Il Terzo Mondo accusa i Paesi più ricchi per fame nel mondo e sprechi in armi

Il Terzo Mondo accusa i Paesi più ricchi per fame nel mondo e sprechi in armi Fra accuse e contrasti la Conferenza della Fao a Roma Il Terzo Mondo accusa i Paesi più ricchi per fame nel mondo e sprechi in armi Per dare un "contributo simbolico" per alleviare i problemi dell'alimentazione il Vaticano farà un'offerta di 100 mila dollari; il Kuwait fornirà cinque milioni di tonnellate di prodotti fertilizzanti Roma, 12 novembre. Il petrolio non è la causa dell'attuale congiuntura economica mondiale; nel settore petrolifero è soltanto avvenuta una modificazione dei termini dell'interscambio internazionale, in seguito alla quale sono caduti dei privilegi che d'altronde non avevano più alcuna ragione di esistere. Se il problema della fame diventa ogni giorno più .grave lo si deve alla sopravvivenza dell'imperialismo, che impedisce alle Nazioni sottosviluppate di risorgere, e agli enormi sprechi degli armamenti. Questi i due «Leitmotiv» ai quali anche oggi si sono ispirati gli interventi dei delegati dei Paesi arabi e del Terzo Mondo alla Conferenza mondiale sull'alimentazione. A questa denuncia, fatta nei giorni scorsi dai rappresentanti di Cuba, si è associato il rappresentante della Libia. Per la Repubblica Araba è incomprensibile la posizione degli Stati Uniti, che in pratica rifiutano le loro responsabilità. «La Libia e disposta a stanziare una parte dei suoi redditi derivanti dal petrolio e a investirli in progetti internazionali per migliorare l'agricoltura nei Paesi in via di sviluppo — ha detto Mohamed Ali Tabuo, ministro del1 Agricoltura —, ma solo a condizione che le grandi potenze arrestino le loro illimi¬ tate spese per le guerre. Nel frattempo la Libia continuerà su larga scala a fornire i suoi contributi a progetti regionali <? bilaterali». Per Mentor Permeti, capo dell'Istituto di agronomia dell'Albania, le «due superpotenze imperialiste Usa e Urss» sono le più importanti trafficanti non solo d'armi ma anche di prodotti, compresi quelli alimentari. Nelle circostanze attuali la creazione di riserve di alimenti è più indispensabile che mai. «Ma quale garanzia potranno avere i popoli se queste riserve dovessero venir poste sotto il controllo delle due superpotenze o di altre potenze imperialiste ancora impegnate in una politica di neocolonialismo?». Ancora oggi, a pochi giorni dalla conclusione, l'aula della Conferenza è in prevalenza una ribalta dalla quale i Paesi sottosviluppati o quelli legati a essi da nuovi rapporti lanciano accuse contro i Paesi ricchi e sottopongono all'attenzione mondiale la lista delle loro carenze e delle loro richieste. Di responsabilità nessuno vuol prendersene. Ogni occasione diventa anzi un pretesto per rintuzzare gli attacchi e smentire le accuse. Il « gruppo industriale », che nei giorni scorsi era stato accusato dai rappresentanti dei Paesi del Terzo Mondo di costituire un gruppo di pressione per trasformare in una occasione d'affari per i colossi dell'industria chimica e alimentare le future decisioni della conferenza di Roma sulla nuova strategia alimentare e sullo sviluppo dell'agricoltura, ha ribadito con un documento in cui si afferma che i governi di questi Paesi dovrebbero dare la priorità assoluta alla produzione alimentare e allo sviluppo rurale. In questa prospettiva si ritiene fondamentale e urgente un'azione integrata dei governi, degli agricoltori e dell'industria. Quest'ultima, prosegue il documento, è pronta a dare il proprio contributo attraverso le formule più opportune, sia come apporto finanziario che come apporto tecnologico e organizzativo. Alcuni fatti delle ultime ore sembrano smorzare il pessimismo dei primi giorni. Un rappresentante del Vaticano ha comunicato oggi che la Santa Sede darà un contributo « simbolico » di 100 mila dollari per le iniziative di aiuto alimentare al Terzo mondo che saranno decise dalla Conferenza. Il Kuwait, uno dei maggiori Paesi produttori di petrolio -dell'Opec, fornirà 5 mila tonnellate di fertilizzanti ai Paesi in via di sviluppo. Il Portogallo è pronto ad estendere ai suoi ex territori d'oltremare la colla¬ borazione e l'appoggio neces sari affinché possano elimina re nel minor tempo possibile i problemi alimentari creati dagli sperperi delle guerre coloniali. Il Perù ha chiesto che tutti gli Stati partecipanti alla Conferenza stanzino una somma pari al 10 per cento delle loro spese per la difesa, come sono indicate nel bilancio 1975, per contribuire al finanziamento della produzione alimentare nei Paesi in via di sviluppo. L'Austria ha proposto una risoluzione analoga per sviluppare maggiormente l'industria sementiera. Ma su queste ultime due proposte non tutti i delegati si sono dimostrati d'accordo: l'Unione Sovietica ha chiesto alcune modifiche, la Cina ha dichiarato che i Paesi in via di sviluppo non avrebbero potuto approvarle poiché essi devono difendersi quotidianamente contro « il colonialismo delle su perpotenze e il sionis7no d'Israele »; alcuni Paesi industrializzati, come l'Australia e il Malawi, si sono dichiara ti contrari. Contrapposizioni ancora più nette, fra Paesi progrediti e Paesi in via di sviluppo, sono avvenute nella commissione in cui si esaminavano le difficoltà dell'attuale sistemazione del commercio internazionale. j,. gj,_

Persone citate: Mentor Permeti, Mohamed Ali