Debolezza o colpa?

Debolezza o colpa? Debolezza o colpa? Uno o anche due sequestri al giorno: il fenomeno prende nuovi aspetti, più gravi e allarmanti. La media dei riscatti pagati aumenta, il periodo di prigionia dei rapiti si accorcia, le operazioni filano pulite e sicure, la tecnica criminale appare perfezionata. il tempo dei possidenti sardi o siciliani portati sui monti, anche se recente, sembra lontano negli anni. Ora i fuorilegge agiscono dentro e intorno a Milano, dove si trova la massima concentrazione della ricchezza nazionale; qui, in un mondo di gente anonima che non si conosce, trovano nascondigli più facili e tranquilli che nelle caverne del Sud. Ma hanno anche bisogno di un'organizzazione più vasta e capillare. Quella che oggi viene chiamata « l'industria dei sequestri » è molto costosa. Esige informatori fidati per la scelta delle vittime (ricche, ma la cui immagine non sia troppo nota), ha bisogno di gente esperta nel pedinare, astuta nelle trattative, prudente nella custodia. In altre parole è la tipica organizzazione della mafia con ramificazioni e con capi che forse pochi di quelli, che per essa lavorano, conoscono. Si era detto che Luciano Liggio. arrestato a Milano pochi mesi fa. fosse il padrino segreto della banda che aveva rapito gli industriali Tornelli e Montelera; invece, dopo la sua cattura e una parentesi in cui non accadde nulla, i sequestri sono ripresi a un ritmo più rapido. Chi e che cosa si nasconde dietro questa nuova mafia? La polizia ha già scoperto e consegnato ai giudici qualche esecutore di casi clamorosi, ma poi non si sono fatti passi avanti. In un corsivo apparso lunedì sul « Corriere del pomeriggio » di Genova, scritto dallo stesso ministro dell'Interno Taviani, si afferma che i « successi repressivi » degli agenti non bastano. Chiama in causa la magistratura dicendo: « Occorre che essa abbandoni il vezzo di obbligare la polizia giudiziaria a rispettare le trattative tra i banditi e la famiglia del sequestrato ». E' la polemica che torna ogni volta ad esplodere. Coinvolge i sentimenti di chi pensa a una vita in pericolo e a una famiglia in angoscia, ma soprattutto tocca chi deve scegliere tra il singolo caso penoso e il bene comune. Un dato è certo: l'organizzazione dei sequestri è forte, astuta e potente. In questo periodo di crisi generale, che fa scrivere alla rivista Time « L'Italia in agonia », essa contribuisce ad accrescere la tensione e lo sconforto. Il mostrare debolezza, anche se ha motivi umani e diversi, può essere creduto colpa. t. n.

Persone citate: Luciano Liggio, Taviani

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano