Nella Cee ancora "no,, alle richieste di Londra

Nella Cee ancora "no,, alle richieste di Londra Il "rinegoziato" sull'adesione Nella Cee ancora "no,, alle richieste di Londra Bruxelles, 12 novembre. Tra le molte incertezze che restano sulla riunione a Parigi del vertice europeo, alla preparazione del quale si sono dedicati ieri i ministri degli Esteri della Cee, vi è quella dell'atteggiamento del governo britannico. Il ministro degli Esteri di Gran Bretagna, James Callaghan, ha oggi confermato, in occasione del Consiglio ordinario della Comunità, la intenzione del suo Paese di rinegoziare le condizioni della sua adesione al Mercato Comune. I ministri degli Esteri I hanno oggi discusso a lungo questo problema; i punti I di vista non hanno coinciso. Callaghan ha sottolineato che il sistema in vigore per la ripartizione dei contributi nazionali al bilancio comunitario è profondamente ingiusto, in quanto comporta il trasferimento di risorse reali dai Paesi poveri a quelli ricchi. Rifacendosi alle previsioni della Commissione i europea, il responsabile del « Foreign Office » ha ricordato che, se non si trovasse in una fase transitoria, il suo |ì!jIII1II. - . , raese ctovreDDe sopportare U 2 per cento delle spese del bilancio, mentre il suo reddito nazionale lordo è di appena il 16 per cento di quello globale della Comunità. In conclusione, Callaghan ha chiesto che questo nuovo negoziato con la Cee finisca rapidamente, al massimo entro due-tre mesi. Le richieste del ministro Callaghan sono state variamente accolte e commentate. L'atteggiamento più negativo è apparso quello del rappresentante francese. Il ministro degli Esteri, Sauvagnargues, ha ribadito che « non si rimette in discussione il regolamento finanziario della Cee». A suo parere, le ipotesi sulle quali si basano le preoccupazioni della Gran Bretagna rappresentano un « esercizio dì futurologia » e non possono dimostrarsi. Sauvagnargues ha precisato che le previsioni pessimistiche della Gran Bretagna I I su un inventario preparato giorni fa dalla Commissione europea, non tengono in debito conto l'evoluzione delle correnti commerciali all'interno della Comunità. L'esperienza della « Comunità a sei » dimostra che lo svilup| po degli scambi di ciascun ì Paese Cee è stato largamente ! più importante nei confronti dei partners comunitari che rispetto ai Paesi terzi. Anche il rappresentante tedesco ha detto che il sistej ma attuale deve essere manI tenuto, e che è praticamente I impossibile fare previsioni su I ciò che accadrà nel 1978, 1 quando l'adesione della Gran I Bretagna, della Danimarca e I dell'Irlanda alla Cee sarà definitiva. (Ansa)

Persone citate: Callaghan, James Callaghan

Luoghi citati: Bruxelles, Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda, Londra, Parigi