Hanno chiesto cinque miliardi per il sequestrato di Brescia? di Marzio Fabbri
Hanno chiesto cinque miliardi per il sequestrato di Brescia? Il figlio dell'industriale Lucchini Hanno chiesto cinque miliardi per il sequestrato di Brescia? La notizia non è confermata - Ma è certo che i banditi si sono fatti vivi - Il rapito forse è stato ferito: tracce di sangue sul furgone (Dal nostro inviato speciale) Brescia, 16 novembre. I rapitori hanno telefonato all'industriale Luigi Lucchini e chiesto per il figlio un riscatto, pare, di 5 miliardi. Il « contatto » è avvenuto tra le 11 e le 11,30 di stamane. La notizia, come sempre avviene in questi casi, è stata smentita. Se la somma richiesta dai banditi è effettivamente tale, senza dubbio è esorbitante anche per chi, come il Lucchini, ha un imponibile per la tassa di famiglia di 709 milioni. La famiglia Lucchini ha, nella provincia di Brescia, stabilimenti a Casto, Mura e Sarezzo; un altro è in costruzione a Settimo Torinese. Recente è l'acquisizione delle quote azionarie della Birra Wuhrer. Un patrimonio solido, costruito da Luigi Lue- i e o i chini in anni di lavoro. In famiglia nessuna ostentazione. Giuseppe, invece, ha la passione per le automobili: sembra ne abbia a disposizione una ventina, di cui dodici d'epoca. Ieri sera viaggiava su una « Porsche 911 ». I rapitori lo hanno sorpreso quando è sceso dalla sua vettura che era stata tamponata dai banditi. Il giovane ha però opposto resistenza, come testimoniano le tracce di sangue (rinvenute sul furgone, un « Fiat 238 » ritrovato verso le 18,30 in via Zendrini, dalla parte opposta della città con il quale il giovane è stato portato via), che, secondo la squadra scientifica della polizia, è gocciolato dal naso della vittima, forse sbattuta contro una barra di sostegno per farla stare calma. Sembrava che il ritrovamento dell'automezzo non potesse essere utile alle indagini. In serata, invece, la sorpresa: il camioncino è stato regolarmente affittato all'autonoleggio «Maggiore», via Vittorio Emanuele 127, a Brescia, a cento metri dal luogo del sequestro. All'impiegato si è presentata una persona che lui non ricorda ed ha ottenuto il furgone presentando una patente che sembrava regolare. Gli inquirenti sono convinti di non aver che fare con freddi professionisti, ma con dei dilettanti. D'altro canto parecchi dettagli indicano che i rapitori hanno un aggancio a Brescia, forse anche una base. Il giovane Lucchini probabilmente veniva pedinato da molto tempo e i banditi attendevano l'occasione propizia. L'hanno colta su un percorso non abituale per la loro vittima, che solo da qualche giorno si recava in casa dell'assessore comunale all'Igiene, Dante Taglietti, con la figlia del quale stava preparando un esame di economia e commercio. In serata il sindaco della città, prof. Boni, ha ricevuto i giornalisti nel palazzo di piazza della Loggia. «Parlo come amico della famiglia Lucchini — ha detto — ma non posso dimenticare di essere sindaco di Brescia. Non agisco come intermediario con i rapitori; i familiari mi hanno solo incaricato di dire che sono disposti ad intavolare una trattativa " onesta" per il rilascio ». Marzio Fabbri Brescia. Giuseppe Lucchini
Persone citate: Dante Taglietti, Giuseppe Lucchini, Lucchini, Luigi Lucchini, Luigi Lue
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