Il sacerdote esorcista dice: "Il diavolo c'è,, di Remo Lugli

Il sacerdote esorcista dice: "Il diavolo c'è,, E parroco in una borgata di Firenze Il sacerdote esorcista dice: "Il diavolo c'è,, Ha cinquantanni e da venti vive a contatto con invasati - Afferma: "Il demonio si presenta sotto diverse spoglie e dice bugie per confondere le idee" - I sistemi per cacciare il "malvagio": a volte basta una benedizione, altre occorrono anni per giungere a un risultato (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 20 novembre. Il diavolo è di stretta attualità, portato all'attenzione del pubblico dal film «L'esorcista». «Saranno vere, storie del genere?» si chiede la gente. I più sono scettici, pensano che tutto — possessione, demonio, esorcismi — sia frutto di invenzione, di fantasia. Dovrebbero essere più cauti nelle loro negazioni. Migliaia di casi Gli esorcismi ci sono, il problema anche. Don Giuseppe Franci, parroco di Santo Stefano in Pane, ad esempio, pratica esorcismi da ventanni. Ha avuto in esame migliaia di persone. Quante erano davvero possedute, nel senso classico della parola, non è facile dirlo. Forse venticinque o trenta, dice lui. Dalla massa c'è da «schiumare» tutti i nevrotici, gli psicastenici, gli ammalati di mente, insomma. Restano quelli che, secondo il sacerdote, sono effettivamente posseduti. Un demonologo gesuita di Roma affermava, tempo fa, che in Italia potrebbero essere diecimila. Ma posseduti da chi, dal diavolo oppure dai demoni, cioè gli angeli che si ribellarono a Dio o, semplicemente, da spiriti malvagi di ex viventi? «Non si può mai dare una risposta sicura — afferma don Franci —: il diavolo, quasi sempre dice bugie per confondere le idee e si presenta sotto diverse vesti. A volte, comunque, ci troviamo di fronte a corpi sicuramente posseduti che assumono, durante le crisi, una forza so¬ vrumana, parlano in lingue diverse e sconosciute, vomitano oggetti non ingeriti. Corpi malati, di una malattia che nessun medico ha saputo guarire e che, -invece, sono guariti dalle preghiere e dall'acqua santa. A volte basta una benedizione, in altri casi le esorcizzazioni devono prolungarsi per anni. Alla fine abbiamo il sopravvento sul male oscuro, sul Malvagio». Don Giuseppe Franci ha 50 anni. Nel '54 gli si presentarono, qui in parrocchia, due casi di indemoniati. Per esorcizzare occorre l'autorizzazione del vescovo e lui l'ottenne. Da allora ha continuato e gli si sono via via presentati ossessi, provenienti da ogni parte. Potrebbe raccontare, a lungo, episodi orribili. Gli chiedo se ha visto «L'esorcista», il film di Friedkin che fa tanto scalpore e che taluni giudicano esagerato, per le manifestazioni demoniache della ragazzina. «Sì, l'ho visto. Mi pare che non renda il clima di tragedia che coinvolge tutte le persone vicine al posseduto — dice — la famiglia: ci si è preoccupati soprattutto della spettacolarità e ne sono usciti molto istrionismo e scarsa veridicità. Io, nei miei esorcismi, ho assistito a cose "concrete": indemoniati che camminavano con la schiena, ad esempio, altri che acquistavano una forza poderosa ». Perché un uomo o una donna può essere preda del diavolo o comunque dì uno spirito malefico? «Siamo di fronte al grande mistero del Male e della Provvidenza — risponde il sacerdote —. Può darsi che quelle persone offrano condizioni che sono un mezzo per questi "contatti" (capacità medianiche, temporaneo stato di abbandono spirituale). Ad ogni modo tutto avviene con la permissione di Dio e fa parte di un piano provvidenziale, nel quale siamo tutti inseriti con un ruolo che per noi è oscuro, ma che per Iddio è chiarissimo». Sento parlare di "fatture". Non siamo in epoca medioevale, si odono rombi di motori provenire dalla strada, oltre le finestre della canonica. «Spesso gli spiriti che parlano