Per la lira forti perdite
Per la lira forti perdite Per la lira forti perdite Nella settimana: —5% sul franco svizzero Roma, 15 novembre. La lira internazionale ha subito oggi una grave perdita di potere d'acquisto per lai corsa speculativa internazionale verso il franco svizzero e il marco tedesco. Rispetto a venerdì scorso, la perdita del potere d'acquisto italiano è del 2,5 per cento. Stasera infatti la lira, nel calcolo che la Banca d'Italia riferisce al 9 febbraio '73 (ultimo giorno di quotazione fissa), vale meno 21,26 per cento contro meno 20,71 di una settimana fa. Ma violenta è la perdita di potere subita dalla nostra moneta verso il franco svizzero: — 5 per cento nella settimana. E già preoccupante è la perdita verso il marco: —2,3 per cento. Verso la moneta svizzera la flessione si è iniziata da più tempi, perché in quel Paese, che prima richiedeva un tasso negativo ai depositanti esteri, si è tornati da qualche settimana a offrire un tasso attivo. Verso il marco il crollo maggiore è avvenuto oggi, dopo che il Cancelliere tedesco si è dichiarato non contrario a un'ulteriore rivalutazione. La Banca d'Italia, per conseguenza, è dovuta oggi intervenire sul mercato dei cambi, dopo una quindicina di giorni di inattività. Oggi infatti nessun venditore italiano in Germania ha offerto marchi per incassare lire, mentre tutti gli acquirenti italiani in Germania hanno richiesto marchi per pagare subito merci in arrivo, che assai probabilmente già da domani (a mercati chiusi) potrebbero costare di più per effetto dell'ennesima rivalutazione di quella moneta. Una rivalutazione del marco, mentre il dollaro è di nuovo in discesa, farebbe aumentare il valore delle nostre adesso altissime riserve in valuta (la Banca d'Italia ha incassato il prestito tedesco e possiede al momento oltre 2000 miliardi di lire in valute estere, in grandissima parte detenute sotto forma di marchi). Ciò è conveniente dato che la quota più alta del nostro deficit (il petrolio) si paga in dollari. Tuttavia il rialzo di marco e franco svizzero graveranno sui prezzi di tutte le importazioni da quelle aree (specialmente sui beni d'investimento). Appare difficile credere che il nuovo rapporto tra il mar¬ co e la lira aiuti la nostra economia: se nell'estate i tedeschi erano pronti a comprare nostri vestiti (salvando questo settore) a 28 mila lire (e noi dovevamo venderli a 32mila) ora, per il peggioramento del cambio, la quantità di marchi corrisponde alla necessità in lire. Ma questo mese anche la produzione di vestiti costa di più: 15 punti di contingenza pesano gravemente. Carli ha da tempo avvertito che le variazioni monetarie non sono più difesa sufficiente: serve il governo integrale dell'economia. gr. mazz.
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