbini di Israele. Chlomo Goren (askenazi) e Ovadia Yossef (sefardita). Il ministro delle Informazioni, Yariv, rappresentava il governo. Il Gran Rabbino Goren. dopo aver fatto l'elogio funebre dei caduti, ha condannato il linciaggio dei guerriglieri: «Non si profanano i morti. La tradizione secolare ebraica insegna il rispetto delle spoglie mortali, anche se nemiche». Il ministro Yariv ha assicurato gli abitanti di Beit Shean. «tanto duramente provati», che il popolo e il governo di Israele «continueranno a lottare contro il terrorismo dovunque e con tutti i mezzi». (Iersera, al Parlamento, il ministro della Difesa. Peres, aveva detto: «Abbatteremo i terroristi fino all'ultimo uomo »). Tutti gli editoriali della stampa sono dedicati alla tragedia di Beit Shean e al suo terrificante epilogo. Al Hamishmar condanna la mutilazione dei cadaveri (gli hanno mozzato la testa, tagliato le dita prima di darli alle fiamme): Maariv scrive: «Siamo fieri del coraggio, del sangue freddo degli abitanti della casa assalita, fieri dell'audacia dei nostri soldati che hanno abbattuto gli assassini. Nello stesso tempo, di fronte alla bestialità della folla che si è accanita su dei cadaveri, abbassiamo gli occhi per la vergogna e la confusione». «Disgusto» esprimono gli altri giornali che però si dilungano sull'aspetto politico dell'azione dei fedayn. «Chi si era illuso — scrive Haaretz — che l'Olp intendesse contentarsi di uno Stato arabo-palestinese nella Giudea, nella Samaria e nella striscia di Gaza, e ancora non avesse compreso il senso del discorso di l'ZaW^wmunmlpmrZ | ^'ff^Um^dì Habash, istigatori dei disordi Arafat (la sparizione di Israele) dovrà ponderare sui fatti di ieri». L'operazione dei guei-riglieri ha svelato le reali intenzioni dell'Olp, conclude Haaretz, ha rivelato il suo autentico volto: Nayef Hawatmeli, i cui uomini hanno ucciso, non fa parte di quel gruppo di organizzazioni che osteggiano Arafat. Tutti i Quotidiani, ad eccezione della Jerusalem Post, ignorano che l'Olp abbia condannato l'ozione dei terroristi. Continua intanto la tensione nei territori occupati: sciopero generale di protesta a Ramallah, tentativi di scioperi studenteschi a Gerico e a Khalkhoul (presso Hebron), tafferugli a Gerusalemme Est. Nella città vecchia i poliziotti hanno fatto irruzione nell'istituto dei «Fratelli Cristiani» per espellere alcuni liceali di un'altra scuola «venuti per incitare allo sciopero». Un religioso francese è rimasto contuso. La polizia ha eseguito nu! merosi arresti in Cisgiordai nia; soprattutto, viene comu ni. Le principali città della Cisgiordania sono pattugliate da soldati con il mitra imbracciato e il dito sul grilletto. Il giornale in lingua araba Al Kuds, che si stampa a Gerusalemme, osserva commentando la situazione nei territori occupati che le manifestazioni di gioia, per i successi politici dell'Olp, erano prevedibili. («La storia ci insegna che i popoli occupati si sono sempre, in tutti i tempi, opposti all'invasore con ogni mezzo a loro disposizione»). Nelle ultime ore Israele sta spiegando un'intensa attività diplomatica negli Stati Uniti, mosso da due preoccupazioni. Da una parte. Israele domanda agli Usa di intervenire presso il governo giordano affinché impedisca che i fedayn si stabiliscano nel suo territorio (i guerriglieri di Beit Shean sono venuti dalla Giordania): dall'altra, Israele chiede spiegazioni dopo la di- chiarazione del sottosegretario Sisco: «Gli Stati Uniti considerano l'Olp come l'organizzazione che raggruppa tutti i movimenti palestinesi (...) Una pace duratura deve tener conto degli interessi legittimi dei palestinesi». Gli ambienti del ministero degli Esteri israeliano esprimono «accorata sorpresa» per il tenore delle dichiarazioni di Sisco, rilasciate all'Usia prima della tragedia di Beit Shean, e per il fatto che siano state diffuse proprio «in un giorno tragico per Israele». Con nervosismo e senza troppe speranze si attende il voto dell'Orni sulla mozione in favore dei palestinesi, pi-esentata dagli arabi. In questo mo mento lo stato d'animo degli israeliani è quello di un popolo assediato che teme dì non potersi più fidare nemmeno dei propri amici. Igor Man Beit Shean. Familiari delle vittime ai funerali (Tel. Ap)