L'abile politico Petr Demicev nuovo ministro della cultura
L'abile politico Petr Demicev nuovo ministro della cultura Trovato il successore della Furtseva L'abile politico Petr Demicev nuovo ministro della cultura (Dal nostro corrispondente) Mosca, 14 novembre. Il nuovo ministro della Cultura dell'Urss, al posto della defunta Ekaterina Furtseva, è Petr Nilovic Demicev. Il decreto di nomina, firmato dal capo dello Stato Nikolaj Podgorny, è stato pubblicato stasera dalle Izvestija in prima pagina. Demicev è uno dei ventisei uomini della cosiddetta « Direzione collegiale » del pcus: dal 1961 è segretario del Comitato centrale e dal 1964 è membro supplente dell'ufficio politico del partito. Demicev, 56 anni, fu uno dei più fedeli «clienti» di Kruscev. Ferito chimico, ma politico di professione (ha frequentato la scuola superiore del partito e dal 1945 lavora nell'apparato del pcus), era uno dei dirigenti dell'organizzazione di partito della città di Mosca mentre Kruscev ne era primo segretario. Quando Kruscev divenne primo ministro, affidò a Demicev la direzione degli affari amministrativi del Consiglio dei ministri, poi lo nominò primo segretario del «Gorkom» (comitato cittadino di partito) di Mosca, carica di grande prestigio. Ma Demicev seppe fiutare in tempo il cambiamento di vento (si dice che sia, da lunga data, amico di famiglia di Breznev) e la caduta di Kruscev non ebbe alcuna conseguenza traumatica per la sua carriera politica. Anzi, la «nuova gestione» gli affidò, all'inizio del 1965, la direzione della sezione ideologica e culturale del comitato centrale, una carica molto delicata, che egli ha mantenuto per tutto questo tempo. Apparentemente, dunque, nulla dovrebbe cambiale nella politica culturale del Paese, in quanto già da dieci anni Demicev ne era il responsabile nel partito e, di fatto, la Furtseva era una sua subordi nata, cui venivano affidati soprattutto compiti di rappresentanza. Tuttavia, il fatto che il Cremlino abbia deciso di affidare direttamente a Demicev (che perderà, con ogni probabilità, la carica di segretario del comitato centrale) il ministero rimasto vacante è un segno dell'importanza che viene attribuita in questo momento alle questioni cultura¬ li. Mentre la distensione allarga fatalmente i contatti tra il mondo sovietico e quello occidentale e mentre s'avvicina la fine della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa, la «cultura» diventa uno dei fattori fondamentali, e potenzialmente più esplosivi, dell'equilibrio politico e socio - ideologico del Paese. Lo conferma il fatto che alla distensione in politica estera si è accompagnata una dura repressione del «dissenso» interno e una vasta campagna ideologica diretta ai quadri del partito e della cultura ortodossa. «Mentre la lotta ideologica tra il socialismo e il capitalismo diventa sempre più aspra — ha detto pochi giorni fa Podgorny, celebrando il 150" anniversario del teatro «Maly» — la nostra arte è chiamata ad elevare costantemente il suo livello ideologi¬ co, ad aumentare la sua intransigenza verso idee estranee a quelle che noi professiamo. Occorre celebrare il modo di vita socialista e demistificare l'apoliticismo, le smanie consumistiche, lottando contro la mancanza di ideologia, di principi spirituali, morali e culturali». Comunque, le prime reazioni degli ambienti culturali di Mosca alla nomina di Demicev sono moderatamente positive. Non perché egli goda fama di «liberale», ma piuttosto perché, si dice in questi ambienti, Demicev sarà in grado di prendere direttamente certe decisioni, che la Furtseva demandava sempre ad istanze superiori (spesso lo stesso Demicev) e ciò dovrebbe facilitare, rendendolo più franco e diretto, il dialogo tra ì'«intellìgencija» e il potere politico. Paolo Garìmberti
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