Resti Antognoni però al suo posto

Resti Antognoni però al suo posto Resti Antognoni però al suo posto Gli azzurri, giovani e meno giovani, si allenano oggi a Firenze in vista del doppio confronto con l'Olanda: martedì la Under 23 ad Hertoghenbosch, il giorno successivo la •• A » a Rotterdam contro Cruyff e colleghi. Tutti e due gli incontri varranno per il campionato d'Europa per nazioni: il nostro football affronta il primo impegno non amichevole dopo la partita di Stoccarda contro la Polonia, l'ultima di un amaro campionato del mondo. Gli azzurri andranno in campo a Rotterdam In una formazione mai collaudata prima. Bernardini non è riuscito a raggiungere questo obbiettivo minimo, distratto dal tourbillon di prove e provini delle ultime settimane. Al momento, la formazione per mercoledì è ancora da definire: il commissario unico sembra avere ulteriori indecisioni che riteniamo piuttosto pericolose. Speriamo che oggi siano gli atleti stessi — con il loro comportamento — a suggerirgli le scelte giuste. Il blocco dei giocatori a disposizione è quello scelto già prima della gara con il Bayem. partita risultata completamente inutile come provino anti-Olanda per l'impegno evanescente dei bavaresi, ma che ha almeno offerto due indicazioni che Bernardini non può ignorare: 1) Boninsegna da solo in avanti non può giocare; 2) i giocatori vanno impegnati nei ruoli e nelle posizioni loro abituali. Come conseguenza immediata pare logico l'inserimento di Anastasi all'ala sinistra, ma soprattutto sembra indispensabile che il commissario tecnico inserisca Antognoni alla mezz'ala sinistra, con Causio a destra e con Re Cecconi in panchina. Sull'utilità di Anastasi (un generoso, che sa anche « tornare » e seguire il suo rivale diretto quando si sgancia) non dovrebbero esserci dubbi, ma perché Antognoni? Semplicemente perché dopo le conferme di Rocca e Roggi, la presenza dell'interno viola darebbe alla gara di Rotterdam un significato ben preciso, dimostrerebbe che dopo mesi di vane parole non siamo ricaduti nella « religione » del risultato, abbiamo trovato un minimo di coraggio. E non si dica che Antognoni corre il rischio di « bruciarsi ». Per evitare equivoci, si può persino già mettere in bilancio una sua esibizione delu¬ dente e stabilire contemporaneamente che il ragazzo giocherà anche la successiva partita della Nazionale. La Under può essere un ottimo serbatoio, come molti sostengono, ma è la ■ A» che conta come esperienza, come somma di sensazioni che restano nel giocatore. Antognoni, lo si è visto nel secondo tempo di Roma, sa lavorare in fase di copertura, ma ha estro sufficiente per far partire le punte con lanci rapidi e non « telefonati » come quelli di Juliano o prevedibili come i cross di Causio. Se non lo manderà in campo a Rotterdam, Bernardini farà perdere al giocatore ed al Club Ita- Ila ùel tempo prezioso. Antognoni ci vuole per bilanciare la presenza di Juliano, ottimo professionista ma elemento che può far poco per la Nazionale guardando al futuro, e quella di Morini, altro azzurro che ha ritrovato la maglia di titolare qua:.: per caso, ma che non può dire nulla di nuovo e tanto meno essere preso come un punto di partenza per il domani. Antognoni, infine, fa salire un poco il tasso di-classe di una formazione complessivamente povera, con molta gente dal piede ruvido che non dovrebbe trovare posto — nel calcio di oggi — In una selezione nazionale. Una squadra come quella olandese, sia pure non al meglio della forma, non va affrontata con insensate barricate ma con gente che sappia « toccare » la palla. Antognoni è uno di questi. Coraggio, Bernardini. Le notizie dall'Olanda anticipano una nazionale arancione sul cliché di quella della finale mondiale, con il solo Van der Kuylen al posto di Rep. Vuol dire che ad onta di tutte le voci su un certo rilassamento dell'ambiente, per le partite che contano la federazione sa tenere uniti i suoi assi. Se sarà così, Anastasi e Causio affrontando Suurbier e Krol faranno anche un utile « ripasso » in vista della sfida juventina con l'Ajax in Coppa Uefa. Vista tatticamente, la partita non sembra avere molti misteri, anche se Bernardini intorbida le acque continuando a parlare, o almeno lasciando che se ne parli, della marcatura di Orlandini su Cruyff. Ma allora, ripetiamo, cosa faranno i tre terzini? Rocca su Cruyff, sembra più giusto: sulla destra ci penserà Causio visto che il romanista dovrà concentrarsi sull'avversario e rinunciare in parte alle sue puntate. Morini su Rensenbrink che stringe spesso al centro. Roggi contro Van den Kuylen, Orlandini per frenare Neeskens. Juliano ad attendere Van Hanegem che ha un passo » meno rapido dei compagni e quindi più adatto a quello di Totonno, Antognoni a contrare ma anche a «preoccupare» Jansen. E pronti a subire le marcature Suurbier-Anastasi, Rijsbenrgen-Boninsegna, Krol-Causlo. Questo pare un « volto » possibile della partita. Bernardini annunci presto la squadra, precisi I compiti, sdrammatizzi la vigilia, torni quello che era prima di Zagabria e non faccia girotondi che alla fine inciuchiscono anche lui. Per fortuna, sì può contare sulla dedizione e sull'entusiasmo dei giocatori: è un « bene » che il nostro football non ha perso sia pure fra comprensibili rivalità o gelosie dei singoli. Lo testimonia il caso Capello il quale solo ora, solo adesso che è momentaneamente fuori dal giro, ha rivelato il male che lo tormentava da tempo e che ne diminuiva il rendi me.ito. La « pubalgia » per un calciatore è malanno tremendo, sembra che i muscoli del basso ventre si strappino in certi movimenti, come quello del colpire di piatto con forza. Capello vivrebbe stretto i denti fino a Rotterdam, se fosse stato fra i convocati. Orgoglio personale, timore di perdere il posto a lungo se il sostituto andrà bene: tutto vero, ma anche attaccamento alla maglia azzurra e non soltanto interesse. Può servire da esempio. Bruno Perucca Giancarlo Antognoni