Oggi la sentenza sul "caso,, Biotti di Francesco Santini

Oggi la sentenza sul "caso,, Biotti II processo in corso a Firenze Oggi la sentenza sul "caso,, Biotti Il magistrato è accusato di aver profittato del dibattimento Calabresi-Lotta Continua (morte di Pinelli) per progredire nella carriera (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 15 novembre. A 86 anni, ancora una volta, Filippo Ungaro ha stupito pubblico e magistrati: per un'ora in piedi e per altre due seduto, ha difeso il giudice Carlo Biotti con un'arringa che ha affollato l'aula del tribunale di Firenze. Ha parlato con voce chiara e il discorso, semplice e piano, è stato interamente trascritto dai giudici della seconda sezione. La sentenza è prevista per domani e per l'ex presidente della prima sezione penale del tribunale di Milano, la requisitoria del pubblico mini- stero Guttadauro è stata una stangata. Comunque, anche in caso di condanna, non sconte- rà la pena perché il p.m. ha chiesto 18 mesi di reclusione con i benefici della legge. Ma sarebbe una condanna morale durissima per un magistrato accusato di aver strumentaliz- zato, nel 1970, un processo po-litico, quello intentato dal commissario Calabresi contro «Lotta continua» (che attri- Duiva al funzionario la morte di Pinelli), soltanto per far carriera, per compiacere chi seguiva la sua pratica di pro mozione in Cassazione. Per Filippo Ungaro il processo che a Firenze sta per concludersi è connesso all'al tra causa, non ancora chiusa, «Non si può discutere della vicenda Biotti — ha detto — se non si tiene presente il "fatto", il sorgere del "giallo" nel palazzo della questura di Milano, all'indomani di piazza Fontana: la morte di Pinelli». Omicidio o suicidio, si è domandato il penalista e ha aggiunto: «L'una e l'altra ipotesi sembrano impossibili, mai forse si potrà raggiungere la verità: ma l'opinione pubblica voleva sapere, il clima era allora rovente, le forze politiche dell'una e dell'altra parte tentavano una strumentalizza- zione». Per Ungaro le pressioni erano nell'aria, nel clima di Milano e non venivano da parte di chi seguiva la pratica di promozione per l'ex presidente della prima sezione penale di Milano. All'avvocato Federico Sordillo è stato lasciato il compito di dimostrare l'infondatezza della lettera spedita da Lener il 26 novembre del '70 al giudice Biotti. E' in questa lettera che il penalista milanese ricostruiva il colloquio avuto cinque giorni prima con il magistrato lasciandogli la scelta: l'astensione dal giudizio o la ricusazione. Biotti gli aveva infatti rivelaio un I segreto d'ufficio, anticipando gli l'orientamento del collegio sulla necessità di ordinare una nuova perizia sul cadave i re di Pinelli, e aveva mostrato | un interesse privato nel pro cesso la cui soluzione favore ! vole all'imputato Pio Baldelli 1 gli era stata sollecitata da chi ! curava la sua promozione in I Cassazione. , A parere di Sordillo, il giu j dice Biotti non ha violato aljCun segreto: il collegio giudicante, infatti, non aveva ancora trattato in camera di consiglio l'argomento «colpo di karaté-lesione del bulbo spinaie» per la morte di Pinelli. Ha aggiunto che comunque l'argomento era di dominio pubblico e che «la richiesta di perizia era nell'aria». Cade quindi a suo parere l'interesse di Biotti a strumentalizzare la causa per fini di carriera in quanto quando ordinò la perizia, il 26 marzo '71, già sapeva da un mese e più che la sua promozione era saltata: gli aveva telefonato il segretario del Consiglio superiore della magistratura, Sciacchitano, per informarlo dello scrutinio negativo. La sentenza è attesa per domani. Francesco Santini

Luoghi citati: Firenze, Milano