I socialdemocratici ci ripensano? di Luca Giurato

I socialdemocratici ci ripensano? I socialdemocratici ci ripensano? Roma, 18 novembre. Governo dc-pri, guidato da Moro, con i voti del psi e anche del psdi; se il pri non accetta, nuova riunione della direzione democristiana, che dovrebbe dare via libera al «monocolore». Queste in sintesi, le decisioni prese stamane all'unanimità dalla direzione de, riunita all'Eur dalle 11 alle 13; mai come oggi, però, l'unanimità è stata preceduta da tensioni, contrasti, incertezze. Moro ha tenuto duro e tocca ora ai repubblicani rispondere sì o no. Le prime reazioni sono caute, ma positive. Non si vede come potrebbe essere altrimenti. I repubblicani non hanno mai sollevato problemi di schieramento Solo di contenuti, e il programma presentato da Moro è stato giudicato in modo favorevole. Il pri entrerebbe al governo come rappresentante di tutti i partiti laici. Avrebbe quasi certamente il ministero della Giustizia (Reale), molto importante in vista delle trattative con il Vaticano per il Concordato. La parola defini¬ tiva spetta però alla direzione del partito, che si riunisce domattina alle 9,30. Stasera, La Malfa ha dichiarato che la proposta della de non gli era stata anticipata: «Ne sono venuto a conoscenza solo sta mani». La dichiarazione è stata rilasciata dopo un colloquio tra la delegazione repubblicana e quella de. Subito dopo, c'è stato un incrociarsi quasi frenetico di incontri e colloqui. La Malfa ha visto Orlandi il quale, subito dopo, si è incontrato con Fanfani, che aveva appena avuto un lungo colloquio telefonico con De Martino. Poi Fanfani (con Piccoli, Bartolomei, Zaccagnini) si è incontrato con Moro, che era appena stato al Quirinale per riferire a Leone sugli sviluppi della crisi. Sono sviluppi complessi, che possono riservare altre sorprese. E' evidente il tentativo di spingere il psdi a votare il bicolore dcpri, ma quale sarà la reazione dei socialisti? E la proposta de del governo a due va veramente giudicata in modo positivo? Mai, forse, una vicen¬ da politica si è tanto aggrovigliata. Di certo, per ora, c'è solo un programma di incontri del presidente incaricato, il quale vedrà domani, separatamente, le delegazioni del pri, del psdi e del psi. Come si è arrivati alla decisione di stamane? Per capirlo con esattezza bisogna fare un passo indietro, almeno a sabato scorso, quando sul presidente incaricato sono state fatte pressioni per indurlo al ritiro. Le pressioni sono state 1 fatte da alcuni leaders della 1 de, contrari ad un monocolo! re senza i socialdemocratici e i contrari anche ad Aldo Moro. I Ma il presidente si è dimo! strato irremovibile: ha fatto sempre rispondere che sarebbe andato avanti, e che se la direzione de non era d'accordo, si doveva pronunciare, e chiaramente. «Non ho paura, dopo, di restare in minoranza. E' già accaduto», ha risposto Moro a uno dei suoi più autorevoli interlocutori. Contemporaneamente, egli non restava in tranquilla attesa del responso. Convocava una «riunione ristretta» di espo- nenti morotei. Per la prima volta, veniva discussa l'ipotesi di una soluzione diversa dal monocolore, nell'ambito del centro-sinistra. Moro stesso insisteva su un concetto ormai famoso: la flessibilità. «Il mio incarico è flessibile, bisogna agire portando avanti la teoria della flessibilità». La formula alternativa al monocolore, cioè il dc-pri, sarebbe scaturita in modo definitivo ieri, dopo un ennesimo colloquio telefonico FanfaniMoro, e dopo un lungo incontro tra il segretario della de e Piccoli, Bartolomei, Zaccagnini. Mentre i notabili della de erano riuniti. Moro rientrava da Terracina nel suo appartamento di via Trionfale. Viene subito avvertito che Fanfani lo ha cercato, da piazza del Gesù. Nuova telefonata: «Vieni — gli dice Fanfani — avremmo deciso in questo modo». L'incontro è stato definito «cordiale»; in realtà, è stato a volte teso. Moro si è detto d'accordo per il dc-pri, «ma, se il pri non accetta si va avanti». Alle 22, attraverso un «flash» d'agenzia, Fanfani faceva sapere che la direzione della de si riuniva alle 11 di oggi. Rientrato a casa, Moro avrebbe avuto un colloquio telefonico con De Martino. La direzione è cominciata con un intervento di Moro, lungo e brillante. Ha esposto «a braccio» la parte del programma economico. Ha sintetizzato gli ultimi avvenimenti della crisi, e ha insistito sul concetto delle «flessibilità, nel centro-sinistra». Ha respinto l'accusa di aver lavorato per escludere il psdi dal governo. «I socialdemocratici, però, hanno tenuto un atteggiamento un po' aristocratico per guanto riguarda i problemi del programma. Infatti, non sì sono mai pronunciati chiaramente... ». C'è stata una risata generale. La soluzione dc-pri è stata spiegata, con ampiezza di dettagli, dal segretario Fanfani, che ha parlato dopo il presidente. « Essa — ha detto — offre sufficienti garanzie di stabilità del governo, ed allontana il pericolo di elezioni anticipate, non aggrava la divaricazione riscontrata anche in questa fase fra i due partiti socialisti e può anzi attenuarla, giovando quindi all'auspicato pieno ristabilimento di solidarietà tra tutti e quattro i pai iti sinora alleati ». C'è stata una sospensione di 15 minuti. Quindi sono intervenuti i capi delle sette correnti. Per i dorotei, hanno parlato Taviani e Rufini. « La presenza del pri rappresenta di per sé una garanzia di laicità — ha detto tra l'altro il ministro dell'Interno — garantisce la de da ogni accusa integralistica ». Gli interventi sono stati tutti favorevoli, tra sfumature diverse. Luca Giurato

Luoghi citati: Roma, Terracina