Sconfitte e conquiste della scuola a Genova, città dove tutti studiano di Felice Froio

Sconfitte e conquiste della scuola a Genova, città dove tutti studiano I molti e gravi mali che insidiano l'istruzione in Italia Sconfitte e conquiste della scuola a Genova, città dove tutti studiano Ci sono asili allestiti in vecchi magazzini e istituti superiori sovraffollati, ma è stato risolto il problema dell'obbligo scolastico: evasioni e abbandoni sono casi isolati, per l'impegno della popolazione - E vi è la più alta percentuale di giovani che frequentano le medie superiori (Dal nostro inviato speciale) Genova, novembre. In questo breve viaggio nella scuola genovese il cronista è stato fortunato: è giunto il giorno in cui il Consiglio comunale discuteva la situazione scolastica della città. Dal dibattito sono emerse le deficienze dell'edilizia (il 12 per cento degli alunni delle elementari e l'8 per cento delle medie sono costretti ai doppi turni), l'insufficienza delle scuole materne, l'inadeguatezza dell'assistenza, la mancanza di un dialogo tra autorità e cittadini, il continuo susseguirsi di provveditori agli studi (6 in tre anni). Ma soprattutto è venuto fuori un contrasto di fondo, anche in seno ai partiti della maggioranza, sul modo di concepire la scuola, di affrontare certi problemi. Nel corso del dibattito — sempre corretto — i comunisti hanno accusato la democrazia cristiana d'inerzia, d'essere legata a interessi particolari, d'aver la responsabilità, anche a livello nazionale, dell'arretratezza della nostra scuola. Il capogruppo comunista non si è fatta sfuggire l'occasione di rilevare « che i socialisti sono più vicini alle nostre posizioni che a quelle della maggioranza ». Si riferiva all'intervento del consigliere del psi, Biancucci, che con parole pacate e con tono disteso, aveva fatto una dura critica al modo con cui l'amministrazione comunale (intendeva riferirsi in particolare alla democristiana Bugiardini che da otto anni è assessore alla Pubblica Istruzione) affronta e risolve i problemi della scuola. La maggioranza ha approvato un ordine del giorno, frutte di un compromesso, col quale si recepiscono certe istanze sociali avanzate dai socialisti (e che erano contenute in maniera più incisiva negli interventi dei comunisti). C'è anche un impegno rivolto alla amministrazione civica di « coinvolgere i consigli di quartiere nella elaborazione dei piani di istituzione di nuove scuole materne e nelle modalità d'iscrizione alle scuole stesse ». Ma « si prende atto dei positivi risultati ottenuti dalla civica amministrazione in materia di edilizia scolastica e di diritto allo studio ». I mali della scuola genovese non sono gravi, anche se qualche scuola materna funziona in vecchi magazzini. C'è un sovraffollamento negli istituti superiori, in gran parte ubicati al centro della oittà: numerosl edifici che avrebbero bisogno d'essere rammodernati. Ma Genova ha risolto il problema dell'obbligo scolastico: le evasioni e gli abbandoni riguardano casi isolati. Qui la classe operaia sa cosa significhi far studiare i figli e si accol la ogni sacrificio per man- darli a scuola. E' per questo che Genova ha la più alta percentuale di giovani che frequentano le scuole superiori. Nei quartieri è avanti il dialogo con i sindacalisti delle varie categorie, è normale, la sera, fare riunioni. Un gruppo di docenti della Cgil-Scuola si è inserito nel discorso globale che si fa nelle assemblee popolari. C'è grande sensibilità anche per i problemi della scuola; ma non vengono mai affrontati separatamente. Rientrano nel contesto generale della situazione della zona o del quartiere. Val la pena segnalare un episodio che mostra l'interesse per i problemi della scuola. In Val Polcevera, alla periferia di Genova, durante la occupazione della « Pettinatura Biella » 144 operaie hanno chiesto a una professoressa di recarsi in fabbrica per parlare dei decreti delegati; volevano sapere in che cosa consistesse la partecipa¬ zione e come dovessero comportarsi. Ha fatto scalpore l'inserimento dei 18 ragazzi ciechi dell'istituto « Chiossone » nelle classi della scuola elementare « Giovane Italia ». L'esperimento ha avuto grande successo, ha fatto chiasso. « I ragazzi si sono amalgamati subito coi loro compagni, dice il direttore didattico, i maestri non vedenti e quelli normali hanno trovato l'intesa necessaria per un lavoro così delicato. Le famiglie hanno accolto l'esperimento con simpatìa, senza alcuna riserva ». L'iniziativa non è venuta dalle autorità scolastiche o da quelle locali, ma dal pretore Pierandrea Mazzoni, commissario dell'istituto « Chiossone ». « L'intervento del giudice Mazzoni, dice il dott. Gatti dell'Unione per la promozione dei diritti del minore, è la riprova che gli enti locali genovesi non affrontano, come dovrebbero, il grave problema dei minorati fisici e psichici. L'episodio più cla¬ moroso è quello dell'ospedale psichiatrico di Quarto dove sono stati assegnati un centinaio di ragazzi. La Provincia con una delibera all'unanimità ha potenziato l'ospedale, invece di rivedere il modo d'intervento su questi ragazzi. Ha creduto di fare qualcosa di nuovo affibbiando una etichetta al reparto per ragazzi (Hospital Day) e mandandoli a casa di notte ». « Di giorno però, aggiunge Gatti, è cambiato poco o nulla. Abbiamo lottato invano per impedire l'apertura di questo reparto che significa il ritorno a un modo superato e pericoloso per la cura di ragazzi che presentano deficienze mentali o semplici turbe del comportamento. Si continua a dare lo stesso tipo di risposta: il rafforzamento delle vecchie strutture, invece di aggiornarsi, di seguire le nuove acquisizioni scientifiche. I medici non vengono ascoltati. La Liguria, in questo settore, è una delle regioni più arretrate ». Felice Froio

Persone citate: Biancucci, Gatti, Mazzoni

Luoghi citati: Biella, Genova, Italia, Liguria