Chiesti 2 miliardi

Chiesti 2 miliardi Chiesti 2 miliardi (Nostro servizio particolare) Milano, 15 novembre. Mistero fitto sul rapimento di Luigi Genghini, 28 anni, figlio di un commerciante di automobili. Il sequestro è avvenuto ieri sera mentre il giovane, sembra, percorreva a piedi il tratto di strada tra l'autosalone e casa. La denuncia è stata presentata in questura alle 21 e più tardi la famiglia del sequestrato ha cercato di mettere tutto a tacere. Si è saputo che Luigi Genghini è rimasto nell'autosalone fino alle 19. L'ultimo a vederlo è stato uno dei suoi impiegati, Giovanni Buffoncelli, 32 anni, che ha raccontato: « Me ne sono andato qualche attimo prima del signor Luigi. Lo avevo lasciato che era seduto alla scrivania. E' tutto ». L'abitazione del giovane è a duecento metri dall'azienda, in via Settembrini 11: un alloggio lussuoso dove abita con il padre, Armando, 60 anni, la madre, Nella di 50 e una sorella, Carla, di 25. Sembra che nessuno abbia assistito al rapimento se veramente è avvenuto per la strada. Potrebbe anche darsi che Genghini sia stato invece sequestrato quando ancora si trovava nell'autosalone. Questa naturalmente, è solo un'ipotesi. Quello che è certo di tutta questa vicenda è che in serata l'avvocato della famigila Genghini, Massimo Russo, si è recato in questura e subito dopo, accompagnato dal dirigente della squadra mobile, Antonio Pangozzi e dal sostituto procuratore della Repubblica, Alberto Lami, è andato a casa del commerciante. Si è anche parlato di una telefonata anonima giunta alla famiglia verso le 20,15. Una voce ignota avrebbe detto: « Luigi è con noi, preparate i soldi del riscatto » e avrebbe aggiunto anche la cifra: due miliardi. Ieri notte, la notizia non è trapelata, ma questa mattina i cronisti l'hanno appresa in questura. Immediatamente hanno chiesto conferma alla famiglia, ma le risposte al telefono sono state di una calma sconcertante. « E' uno scherzo — ha detto la madre —■ non capisco chi sia stato a mettere in giro queste voci ». Sono però cominciate le contrattazioni: mentre per gli impiegati dell'Autosalone il giovane commerciante era a casa ammalato, per la sorella Carla sarebbe stato in giro per la città a provare un'auto. La notizia del sequestro, comunque, poco più tardi, ha trovato conferma a Palazzo di Giustizia, ma non sono stati forniti particolari. Anche l'avvocato di famiglia verso mezzogiorno ha confermato: « Sì, Luigi è stato rapito, i banditi si sono già fatti vivi ». Nel pomeriggio Carla Genghini ha telefonato ad un quotidiano per smentire tutto e più tardi l'avvocato, con i giornalisti, ha parlato di "presunto" rapimento. « Non abbiamo la certezza matematica che si tratti di un sequestro — ha dichiarato — la famiglia, ieri sera, non ha ricevuto telefonate né, tanto meno, richieste di riscatto. Abbbiamo parlato di rapimento — ha proseguito il legale — perché sarebbe l'unica maniera per spiegare la scomparsa di Luigi ». Queste dichiarazioni, oltre ad essere contraddette da quelle rilasciate poche ore prima, lasciano perplessi; è infatti quanto meno strano che una famiglia si allarmi per il ritardo di un paio d'ore di un giovane di 28 anni al punto da avvertire la polizia. E' pure strano che per una semplice assenza il dirigente della squadra mobile e un magistrato si rechino, di notte, in casa dei denuncianti. La sola spiegazione possibile è che la famiglia e gli inquirenti si siano accordati per cercare di non far trapelare la notizia del rapimento allo scopo di affrettare le trattative con i banditi. E' stata fatta anche l'ipotesi che i rapitori abbiano sbagliafo persona. Il loro obiettivo poteva essere un altro Genghini, Alfredo, zio paterno di Luigi. Questi è infatti un importante concessionario della «Mercedes» e le sue possibilità economiche sembra siano migliori di quelle della famiglia del rapito. m. f.

Persone citate: Alberto Lami, Antonio Pangozzi, Carla Genghini, Giovanni Buffoncelli, Luigi Genghini, Massimo Russo

Luoghi citati: Milano