Rapinano un orefice col bimbo in ostaggio
Rapinano un orefice col bimbo in ostaggio In un paese nei pressi di Lodi Rapinano un orefice col bimbo in ostaggio Tre uomini armati di pistola e coltello - Bottino 50 milioni di gioielli - Hanno anche malmenato il padre, 83 anni, del titolare (Dal nostro corrispondente) Lodi, 13 novembre. (p. g. c.) Un bambino di tre anni è stato preso in ostaggio da tre banditi che gli hanno puntato la pistola a una tempia per costringere il padre, orefice, ad aprire la cassaforte. I rapinatpri hanno anche aggredito brutalmente il nonno, 82 anni, del piccino e sono fuggiti con un bottino superiore ai 50 milioni. E' avvenuto tutto in pochi minuti, verso le 10, a Vigliano di Mediglia, in via Amedeo d'Aosta, nell'orologeria di Antonio Ferrari, 46 anni. Stamane, nel negozio, oltre al titolare c'erano il padre Giovanni e il figlio dell'orefice, Giovanni come il nonno. Tre uomini sono arrivati in auto: uno aveva il volto coperto da una calzamaglia, gli altri, a viso scoperto, erano armati di una pistola e di un coltello. Hanno fatto irruzione nell'oreficeria gridando: «Tutti a terra e zitti». Il ipadre dell'orefice, spaventato, ha cercato di scappare verso la porta che conduce nella retrobottega, ma è stato raggiunto, con un balzo, da uno dei rapinatori che lo ha gettato a terra. A questo punto il bambino si è impaurito e ha cominciato a piangere; uno dei rapinatori, quello armato di pistola, gli si è avvicinato e appoggiatagli la canna deU'arma; alla testa gli ha detto: «Taci] o ti ammazzo». Il piccolo SÌ am- mutolito. Un complice, intanto, si è avvicinato ad Antonio Ferrari e, appoggiandogli il coltello alla gola, gli ha ordinato di consegnare le chiavi della cassaforte, altrimenti ne sarebbe andato della vita del figlio. L'orefice non ha fatto resistenza e ha obbedito: i tre hanno potuto spalancare il portello del forziere e si sono impossessati di orologi, pie¬ tre preziose e oggetti d'oro. Proprio in quel momento si è aperta la porta del negozio ed è entrato un cliente, Giuseppe Ordini, 70 anni, di Pantigliate. I rapinatori lo hanno afferrato per il soprabito gettandolo a terra; poi, per tenerlo fermo, gli hanno appoggiato un piede sullo stomaco. Una volta vuotati anche i «plateau» della vetrina, i tre si sono allontanati sull'auto che li aspettava fuori. Subito dopo avere avvertito la polizia, Antonio Ferrari, che era sconvolto e piangeva, ha chiamato un medico che ha dovuto praticare un'iniezione di cardiotonico all'anziano padre e un calmante al bambino. I tre rapinatori hanno poi abbandonato la vettura^ con la quale erano fuggiti dall'oreficeria, nei pressi di S. Giuliano Milanese. Nel pomeriggio, i carabinieri di S. Giuliano, che indagano sulla rapina, hanno interrogato il proprietario dell'auto che i banditi avevano rubato e che era loro servita per allontanarsi dall'oreficeria. Questi, infatti, stamane non aveva ancora denunciato il furto e il fatto sembrava sospetto. L'uomo, però un operaio, si è giustificato dicendo che aveva parcheggiato la vettura stamane alle 8, davanti allo stabilimento e, fino alle 14, al termine del suo turno di lavoro, non se ne era potuto accorgere. Milano. Giovanni Ferrari
Persone citate: Antonio Ferrari, Giovanni Ferrari, Giuliano Milanese, Giuseppe Ordini, Vigliano
Luoghi citati: Lodi, Mediglia, Milano, Pantigliate
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