con voci diverse per bocca dell'invasato, dicono che sono stati spinti in quel corpo, dalla volontà di una persona vivente. Non c'è da meravigliarsi. Le fatture non sono altro che simboli, i quali significano intenzione di procurare il male, opposte quindi ai sacramenti che si traducono in grazia. Non si parla di "fatture" solo nel Sud e tra la gente semplice, se ne parla molto anche qui e nella società "bene"». Fatture e malocchio Don Franci cerca di spiegare a se stesso questi meccanismi che passano sotto il nome di «fatture» e di «malocchio», «Non c'è dubbio che vi sono persone in grado di "mobilitare" entità malefiche, perché agiscono a danno di altro e così pure persone capaci di emettere onde negative e altre di riceverle e di rimanerne influenzate. Perché poi possa bastare una semplice benedizione per riparare al danno non le so ». « Certo — aggiunge don Franci — il mistero che ci circonda è molto vasto. Perché, ad esempio, un bambino di sette mesi, colpito da una malattia intestinale che i medici non sapevano curare, con una sola benedizione è guarito? ». Come ci si rende conto della presenza di uno spirito maligno? « Prima di tutto attraverso il rifiuto di tutto quello che è sacro. Ci sono persone che accettano di venire a farsi esorcizzare: sono cortesi e rispettose con me poi, all'improvviso, non appena incomincio la preghiera di rito o le tocco con il crocefisso, mi si avventano contro, imprecano, bestemmiano. Alla fine non ricordano nulla ». Don Giuseppe mi fa conoscere una signora ex indemoniata, T. A., 61 anni, moglie di un autista. La sua storia si è protratta per sette anni, in due riprese. Mi racconta che, all'inizio, soffriva di malanni vaghi, indecifrabili. « Ma soprattutto — dice — sentivo che odiavo mio padre, mio marito, mio figlio, senza motivo. Inutili, gli interventi dei medici. Venni da don Franci e alle prime preghiere io, donna molto pia, esplosi in un'ira furibonda ». Mi ferì una spalla Il prete conferma: « Una volta mi addentò a una spalla fino a farmi uscire il sangue, nonostante l'imbottitura della giacca. Vomitava caramelle intere, ceci e stoppa che non aveva mai inghiottito; parlava in russo e in tedesco, lingue a lei sconosciute ». Aggiunge la donna: « Di quel periodo terribile, ricordo che quando don Giuseppe mi toccava, durante gli esorcismi, avevo la sensazione che mi scottasse; se mi posava la stola su una spalla, era come se mi schiacciasse con una tonnellata. Poi, finalmente, durante una seduta, lo spirito che avevo dentro annunciò che sarebbe uscito il 20 dicembre '73. E così avvenne, alle undici di sera. Un lungo, interminabile ululato, poi la liberazione ». A volte gli spiriti invasatori sono molti, fanno assumere alla loro vittima personalità diverse, anche le vo ci cambiano. Attraverso P. M., 27 anni ora sposata, madre di un bimbo che fa il chierichetto con don Franchi, si manifestava una certa Frangoise che si era uccisa gettandosi dalla Torre Eiffel. Diceva che mentre precipitava s'era pentita e quel pentimento le era servito per la redenzione. Chiedo a Don Frana che cosa significa, per lui, questa esperienza come esorcista. «E' bellissima per il contatto umano, anche se non si tratta di indemoniati. Si è indotti a riflettere, continuamente, sul destino dell'uomo, sul come e sul perché dell'altra vita. Ho avuto conferma, ad esempio, che inferno e paradiso non sono luoghi, ma condizioni di vita. L'altra vita è intomo a noi e le entità che ci circondano, godono della perfezione somma, nella misura in cui hanno realizzato la loro | perfezione, durante l'esistenza terrena ». Remo Lugli Un prete esorcizza un « indemoniato » con il collare di San Vicinio in un paese vicino a Cesena (Foto Publiphoto)

Persone citate: Friedkin, Giuseppe Franci

Luoghi citati: Cesena, Firenze, Italia, Roma