Sarà come ai bei tempi

Sarà come ai bei tempi L'Alessandria per un derby "antico,, con il Novara Sarà come ai bei tempi Ancora vivi nei ricordi dei tifosi i grandi scontri del passato Quarantacinque finora le partite fra le due squadre - Castelletti: "Se giocheremo senza affanno, faremo di sicuro il risultato" (Dal nostro inviato speciale] Alessandria, 15 novembre. ■ Novara, Novara, sei un pollo » cantilena per la strada un bimbo infagottato, tenuto per mano dalla mamma. I giocatori sul campo sono incerte figure spettrali fra la nebbia mobile e biancastra. Cade anche la pioggia, penetrante e sottile. Fuori dello stadio, all'angolo di via Verona, un gruppo di anziani tifosi discute della partita, le mani affondate nelle tasche del cappotti, le biciclette appoggiate contro il muro: « Ai la fuma vlghi noi », glielo facciamo vedere noi, come ai bei tempi. Ma in centro, sotto le luci di via Roma, fra i giovani che passeggiano, la partita con il Novara sembra non assumere significati profondi. Per loro il « derby » non è mal esistito. Strana gente gli alessandrini. Nella prefazione ad un libro sulla città sta scritto che » in terra mandrogna non esistono cimiteri, perché ogni alessandrino che si rispetti si fa vanto di morire in galera ». La caratterizzazione (ovviamente) è bonaria, letteraria e non sociologica, ciò che si vuole mettere in risalto sono il suo atteggiamento ironico e distaccato, la sua Istintiva avversione ad ogni tipo di dogmatismo, la sua beffarda tendenza a sdrammatizzare la vita, la sua intima timidezza, la sua intellettualità libera e zingaresca. Il tifoso, la domenica, porta allo stadio un pezzo della sua terra. Critico e introverso, egoista nella sua tendenza a vivere da solo le esperienze più intime, non dimostra mal aperto amore alla squadra. L'appoggio incondizionato, cosi come ogni altro sentimento, per l'alessandrino deve essere valutato, pesato, distribuito con accortezza. Nessuno, secondo uno spirito tutto contadino, è disposto a regalare all'angolo della strada un pezzo delia sua vita. Ma una volta accettato, l'amore per la squadra diventa una ferie: « Tanti anni fa in un bar — racconta Enrico Dericci, 67 anni, grande conoscitore di football alessandrino — un tale chiese al un amico " Se vedessi annegare tua moglie e Coppi, chi cercheresti di salvare? ". L'altro ci pensò un po' su, poi convinto rispose ohe avrebbe salvato Coppi, perché cerne lui al mondo non c'era nessuno. Bene, questo era II tifo che noi vivevamo. Per capire che cosa erano I derby allora bisogna ricordare come eravamo noi, Ver, tustasmo che portavamo dentro, la nostra gioia di vivere. Ne abbiamo giocate 45 di partite con il Novara, ma le più belle sono state quelle degli Anni 20, quando noi avevamo Baloncierl, San chero, Cattaneo, Avalle, e loro Meneghetti, Mlgliavacca. Reynaudi, Feher, Patti. Incontri Indimenticabili. Ricordo un gol di Baloncierl al lungo ungherese Feh^.r nel 1924-25, e gli spareggi del 25-26 e 37-38. Si giocava nel fango, con agonismo, ma sempre in maniera corretta. Banchero sul terreno pesante era un mostro, I co/? quella sua corsa lenta ma potente, però Baloncieri era il più bello a vedersi. Quelli sì che erano tempi! Ma forse li ricordiamo con tanto rimpianto soltanto perché eravamo aìovani ». » L'episodio più curioso — continua Dericci — accadde però i.' 13 gennaio 1946. Era nevicato line al venerdì e allora un nostro dirigente, all'insaputa di tutti, aveva telefonato in Lega e ottenute j il rinvio della partita. Il Novora \ era stato informato, ma noi no. Sabato sera cessò di nevicare e il giorno dopo impiegammo tutta la mattinata a spalare la neve dai campo. Si immagini quindi la nostra sorpresa quando non vedemmo arrivare nessuno, né l'arbitro, né la squadra avversaria ». Meno precisi sono i ricordi di Elvio Banchero, uno dei grand: protagonisti di quei tempi eroici. Ha settantanni, il calcio che in passato fu la sua vita ora lo interessa molto meno: « C'è una partita che ho ben presente — dice —. Giocammo a Novara il 18 novembre 1923 e vincemmo noi. con due gol di Baloncierl. Loro avevano Reynaudi, forte, grintoso, esuberante, e Meneghetti, che in campo dimostrava, con quel suo fazzoletto legato in fronte, grande signorilità. Allora c'era tifo, entusiasmo, attaccamento alla squadra, forse spirito campanilistico. Tutto ciò è scomparso, forse dipende dal latto che una volta eravamo tutti dilettanti e lottavamo di più. Chissà ». « / giocatori non c'entrano — fa eco un tifoso della nuova generazione, uno del Club Fedelissimi —. Loro si impegnano, lottano, danno il cuore. Siamo noi alessandrini che siamo una strana razza, ipercritici, incostanti, pretenziosi. Ma domenica contro il Novara promettiamo grande tifo, andremo al campo con bandiere, striscioni, tamburi. Romperemo l'anima a tutto e a tutti. E vinceremo, sono sicuro che vinceremo ». « Una strana atmosfera — commenta l'allenatore dell'Alessandria Castelletti al termine dell'allenamento —. Sembra una settimana come tutte le altre, ma avverto tensione, nervosismo. Anche la squadra ne sembra contagiata. Male. Capisco che i tifosi da questa partita si aspettano qualcosa di diverso, ed è giusto. Ma i giocatori devono pensare al Novara come a qualsiasi altra squadra, devono scendere in campo tranquilli. A loro chiedo concentrazione, dinamismo, temperamento Se giocano come nelle ultime partite sono certo che verrà anche il risultato ». « Faremo 0-0 o 1-1 — dice Barbiere, capitano della squadra —, l'importante è di andarci cauti, non buttarci tutti in avanti. Certo, è una partita "diversa ' perche maggiormente sentita dal pubblico, ma per noi deve essere ugua le a tutte le altre ». « Primo non prenderle — fa eco Pozzani, il portiere che non parla mai —. Poi magari un gol può anche scap par ci ». Vanara, 6 derby giocati col Novara, quindici anni di attività in serie B, è il più esperto della compagnia: • Sento la partita più degli altri — confessa — perché seno alessandrino. Quasi quasi però la sento di più come tifoso che non come calciatore ». Carlo Coscia Dolso sarà l'uomo-partita contro il Novara?

Luoghi citati: Alessandria, Novara